Critica Sociale - Anno XVII - n. 2 - 16 gennaio 1907
CRITICA SOCIALE Citmera il progetto del nuovo organico pnstelet?"rafico, preceduto da una Helazione nella quale il mini::itro fa. proprie in vari punti sostanziali lo ragioni che hanno informato o animato le agiti,zioni della grande mnssa postale e telegrafica, e considera questa come collaboratrice dei miglioramenti notevoli introdotti nell'organico, e no accetta i criteri volti ad assicu– rare fecondi progressi ai servizi pubblici. E, il giorno dopo, il Senato conferiva l'ultimo sacramento alla legge sui carabinieri, conquistata da una agitazione, abbastanza contenuta ma minacciosa, o inutilmente smentita, o attenuata. Che cosa vuol dire questo, se non che il Governo non possiede una idea unica, un criterio unico di fronte alle agitazioni e alle domande dei suoi impiegati ·1 La sua è una tattica multipla, che proporziona, a volta. a volta, l'atteggiamento del Governo all'atteggiamento e alle forze, sopratutto alle forze, delle categorie che impegnano la loro azione contro il Governo. Ciò spiog-a. come, rispetto nlln medesima categoria, esso possa passare dalle minnccie alle blandizie, alle conceesioni; come la stessa legge 1>ossa avere, pet parte del Governo, ora interpretazioni le più liberalmente late, ora la pH1 rigorosamente restrittiYa. Quest 1 ultimu. è, 1>eril mo– mento, l'interpretazione serbata ai magistrati: e ciò ò apparso anche meglio dopo il recente simulacro di Cong-resso a Roma. Von. Oal!o ha voluto giurare, dinanzi ai vecchi del Senato, sulla sua modernità.. Oh relativismo delle parole! Dei magistrati si riuniscono, esprimono dei voti a favore di un ordine di idee 1 che è il patrimonio loro intangibile, e contro un ordine di idee, contra– stante o in antitesi, del ministro, intorno a un pro– getto di legge che tocca intimamente e profonda– mente il loro avvenire e l'esercizio della giustizia; si propongono di far trionfare le IOl'O idee senza barricate, ma col sussidio di quelle leggi nelle quali sono, fino a prova contraria, i più meticolosamente esperti; provvedono ad organizzare un Congresso per discutere in comune, collegialmente, di interessi così legittimi 1 così vivi e così alti. Ma devono fare i conti con la modernità di un ministro, la quale si risolve nel far capire, senza dirlo schielto e univocamente, che riunioni, voti, Congressi, eccetera 1 sono tutta materia ex lege. La verità è che i magistrati non sono, quelli che lo sono, che cittadini da ieri, da oggi stesso. Non danno ancora sog-gezione al Governo, e il loro capo gerarchico può fare la voce grossa, e tuonare come un Nume irato e im1>lacn.tocontro i pochi - i pochi, secondo la Yersione dell'on. Gallo - reprobi. Ma il risveglio, comunque iniziale, dei magistrati, come il ris, 0 eglio di tutte le altre' categorie di sala– riati pubblici, che segue a quello dei salariati pri– vati, è indice di vitalità più fervida, di forza e capa– citla. di rinnovamento, nell'attività delle più disparate funzioni sociali, verso una ph'.1grnnde attuabilità. di risultati. Chi confonde tutto ciò con anarchia parla. una. lingua vecchia. che non ha echi e rispondenze con la realtà; non guai·da che a qualche inconve– niente inevitabile in tutt.i i movimenti e mutamenti Hociali; ha l'osservazione unilaterale o partigiana. I L'ostruzionismo dei doganieri, per un esempio, non si è voluto considerare che eia un lato solo: quello · della pretesa colpevolezza dei funzionari. Non si è considerato, nel tempo stesso, se quel provvPdimento fosse l'extrema t·atio cli gente che da. lungo tempo avesse invano reclamato giustiziA. o riparo alla spe– requazione enorme esistente fra le fatiche, i lunghi orari e le responsabilità del lavoro da un lato, e dall'altro il compenso. Non si ò esaminato se ci fosse a loro discarico .... la provocazione {?rave. rrutte codeste lotte di impiegati e di non impie– g-ati contro lo Stato, che un po' alla volta sì lascia penetrare dalla loro invadenza non senza resistenze talora aspre, viene in so:-:tanzn. ad nllargarc hl baso 1-1ttiva dello Stato, o con ciò n migliorarlo. 1i; un maggior numero cli coscienze individuali e di clm:1s0 che tendono a imprimere allo Stato particolari indi· rizzi, o a far vibrare nella grande corda dello Stato le loro note, dianzi mutole o fioche. Uiò non può che arricchire le energie dello Stato, slargarne lo visuali, moltiplicarne e intensificarne le attivitìt. Qual– cuno considera lo Stato come un ente astratto: o resta stupito e slordito di quella. irruem~a. Qualche altro, solito a considerare !o Stato come l'emana– ~ione di sole poche classi e di soli pochi interessi nbilmontc riusciti a fogginrsi un'indisturbata prcvlt.· lenza 1 è ora irritato dei nuovi venuti o dei seccanti controlli cli tanti occhi aperti e a\'idi. Alcuni ancora, che giurano sull'an·enire antistatale, non credono pili aJl'e,·oluzionc, che va a ritroso delle loro f'Antasi(•. Ma ciò non toglie che lo varie clnssi di salariati o di cittadini non lottino per entruro nella cittadella dello Stato ed esercitarvi una fraziono di sovranitl1 1 tnnto per la tutela di interessi particolari: ma legit• timi, quanto di interessi generali. Sui quali ultimi si intessono, di preferenza, le nl leanze dei gruppi o delle classi coi partiti politici, alleanze che pare scandalizzino la stampa moderata. l'n queste alleanze non è certo in ~iuoco nè la ro– pubhlica, nè il socialismo, ma un programma comune di politica demorraticn noll'Amminiijtrniionc per svec– chiarla e farnl' un organismo ,·ivace e pronto a son• tire e risponrlero fllle crescenti esigenze del pae-.c, o rammodernarla così da renderla pH1 semplice e pili utilizzabile a ogni ordino di cittadini. E, poichè il miglioramento, secondo equità, delle condizioni eco– nomiche degli impiegati è il fonda.mento primo di una lrnona amministrazione, :si comprende come quef:lto ideale e quel mezw sirtno congiunti nella medesima aziono politica, nella quale può esserci, e c'è, con– Jluonza di veduto e cli attività fra lo organizzazioni degli impie1taLi e i partiti democratici. :Non è colpa cli tali partiti, nè degli impiegati medesimi, se ,1uesti non si rivolgono altrove. .Ai pi·ossimi 111t111eri: ]ia folicith delle tlassi 011Prail•• di CAHI.O Pt-.:THOlTIIJ. Politica scolastica IL VEROANTICLRlUCALISMO (A proposito di una elezione politica) ÙSOREYQU; 'l'UUATI, Nel Colleg'io di Vi1lorio il comuno amico Umberto Un· r1ltti fu vinto. Egli ehhe 1132 voti, o oltrA duemila il 1,110 a,\'\'ersario. Eppure tutte lo forze liber11li, JJfO~rei,i><iste, radicali, socialiste e'intere-.:sarono della riuscita di lui e votarono per lui. l\.la, oltre la differenza del programma politico, ben delineato, dei duo candidati, itolla parte rli CaraU\ \'i era una questione loeale, tutta in suo ravore. Ol'intereesi <IP-I Collegio sar11nno fltrettamente legati n. Udine coi prossimi allacciamooti ferroviarì, combnttuti invece da. 'l'roviso, dove il nuovo deputato ha sedo e domicilio. Oli elettori non tennero conto nenuche cli ciò, f} con votazione inatte1m mandarono in Parlamento chi si tro– verà, nelle ruturo questioni interprovinciali, in aperto contra..,,ito rra gl'internssi della sua città, o delle sue piì1 intime aiteronzo o amicizie, e quelli dol suo Collegio 1>0• litico.
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