Critica Sociale - Anno XVII - n. 2 - 16 gennaio 1907

CHl'l'CCA SOCJAL!l 25 collocamento opcrnio. I~osfruttamento a base di mano d'opera (>OCO abile (' a huou mercato sotto la dire– zione ùelht mano d'opera cspcrrn; la pi.1ga detr" ap• prendisit~~in ... , la tortum del cottimo che stimola la brutahtìt dcll'cgoii:nno pcrsonnlc e sciupa la vi:.wria nen-eo-nrnscolure; ht , ioluziune di o~ni le~ge fidio– lug1ca per mezzo dci,:li orari eterni, itrnspriti dalle ore s1raor,li11ar1t•, sono, se non distrurti, infreuati. L'industriu 11011 t1tt1, ùi fronic nll'upC'raiu, nel! atteg– giamento del n1111piro l'11c110 succ ia il san~ue mi– gliore e lo h111rnquando è esumuo, ma partecipa ad assicurare il ripo1:10 della. vecchiuif\ e non rifiuta la sua cooperazione por In risoluzione dei problemi sociali che affonnuno - come quello della easa sana ed a buon mercaLo la clos8e lnvoratrice. N:1turalmente, questi vuntnggi innegabili - non bisogna diment,icuro che tii trntta di un contratto - debbono avere In. loro c-onLro-partita e la hanno. L'in– dustria rcolizza l'equilibrio stithilo nelle numerose e delicato questioni cito riflettono l'armntn operaia e sovratutto i:lilonb111a il da11110 economico dello scio– pero. Ad alcuno di pnrto nostra pnrve che, se il capi– tale davo. tantn im1)0rtanzu u quest'ultima garanzia e ne foceva il capotmldo della convenzione, non fosse buon consiglio disarmare e rinunciare senz'altro al– J1arme dello .!'!Ciopero.Ma a noi pare che c1uesto R(l· punto non re~ga. Oli operai ave,·ano di fronte un dilemma: o rinun• ciare, per tre anni, alla sospensione concertata del Ia,·oro, o ottenere per tale lasso di tem1>0condizioni di Ja,·oro innegubilmcntc superiori a quelle delle industrie locnli congeneri, oppure consenare il di– ritto di sciopero cd esporsi R. non ottenere J)er il mo,·imento professionale il magnifico impulso ohe dalle proposte ratto venh•a, a non raggiungere i vantaggi materiali e morali del contratto in discus– sione, ad ogni modo ad nrrivarvi a traverso lotte lunghe, dolorose, dis1>cndiose, di incerto esito. Essi hanno ascolttlto il consiglio delln. saggezza e della prudenza e noi crediamo che l'esperienza sanzionerà la hontà della loro decisione, pcrchè difficilmente in un trie11nio h, mano d'opern dell'industria. automo– bilistica tol'incso ricsci1•1\ a. compiere passi piìt ar– diti di quelli tcatè stipulati. A completare il lato simpatico della medaglia oc– corre ancora un rilievo. li'organizzazione di classe ha ricevuto una consacrazione solenne, che sarà stimolo ed esempio per tutta Italia, ma - ciò che vale di piì1 - la massa orgnnizzata ed i suoi diri– genti hanno dato prova di Ctlsere giunti a tuie lucida comprensione dei limiti entro cui l'azione dì classe di3ve s,·olgersi, che ò un'ottima garanzia per l'oggi e per l'av,·enire. Noi abbinino Assistito nd assemblee operaie in cui non erano entrati questi semplici ed on•ii convin– cimenti: non potersi negare agli industriali le stess~ garanzie dagli operai reclamate per sè; non potersi rifiutare, a suggello, a conferma, a garanzia dei propri obblighi contrattuali, ritenute, per quanto mo– deste, sui salari; non potersi ragionevolmente insi• stt!re sovra ltumenti di mercede che raddo1>piano o quasi il costo della. man o d'opera. Noi abbiamo visto buoni contratti di lavoro sfunrn.re per la diffidenza della maestranza nei suo i stessi dirigenti; noi ab– biamo visto asscmhlee tumultuose accusanti dei peg– giori mercati nomini incorrntlihili, 1>er nver soste• nuto i doveri della respons!\hilità operaia cli fronte all'industriale contraente. Nel caso nostro, o qu(•sti pericoli non sorsero o furono facilmente superati. Si può asserire che, nel modo con cui lo trattative furono condotte, nelle conclusioni a cui si venne, si ha una ripro,•a della honti, di qucll{l tattica di audacia e di prudenza, di giusta considerazione del terreno economico op- posto, di moderazione snggia, che fu da noi invocata e che si ebhc tanto souoro accoglimento di leggi. In questo gmndejlgiare - per e::iten::iione e per affinamento - clell'or~a111z1.nzioneprofessiorrnle, sta per noi, ,rnche nl disopra dei ,•anrugg-i muteriali, rirn– J>Ortauza dell'cs1>erimcnto di Torino. . .. ~la c'è un punto di ~ritnde interesse da e~aminare, sovrttlUtto 1>erlo cll•duzioui sociali eh(" so ne 1>os– sono trarre: il contrutLo dcll'Jlula è il risultato, la conclu:sione dì una lotta di cla:sse. o è un eJ)isodio - non nuovo nellu storia industriale - di una ardita od ahilc nrn.novm ca1>itnlistica, o nncora di una for– tunata coincidenza di interessi? Per a.rrivaro od unn. conclusione, conviene tener conto dell'amhiento e dello condizioni in cui il fatto ha potuto nascoro o J)("rfozionn.1·si. A 'l'orino, por l'cccozio1111loo irrnUesa fortuna della /i'iat, in cui un l'orto gruppo di fì1rnnzieri, di indu– striali, di profosaioniati e di uomini d'affari realizzò, in breve, guaclugni viatòsisllimi, si sviluppò tutta una nuo,·a industria. nutomobili~ticn. Si fondarono Ro· cietà per azioni, o questo snlirono ad altezze verti– gino5c, prima che so ne ,·cdessero circolare i 1>rodotti; capitali in~enti accorsero eia nitre regioni d'ftalia, segnatamente dalll\ l,ombardin e dalla Liguria; in• clustrie straniere, e segnatamente francesi, stabilirono filiali cd organizzarono combinazioni finanziarie-indu– striali con elementi locali; si accese tutto un fer– vore di opere e di tentativi. Tra le altre, sorse l'Itala, in cuì ebbe larga parte il capitale genovese e di cui è ma.rima pars il ricchissimo F'igàri, che ebbe con– trasti nuche giudiziuri colln J.'iat, quando questa compì una liquidazione di comodo. Questo improv\'iso s,•ilup1>0 industriale non spostò solo una grnn 1>artc cli interessi ca1> italistici, ma si ripercosse ampiamente nell'ambiente opera.io . Si può dire che una. piccolil rivoluz10110 paci fica si s ia com• piutn. Ji'immigrnzione dalla cnmpagna è fortemente cresciuta, gli Oj)Orai cittadini pii1 intelligenti si sono riversati nclln 1rnovn induistrin, nbbn.ndonando le an– tiche fabbriche, si ò c1·011tn. una maestrn.nza improv– visata, in cui sono, t;utt'ultro che scarsi, tramvieri, falcgn1unl, fabbri o t1111tio.ltl'i che non hanno nel– l'industria automobilistica alcuna preparazione. Es– sendo questa 11111 incluslrin. di lusso ed avendo, ad ogni costo, bisogno di mano d'opera, essa ha potuto concedere snlnri pili elrvnli e condizioni di la,·oro migliori. Non ò difficile immagirrnre In ripercussione di questo sb1.to di cose eccezionale su tutto !"am– biente in dustriale locnle. Attualmente lfl siurnziono può delinearsii così: un nucleo di industrie congeneri, che cerca di assicu– rarsi il mercato, che lotta per la 1>reminenza. Alcune lottaao forse anche contro lo. rapida trasformazione e scomparsa. L'ltafr, è cerio una delle più potenti, ma ha contro la J,'iat. Essa non entrò nella Lega industriale, sorta per contraccol1lo dei grandi scio– peri delle dicci ore dell'anno scorso, ed anche ora, di fronte al memoriale presentato agli automobilisti dagli operai orgnnizznti, ris1>ose nel modo che ab– biamo visto. Invece di far causa comune colle in· dustrie sorelle e clisoutcrc con esse le domande di migliol'amenti n.vanznte, a.rrivò al contrn.tto collettivo di lavoro. Noi non YOglinmo correre die tro all e mormora– zioni. Non voglinmo co1·c1u·c por qun.li rngioni un elemento non occossiv1tmo11tcardit o sul t erreno delle rh•endicuzioni operaio sia stato conquistato ai voli più eccelsi dcll'urllitezza socinle Stiu1110 sul sem– plice terreno dcllu concorrenza industriale e notiamo che, industl'iulmcntc, fu d,1vvoro abile chi - in un momento di ìnstahìlltò. cli snlari 1 in un momento di ricerca affannosa di mano d'opera generica e spe-

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