Critica Sociale - Anno XVI - n. 24 - 16 dicembre 1906

374 CRITICASOCIALE è che un uomo il quale ha piit di ogni altro sentito e 1>rima d'ogni altro affermato la patern!tà di Dio. Questo concetto d'un Dio padre e il fatto che Cristo l'ha 1>cr t:, prima volta proclamato, costituisce, se– condo quei teologi, tutto il cristianesimo, e basta a far di questo la rcligion<' perfetta e assoluta. Re– stano così naturnlmento eliminati tutti i dogmi che compongono In cosidctta " dottrina cristiana ,, e, prima d'ogni ultro, 4.ucllo delhL divinità di Gesù. Si noti che ,,j sono anche dei pastori protestanti in cura d'u.nimc, che; professano un cristianesimo in– teso in tal guisa. Ed è recente il caso di quel Cesar, 1>rotcstanto di questa corrente, che, nominato pastore, si vide dopo un esame cassata la. nomina. dal Con– siglio Parrocchiale, non senza che contro questo prov,•edimonto i suoi pnrrocchiani ricorressero al Consiglio Sinodale di Mi.inster. J~ lo svi luppo logico del suo stesso principio fon– damenta.lo cho doveva nocossarirunente condurre il protestnnte ~imo n questi risultati. 'J'utti gli scrittori appRrtonenti n. questa tondonza mettono tale fatto vi~orosrunentc in luce, o meglio d 1 ogn'i altro forse il Sabatier (Au~usto), .l,(iÌl.professore della facoltà teolog-ica cli Pari:.ti, nel suo l!,,':,quisse d'une philosophie cle la ,-éligion di cui comparve quest'anno l'ottav!L edizione. (' 1 Principio fondamentale del protestantesimo è la distinzione tra l'essenza del cristianesimo e le sue espressioni o realizzazioni storiche più o meno ele– vate e fedeli. 1/edsenza. del cristhmcsimo sta unica– mente in una esperienza religiosa, in un'intima ri\'e– Jazione di Dio che si è J>erla 1>rima,•olta compiuta nella coscienza di Gesù, e sta inoltre nel fatto che quest 1 esperienza e questa rivelazione si ripetono, meno luminose, ma ugualmente riconoscibili, nel– l'animo di tutti i discepoli di lui. :Nella possibilità, anzi nella necessità, di questa esperienza soggettiva, di questa individuale rivelazione di Dio, giace so– stanzialmento lR.diffcrenz!l J>ÌÙ grande tra cattolice– simo e protestantesimo. Se, secondo questo concetto dell1essenza del cri· stianesimo, la religione è rapporto esperimentato, e quindi vissuto, trn uomo e Dio, essa è per ciò vita. Ma la vita 11011 può proclamarsi esclusivamente rac– chiusa in un dato organismo, 11011 si può a priori stabilire che ò una sola forma quella in cui la vita può o devo manifestarsi. I cattolici fanno appunto cosl quando identificano il cristianesimo colla Chiesaj e giustamente i protestanti per ciò li condannano. Ma che fanno, alla lor volta, i pi•otestanti della vecchia scuola? Essi identificano il cristianesimo colla Jlibbia, e più 1>recisamente colla espressione storica cd umana di essa. Contro questo modo dl vedere insorgono i nuovi protestanti, i quali dicono: quello stesso principio fondamentale della Riforma, per cui voi avete sta– hilito una dislinziono tra cristianesimo e Chiesa, quello stesso voi dovete applicare alla Bibbia ed anche al Vangelo di Cristo. Voi dovete anzitutto riconoscere che, se in Oesù non è l'uomo, ma un essere dil'ino, che si sente e si proclama figlio di Dio, allora create con ciò un privilegio incomunica• bile, se1>arato per sempre Gesù dall'umanità, e fate sì che l'esperienza e la rivelazione divina, che ai sono comJ>iutc uclla sua coscienza, non possano più ripetersi in (litro coscienze umane; - colpite a morto, cioè, lo stesso principio fondamentale del pl'Otestantcsimo. Voi dovete, inoltre, distinguere tra questa esperienza e questa rivelflzione perennemente vi\'e e nuovo, o l'espressione letterale dei Vangeli; e riconoscere cho in questi vi sono parti incerte ed oscure, e che essi sono vestiti d'una forma del tutto contingente, o precisamente orientale e palestiniana, forma che ha bisogno cli venir tradotta nelle nostre lingue moderne. Lo stesso criterio si deve app1icare ai dogmi. I dogmi (a,•vorhi il Sahatier) non sono stati procla– mati per puro, astratto e teorico desiderio di creare delle costruzioni metafisiche. No: i Concili i stabili– rono un dogma solo quando furono costretti a farlo, e cioè come sentenza che dirimeva una controversia accesasi nel grembo della Chiesa e minacciante di produrre la scissione di questa. I dogmi, dunque, risentono necessariamente di tale loro origine sto– rica, ed hanno un valore quasi esclusivamente sto• rico. Essi costituiscono soltanto, per l'anima religiosa, un simbolismo di carattere superiore. . • * A questo punto si fen11a il Sabatier, e con lui la generazione precedente dei nuovi 1>rotesta.nti. A chi g~i dic osso: a~J~rn, facciumo senza di dogmi e pren– drn.mo la reilg10110 nuda; egli risponderebbe: no· soppl'im onclo il dogma cristiano, si sopJ>rime il cri- 1 stiuncsinlo; scartnndo ogni dollrina religiosa si uc– c!de la_stesse~ religione; una vita. religiosa, c'be non st esprimesse, non conoecerebhe sè stessa e non po• trebhe comunicarsi; senza una dottrina, lt coscienze religiose rimarrebbero confuse e indiscernibili; i dogmi hanno, è vero, St~lo una funzione relativa, storica, transeunte; ma d1 questa funzione non si può fare a meno. J.; nncora pH1 egli dissentirebbe da chi dalle sue premesso trnes:sc questa conseguenza: poichè voi riconoscete che Ge:si1era solamente uomo, e poichè ammettet" che la sua mentalità rosse plasmata dal• l'ambiente palestiniano, tanto inferiore per civiltà e cultura al nostro, è cl 1 uo1)0 concludere essere inam• missibile che la rh•ehtzione divina siasi compiuta in lu! ~n rn.odo perfetto e inarrivabile; e per ciò, il cr1strnnes1mo, se vuol essere la religione assoluta de\'C staccarsi dnlla persona di Gesù almeno fino ~ cessare cli_ attrihuirgli quella consider;zione singolare ed esclusiva che esso gli ha sin qui attribuito. . .. l~ppure questo sono le conseguenze a cui la dia– lettica stes:sa insita nel principio fondamentale del protc~tfmtesimo inoluttnbilmente lo sospingeva. Una nuova gcnornzione di J>rotestanti liberali doveva raggiungerlo por quanto sembrassero eretiche alla ~euerazione prece.dent~, precisamente come questa, 111 f?rza della cl1_alo~t1cadi quel principio, aveva raggiunto conclus1on1 che sembravano eretiche ai protestanti della ve~chia scuola, principale di tutte quella clolla negazione della divinità di Gesù. E queste conseguenze infatti es1>licitamente raggiunge il pensiero protestante per OJ>era dell'olandese Ste– fano Oiran. È già., anzitutto, meraviglioso per noi il vedere in una serio di 1,rPdiche d,t lui pronunciate dal pul~ pito cli una chiesa cristiana - e pubblicate col titolo cli Pm·oles de 'incérité (1) - venerato e proclamato Renan, che noi siam usi a sentir chiamare corren• temente l'Anticristo, come il 1>iÙ autorevole dei Santi Padri di q uesto nuovo cr istianesimo. Ma ciò è ancora poco: e un cristiancsi.mo p~otestante senza dogmi, e, non eolo senza Cr1sto -D10 1 ma senza Cristo tout court (quando con ciò si intenda senza una consi– ~oraziono csclusi"n della persona del Cristo) trova m qneste Paroles de Sincérité la sua precisa formu– lazione. Due sono i cardini su cui poggia tale ultimissima espre~sione del cristinnosimo protestante. Il primo è che è un assurdo pensare che la rivelazione di Dio ( 1) Am1terdam {DO Ervehn, Yan Kun1ter e Zoon) e Parla, fl1ch• bachcr, uoo.

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