Critica Sociale - Anno XVII - n. 2 - 16 gennaio 1907
26 CRITICA SOCIALE cializzata - assicurò alla sua azienda una mae– stranza impegnata a non suscitare per un triennio im barazzi, nè sospensione di lavoro) una maestranza abile, a condizioni non variabili. L'organizzazione operaia, bene ilJuminata e bene guidata, ha colto saggiamente la coincidenza degli interessi suoi cogli interessi di una. particolare in– dustria ed ha g·iovato a tutta una numerosa categoria ed agli interessi ancor più vasti dell'azione profes– sionale di classe. :Ma questo fatto prova, a luce me– ridiana, come, anche nel te1-reno economico, vi possa essere tra operai e capitalisti una comunanza tran· sitoria di interessi, come sia possibile entrare nella competizione di speciali interessi borghesi per gio– vare alla causa del proletariato. La Sfamva - che si occupò molto largamente del contratto .!tale;, e lo difese anche contro il rappre– sentante della Lega industriali - volle trarne ap– poggio alla tesi liberista contraria alla legislazione sociale. F. si espresse chiaramente così: " Scopodì questo nostro breve articolo è di dimostrare, con la prova eloquente rlei fa.tti 1 una volta di più, la verità della portata molto ristretta della legislazione sociale, a cui gli industriali e la classe lavoratrice prov– vedono assai meglio e più rapidamente con l'azione di• retta delle proprie organizzazioni, anzichè sprecando tempo in un 1 azione indiretta politica dei propri rappre sentanti. ,, A noi non pare che il fatto autorizzi ad una tale conclusione anti-interYenzionista. Anzi, poichè esso fu solo possibile per la coincidenza di speciali ed eccezionali condizioni (una. massa lavoratrice bene organizzata e bene guidata; una industria nascente in via <li affermazione e in sè discorde; un acuto bisogno di particolare mano d'opera), ne nasce ohe tocca alla legislazione (e solo la legislazione lo può) estenderne i benefizì a quelle industrie che non si sentono di anivare a forme altrettanto perfette di contratto collettivo cli lavoro. ],'esempio particolare e libero spiana la via alle generalizzazioni cd alle conquiste dell'avvenire. Nel nostro caso, la libera contrattazione elci metallurgici coli' llala porterà a questa grande documentazione: che l'organizzazione professionale non distrugge 1 nè allenta lo slancio della industria, può anzi alimen– tarlo. Ma, nello stesso tempo, condunà certi sognrt• tori a queste amara deduzione: che il Sindacato non è per sola sua natura l'i\'Oiuzionario, ma può essere l'icercato come arme di disciplina industriale e di concorrenza capitalistica. Torino, ye1111aio1907. Dott. G1ur,10 CASA1~rn1. Il nost,·o amico Vittorio Piva, di1•etto1·e dell'Avanti della Domenica, ci ha scl'illo impei-malilo per la frase di And1·iulll, nello sco1·sonumero, che accennava all'aumento di spese militari II minacciato dat minisf1•0 Viganò per mezzo di Vittorio Piva 111 fl'ase che, 11 messa assieme ad alll'e,, compaTse alt1·ove, puù somiglia1·e, egli dice, a una insinuazione di ufficiosità; e 1·ivendica it dil'itto nei socialisti giornalisti di intervistare anche il Papa, se occol're, come i gio1·nalis1iboi·ghesi intei·vi– stano eminenti, o anche non eminenti, socialisti, ecc., ecc. Assicu1·iamo l'amico Piva the stavolta 1·t sospetto le– mel'ario non è che suo. Legga, di grazia, i pe1·iodidella Critica, u mettendoli assieme m come è loqico 1 soltanto con la Critica, e ved1'à egli stesso che le sue inlerpl'e• tazioni e le sue spiegazioni non hanno p,·oprio la più lontana i·agione di essere. LA c. s. LAPOLI'rIOA DEITRASPORTI d'interesse locale I. Fe1·1·ovie, t·ram.vie e<la.utomobili. La pubblica attenzione si converge ora sui grossi e vistosi problemi delle ferrovie di Stato. È naturale. l~d è giusto che si raccolga la somma. degli sforzi per con– solidare l'azienda e riparare alla forma più acuta del '' disservizio n• Manon è giusto che rimangano intanto nella penombra quei problemi, relativi ai trasporti d'interesse locale, che possono essere affrontati con più Ueve di– spendio di forze e senza nulla sottrarre al riassetto della maggior rete esercitata dallo Stat-o. Ormai tra gli studiosi di cose ferroviarie è assioma che l'organismo delle strade ferrate principali (le artel"ie del traffico) possa a,·er vita sana e fiorente, solo quando confluisca e s'innesti con un fitto sistema. di vasi capil– lal"i, cioè di linee d'interesse locale, che equilibrino o di– stribuiscano il movimento commercialo. Jn Italia sono ancora molti mercati chiusi o divelti dalle grandi cor– renti della vita. Basti dire che, in quest'era delle comu– nicazioni più rapide e della distruzione delle distanze, quasi cinquanta capoluoghi di cir~ondario rimangono lontani dalle vie-di-ferro. E, se veramente si vorrà rare qualche cosa pel Mezzogiorno, scendendo dalle promesse scritte nelle leggi ad una politica. economica operosa e continuativa, le f~rrovie secondarie e gli altri sistemi meccanici di trasporto saranno tra i migliori mezzi per mettere in vàlore vaste plaghe ora depresse pel ristagno locale. Io credo sia necessario formarsi un'idea precisa della politica dei tmsporti locali, e dar opera a cho non si com– mettano errori o trascuranza, che il paese dovrebbe poi scontare domani. Serva almeno d'ammaestramento ciò che è avvenuto per le reti principali, ove, dopo le di– sgraziatissimo Convem.ioni del 1885, la pertinace miopia del Governo e del Parlamento (gli uomini della demo– crazia non sono esenti da colpe) ha condotto, col sistema di rinvia.re le difficoltà, a quella bella situazione che tutti sanno. Proprio ieri, in un suo forte studio sulle minori costruzioni ferroviarie, l'oo. Sacchi esponeva il procedi– mento con cui una lunga serie di leggi dal 1860 in poi si è sovrapposta a stra.ti in questa materia, formando una selva selvaggia ed asprai nella quàle anche i par– lamei ;itn.ri più studiosi temono di a.vventura.rsi. Duplice ò il còmpito: sfrondare il groviglio delle legg( esistenti, e preparare la trasformazione del sistema delle conces– sioni ferroviarie, in base ad un programma chiaro e semplice, che tenga conto delle nuove esigenze tecniche e saciali. li momento presente è molto importante per la poli– tica delle comunicazioni. Da un lato le que:itioni della viabilità .ordinaria en– trano in una faiie conclusiva e s'avviano ad essere defini– tivamente risolute, Dopo il grande impulso dato alle costruzioni stradali da.I 1860 al 1885 (da poco più di venti mila chilometri di strade rotabili nel 1863,si arrivò a più di cento), venne, con la depressione finanziaria dello Stato, la crisi e l'arresto di attività anche in questo campo i ma, rassodato il bilancio, a.esistiamo,specialmente cou le leggi speciali pel Mezzogiorno, ad una vera ,-ep,-ise di sforzi. Si arriva anzi ad un punto, a cui non si era giunti neppure al tempo delle comunali obbligatorie: lo Stato s'è assunta la funzione di costruire direttamente le tiitrade anche de più limitato interesse locale. Siamo
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