Critica Sociale - Anno XVI - n. 23 - 1 dicembre 1906
364 CRITICASOCIALE avrà. leale applicazione, pare evitato. Ne resteranno però per la loro parte danneggiate le .finanze comu– nali che si doVL·ebberorifare con altre tassazioni. Abbiamo nel corso di questo scritto dovuto dir male di tante cose, e dovremo dir male di tante altre in seguito, che ci sentiamo sollevati potendo dir bene di qualcuna. S. ÙAMMARERI-SCURTJ. LAQUESTIONE SANITARIA IT LIANA e i rriedici condotti Due brevi scritti intorno al rinnovamento medico, ed alla legittima agitazione dei medici italiani, mi hanno valso l'onore non cercato di molte lettere di colleghi, amici e non amici. Leggendo questi scritti, e rileggendo quanto l'on. Tu– rati scriveva appunto al medici, mi sono convinto che un concetto chiaro di una riforma nel contratto di lavoro del medico non si ò ancora andato formando. Notiamo subito che non si tratta di una riforma nè socialista, nè democratica; si tratta semplicemente di regolare su basi naturali le condizioni dei medici dipendenti dai Comuni e dallo Stato, pei quali le legittime speranze di miglio• ramanti materiali e mora.li sono deluse un'ultima. volta dal nuovo Regolamento sanitario. Premetto che non esercisco la medicina, ma da sei anni faccio parte del Consiglio sanitario provinciale di una delle più grandi provincie italiane, nella quale ho com– piuto qualche centinaio di ispezioni. Inoltre, in otto anni d'insegnamento, ebbi agio di vivere per mesi accanto a circa un migliaio non solo di studenti, ma di medici, che, o per due o per sei mesi, frequentarono per ragioni di perfezionamento l'Istituto universitario del quale ho l'onore di far parte; e la corrente reciproca di simpatia tra colleghi e insegnaÒte ha fatto sì che raccoglie~si tutti gli elementi di giudizio, che, appunto perchè non interessato in causa, si presentano a me in luce forse molto rispondente al vero. Inoltre, ho ancora avuto occasione, come membro della Commissione prefettizia per la scelta dei candidati alle Condotte mediche della provincia di 'forino, di vedere te· condizioni dei con– tratti del lavoro sanitario, e di giudicare gli effetti della nuova legge sanitaria. Non è in me ner,pure lontanamente la pretesa di rare uno studio completo ed esauriente delle questioni ri– guardanti, nei rapporti medici e sociali, il servizio dei medil:i: soltanto raccolgo qui appunti ed osservazioni per spiegare quale possa essere la. riforma più logica e democratica da sostenersi per il contratto di lavoro dei medici-condotti. Ciò mi pare tanto più utile, in quanto, nell'entusiasmo naturale della lotta, e nel logicissimo desiderio di ri– forma1 si invocano provvedimenti o irrazionali o peri– colosi: e le lettere che ricevo me lo dimostrano chia– ramente. Chi domanda l'avocazione diretta del servizio sani– tario allo Stato; chi vuole la fusione del servizio igienico col servizio medico propriamente detto; chi invece pro– clama la separazione della parte profilattica dalla parte terapeutica .... e in definitiva si vede che una visione netta del problema non è ancora in tutti. La beneme– rita .Associazione nazionale dei Medici Condotti ha bensl un programma netto per ciò che riguarda le migliorie immediate, ma meno esplicita pare circa la trasforma– zione radicale del servizio medico, e specialmente circa l'avocazione del servizio sanitario allo Stato. Ora si corre il pericolo di veder rinnovato qui quanto avvenne pei maestri elementari: e, se ò vero che la coltura degli interessati e il loro spirito di classe sono garanzie di buon indirizzo e di successo, non è men vero però che le loro parole hanno in genere trovato poca eco in ogni parte. Sia. quindi lecito ad un non interessato dire quale pare la via più democratica per risolvere la questione sani– taria in Italia, Il bilancio della professione sanitaria (parlo della me– dica propriamente detta) in Italia è stato fatto più di una volta. Si può affermare che, in Italia, la tendenza moderna porta ad una separazione netta tra la medicina p1·ofilat– tica e la medicina curativa, Questa tendenza si è ratta più spiccata dopo la nuova• legge del 1904, che lascia.va nettamente intravedere l'or• dinamento statario della medicina profilattica. Questa, anzi, è stata per intero avocata allo Stato. La Direzione centrale di Sanità, i medici provinciali e i veterinari provinciali, i proposti medici mandamentali e gli ufficia.li sanitari rappresentano un completo orga– namento di medicina stataria, con accollati i corpi consul• tivi (Consiglio superiore di sanità, Consigli provinciali di sanità) e i corpi tecnici (Laboratori centrali della sanità, Laboratori circondariali proposti, e in parte Laboratori municipali) Lo Stato, prima d'ogni cosa, ha voluto legarsi i ,·ari dipendenti, ed ba introdotto, come simbolo esteriore di ciò, il giuramento anche per i poveri Ufficiali sanitari, innalzati, senza forse volerlo, alla dignità. di regi uffi– ciali pubblici. La medicina terapeutica è ancora ordinata come cento anni addietro. Accanto ai liberi esercenti, i medici con– dotti, taluni pagati solo dal Comune, taluni invece pagati dal Comune pel servizio dei poveri, e in parte considerati come liberi professionisti. La divisione non è poi cosi netta: vi sono anche qui, come in tutti i gruppi di salariati, graduazioni senza flue, che non mutano però le linee generali. Anche la divisione tra medicina preventiva e curativa nei gradi minori è più teorica che di fatto: nei piccoli Comuni il medico condotto è ufficiale sanitario, è cioè igienista e terapeuta. La legge sanitaria ultima ba tentato frenare eiò: se sia un bene o un male, ve– dremo poi. Circa i rapporti sociali ed economici, il quadro è M!'lai vario. Da regione a regione le condizioni dei medici condotti variano assai: buone in pianura (specie in Lombardia e nel Veneto, meno in Piemonte), mediocri al monte per l'Italia settentrionale e centrale, sono per lo più pessime nell'Italia meridionale. Come termine di confronto bisogna prendere i me– dici condotti a condotta piena: quelli cioè, pei quali è presumibile che i guadagni siano interamente rappre– sentati dallo stipendio. Pei quali, del resto, se qualche accessorio esiste, è sempre trascurabile come entità as– soluta. Gli sLipendì dei medici a condotta piena. oscillano da– l 000 a 4000 lire; pochissimi raggiungono o superano questa cifra, e in compenso qualche stipendio scende anche sotto alle 1000 lire . .Molti stipendi si mantengono tra le 1200 e le 1800. ll corrispettivo di lavoro è diffi– cilmente fissabile: anche quando il lavoro è scarso, si direbbe che i Comuni ai sono affaticati a incatena re il medico al Comune. Il lavoro è continuo: e soltanto di
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