Critica Sociale - Anno XVII - n. 3 - 1 febbraio 1907

44 OR!TfCA SOCIALE Che cosa ò il presente d'Italia nella comedia di Vin– cenzo Morello? È un fosco intermezzo d'orgia politica, t.ra il passato che fu grande e l'avvenire. Compiuta l'u• nità della patria, franoata Roma dal giogo teocratico, occorreva accelerare la formazione della n11ovacoscienza italica, aprire u111èra di opere e di pemsieri grandi, ar– frettare, in poche parole, la redenzione morale e intel• lettuale d'Italia. Invece, dopo il dramma lacrimevole, venne la comedla. Niuno dei sopraggiunti rispose alla grande aUesa. Non un gesto e non una parola af– fermanti le nuove virtù della stirpe. Una catastrore di speranze, da cui uscirono stanchi, delusi, pentiti coloro che avevano tormentata la loro giovinezza nelle galere, nell'esilio e sui campi di battaglia, per cedere il posto a un popolo Ji procaccianti e di imbelli, di tutto capaci fuorchè di ritrornrc il senso della loro mi9sione storica. Oli uomini del passato a poco a poco scomparvero e - si può aggiungere -- non tutti a tempo. Rimasero quelli altri: rimase Lantosca, contro cui un tipo nuovo sorse, Malvino, il boemo, non più il boemo della frivola scuola di miseria gioconda, ma un miserabile - uu pro• letario intellettuale - che appare pensoso e non ride più nò di sè stesso, nè degli altri, p.erchè oggi non vi sono più differenze fra le varie miserie e un nuovo mondo ai sta formando e viene su, fra. mille spasimi e mille lacerazioni della vita umana. Lantosca e Malvino sono i rappresentanti di due età: due nemici che non sanno di odiarsi, che, se un giorno s'incontreranno sulla medesima via, si stringeranno la mano, ma che non po· tranno intendersi mai più. Uomini del nostro tempo, dunque voci che ogni giorno udiamo, in perpetuo e stridente contrasto, nel libro, nel giornale, nel Parlamento. Poi che il giornalista, che in Italia è stato tra i primi a dare al suo ufficio nobiltà di contenuto e splendore d'arte, lo scrittore forte, ele– gante, violento ed amaro 1 uno dei pochi spiriti veramente italici ai dì nostri, Rastigw1c, infine, ha tratto dalla vita parlamentare e giornalistica italiana la materia della sua opera. Storia di tutti i giorni, tumulto di voci e di anime, passioni di mediocri e di colpevoli che passano dalla cronaca al teatro. Accanto a Lantosca è un com– mendatore, Oallerani, cinico e losco avventuriero, che incita l'amico ad imprese criminose e divide con lui i guadagni, come divide l'amore della moglie Flora. En– trambi tramano un mercato e un ricatto. Il deputato Lantosca, istigato dalla moglie del commendatore, che è la sua amante, perde l'ultimo pudore e promette di presentare alla Camera un progetto di legge, in cui si cela l'affa,·e. ì\la lo scandalo scoppia. Uno dei complici è arrestato per ordine del Governo, Lantosca è prima sospettato, poi accusato e abbandonato dai deputati più fedeli del suo partito; il commendatore fugge, come tutti i commendatori fuggono: in automobile. E il rlramma precipita, l'azione si intensifica, altre vicende si avverano. li deputato arrivista non ha. p!ù pace. La domanda di autorizzazione all'arresto di lui è stata presentata alla Camera. Sarà certamente votata. È la fine. Cioè egli crede che ancora l'ora della fine non sia suonata, perchè, rifugiatosi nella soffitta del– l'antico compagno cli sogni e di studii, Malvino, si pro– pone di ricominciare altrove l'o.vventura 1 appena potrà fuggire anch'egli, come un commes~o inredele 1 come un cassiere ladro. Ma la vita - ammonisce Malvino - non è un'avventura. La vita ò un si9tema di logica, un ter– ribile sistema di logica, che a un certo punto striuge le flla dei suoi sillogismi e soffoca nelle sue reti tutti i cattivi ragionatori, tutti i cattivi speculatori delle idee false e dei falsi sentimenti. Una lenta persuasione fii compie. Sfuggire, perchè? Diritto a vivere hanno sol– tanto i forti: cioè quelli che possono portare nel petto possente l'anima di tutte le altre creature umane com– pagne nel viaggio. Lantosca appartiene a. una generazione di deboli, a una generazione che non seppe dare al suo paese nè un'idea, nè una fede, nè una disciplina, nè una dottrina. Col suo ingegno egli avrebbe potuto provoi,are il falli– mento della sua generazione: ha preferito invece di mescolarsi e di fallire con essa. Egli deve sparire. E sparisce. Un colpo di rivoltella ai ode dietro la porta della camera in cui egli si è chiuso: la morte. Innamd a quella porta, come innanzi alla simbolica tomba di tutta un 1 età guasta, Malvino getta nervosamente 1 ultimo tributo di pietà, alcune rose. Tate la comedia, i cui valori rappresentativi sono parsi adeguati alla vasta e mirabile concezione che la informa a più di un pubblico e a molti critici. Comedia conservatrice di uno scrittore rivoluzionario, poichè non trovereste qui la spietata analisi dell'anima borghese contemporanea che Octave Mirbeau ba reso in Les af– faires sont les uffail'es e le conclusioni anarchiche dello scrittore francese. Qui Lantosca si uccide ed e~pia. il peccato della sua debolezza morale e fl~ica. 'ruttavia. io non bramo accendere il fuoco di paglia della mia ipercritica, a proposito di un lavoro organico e vigoroso, magistralmente inscenato e ricco di pregi psicologici e letterarii. Anzi eh!>ft:lrmarmi a questa o a quell'altra persona della comedia e valutarne l'esattezza della psicologia, io voglio constata.re che un'opera ,ti pensiero viva, bella ed onesti è apparsa sul teatro ita• liano, !lncora riecheggiante della voce criminale di Cor– rado Brando. Non tutti, per fortuna 1 cedono alla moda del tempo. C'è pure qualcuno che ll teatro intende come funzione utile alla vita e fedele alla vita 1 e alle folle adunate non presenta tipi di eccezione, ma uomini ili codesta torbida ora italiana; qualcuno che io sintesi d 1 arte riproduce le scene agHate delle nostre battaglie per una terza Roma ideale 1 quale la sognò, presso I r.J· deri del Foro, Giosuè Carducci, e presso gli archi che aspettano il triouro del popolo d'Jtàlia sull'età nera e barbara. O Italia, o Roma I quel gion10, placido tonerà il cielo sul Foro, e cantici. cli gloria, di gloria, di glo1·i(1, corre,·anpe,· l'infinito azzu,-ro. Ahi I l'ora nefanda. degli avventurieri, dopo l'ora. degli eroi, il ricatto dopo la barricata, il colpo di rivoltella di Lantosca. dopo il lampo della sparla omerica di Oari~ baldi, la voce dei piccioletti ladrwicoli bastardi dopo lo splendido furore carducciano I L'ora presente è forse veramente invano, amico Rastignac? No. Accomiatan– domi da voi, in quella nostra sera d'arte, io sentivo tn– multuarmi nel cuore i versi del Poeta, con impeto come di prossime scaturigini. L. M. DOTTAZZI. Avete la 1a annata? L' Amministt·azione della Critica. è sempre disposta a ricambia1·e con u11aqualsiasi successiva annata, rilegata, oppure co,i un anno d'abbonamentu, l'invio che le venis,'le fatto della 1a.annata (1891) di Critica Sociale in buono stato di conservazio11e. Ricambieremo con opuscoli, a richiesta, ognuno dei se– guenti numeri separati dello stesso 1° amw: 4 1 5, 6, 1, 8 10, 12 1 13l 16 1 11+

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