Critica Sociale - Anno XVI - n. 22 - 16 novembre 1906

CRITICASOCIALE 845 quesliono molto difllcilo, molto complicata e che ricbicllo troppa scienza, perchè siano stati capaci di risolverla, anello npprosslmntlvamente, coloro che tentnno di di– strarvi narrando qual ora Il prezzo dol cotone noi secolo passato, quanti metri di stotf~ oggi voi consumate, e ricorrendo a simili luoghi comuni, pescati iu un manuale qualunque .... " Quando voi parlato della situazione della classe lavoratrice o dol miglioramento della vostra 'JOrte, voi intendete parlare del ,•011tro stato paragonato a quello pre!lente dei vofllrl concittadini, paragonato di con;;;e– guenza colla media dell'abitudini del vo.,tro temJ)O. E vi vogliono cllstmrro coi pretesi paragoni del vo.:1tro stato con quello del lavoratori del secolo scorso ... " Ogni umnna soddisfazione dipende sempre e soltan 1 o dal rl\pporto tra I mezzi o I hisogui divenuti abituali In un dnto tempo, o, cib cho rn. lo stesso, dal superfluo dei mezzi al di là del limito più bas~o do! bisogni divenuti In quo11totempo comuni. Ciascuna elevazione del minimo dei bisogni attunll porta con sè dello sofferenze e delle privnzioui 1 noi tempi pas11nti non conosciuto. Che prirn,– zione ò per 11 Botoku<lo Il non poter comprare del 1-111.• J>one? 1>orl'antropofago 111100 avere un ve..tlto decente? Che privazione sentiva l'opornio, J>rlrna della scoperta dell'Amoricn, so non aveva tabacco? Cbo privazione 1n– tiva l'operaio, prima cho fosse scoperta la stampa 1 so non poto,·a leg'Z'oro un libro? ... Ogni sofferenza e ogui privazione umana., corno ogni umnna soddisfazirmo, e quindi nnche lo vtl\to d'ogni parto dell'umanità, non ~i possono rnlsuraro che lo rapporto allo stato nel quale si trovano nitri uonlini dello steuo tempo rclati\'amente alla media comune riel bbogni. Lo stato di ciascuua classe à sempre 1>ermisura lo stato delle altre e!a.!Bi nel medesimo tempo. Quand'anche fosse stal>ilito che Il livello delle condizioni necessarie 1,ll'esistenza s: è nei dirnrsi tempi olovato, che dello soddisfazioni, prima scono\ciute, sono diventato dei bisogni comuni, o ,.e sono seguite delle privazioni e delle sofferenze anche esse prima sconosciute, la vostra condiziono, nonrtimeno, è, in questi tempi dlverel, restata ecmpre uguale, oscil– lando attorno al limito o~tromo dei bisogni comuni della vita in ogni tempo, ora elevandosi di poco al disopra di questo livello, ora restando un poco al disotto. " La vostra condiziono come uomini ò dunque rima.da la stc:-.s1~, 1>erchò essa non ,·a paragonata alla condiziono dell'animale nella foresta vergine, o a quella del negro dell'Affrlca, nò a quella del servo di ducento o ottocento anni fa: essa non va misurata che rapporto alla con li• ziono dol vostri !!lmlli, alla condizione delle altre c!Msi del ,,ostro tempo. ,, Questo concetto di rolallvltà lo pone bene anche il Marx noll'opmrnolo Ca1>itale Salario: u Una casa, eia pur piccola - scrive Marx. - soddisra a tutte le esigenze sociali di un'abitazione, perchè le case che la clrcouctano sono anche piccole. Jfa si elevi un palazzo accanto alla piccola casa, e questa si riduce a tugurio. A llorn la piccola casa prova che Il suo abi– taWre non può far valere che diritti ben me11chini i <', comunque essa pOSSll elevar:11nel corso dell'incivilimento, se il palazzo contiguo si eleva nella stessa o In maggior mi:rnrn, l'abitatore della ca,a relativamente piccola si tro,·erà sempre pi~ Incomodo, sempre più iusoddisratto, sempre più oppresso nelle sue quattro mura. • Ma quèsto giusto concetto di relatività ò appunto quello che non vogliono ammettere gli scrittori avversi al socialismo. Il i~eroy-Oeaulieu, nel suo Saggio sulla ripa,·tizio,ie dtlle riccluue \ 1 ), polemizza. a lungo ed aspramente contro lo Ideo di Lassallo che abblamo sur– riferite. " I miglioramenti parzia.11 e graduali che noi abbiamo descritto - osserva Il Leroy-Beaul\eu - non toccano il cuore <ll quelli che si F!On ratti gli apostoli delle ri– vendicazioni popolar!. 1:: con un superbo <llsdegno che costoro parlano di t11.IIprogressi, cho qualificano me– schini o insignificanti. Por loro, la parola poveri:'., non à un senso as!!0luto; indica Sfmplicemente un rapporto tra i moz~i di godimento che Il un lndi ..tduo e i mezzi ( 1) EsAtd IHI" Ili ri1Hu·UUon rlt1t r,f"llt~itl, lntroduztont, p1g • .f.•, ect>. rll godimento che ònno !{li altri membri della società. La povertà non ò più la mnncanzn del necessario per lottnro coutro la fame, contro il freddo, coutro le ma• laltlo i la povertà è la con11izlono di ogni uomo che non può J)rocur.'lr&l tutti I plnc,.,ri tli cui gode un suo simile. ~:! 1 a~~i:Pf~::freb~~ 1 ~~:~~~la~~~ ;:;~!fto b:~ltt~°!~~a~; risparmio o del valori mobiliari noi portafoglio, che vada la domenica o li lune<lì io tramway a passar la giornata io campagna o torni la sera per assistere dalla galleria alle rappre1entazionl d'un teatro popolare, questo operalo 1ti dichlnrn. povero perchè non à nè pa– la1.1.0111òRonltori, nò carrozu, nò cavalli, nè palco nei grandi telltri. " E più avanti: " 'l'utti I progressi nvvenutl uolla condizione dolio ch\ssl lavoratrici, considerati lsolatamonto, non ò11no alcuna importnnzn, sono Msolutnmento trascurabili 60 non ànno raggiunto I progressi anonuti nelle clac;si superiori e toltn 00111 In. differenza che esiste tra le une o le altro. Non ò già lo stato ass0lllto della po– polazione operala che Importa, ò Il SU\) stato relativo. Che gli operai siano bon nutrit1 1 beo all<'ggiati, ben vestiti, che pos<1ano dlvertir11I, che godano della sicu– re1.za dell'indomani e del riposo della vecbhiaia, tutto ciò socialmente non à importanza agli occhi dell'agita– tore tedesco, so altri uomini ànoo una tavola più rnffi- ::ita:n:~::r ~tlt~tf~~ 1 ,t~e 8 n~:'~{ut~iov~t!;~:1\~ el;~~:::~ rebbo che la classe operala fosse 1>IÙmiserol>ile 1 ma che ci fo,se meno dli;tanza tra ossa e la classe superiore. ~;~~': 0 La~~~I~~~ dd:lr,e;~::br~a~e";°~~ent:~n~:~~t:~~~;o~~ alle prese con l>l/togni facili a definirsi, che Implicano la sua stessa e"llitenza, l'uomo sociale avrebbe prlnci– p~lmonte del bisogni di vanità, d'amhizionc, di gelosirt, d'invidia. Ora, essendo chimerico lo sperare che si potrà raggiungere l'eguaglianza nMsoluta.nell'estrema opulenza, ed ossendo pure faotru1tlco Il pensare che si potrà rag– giungerla in una mediocrità. generale, ne viene di con– seguenza cbe si dovrà. preferire a lo stato sociale d'OJrgl l'uguaglianza nella. miseria e nell'indigenza. Lassalle parla con sdegno dolio trlbi, selvagge del Brasile cbe si chiamano Botokudo; o nondimeno, se si prendesse per ml11uradella condiziono sociale d'un popolo quella indicata dal Ln,salle, se, senza occupa.rsl dei mezzi as– soluti di sussistenza e di godimento che possiedono gli iudl\'ldul che lo compongono, cl si contentasse di para– gonare la condiziono della cla.sso Inferiore con quella della classe superiore, si troverebbe che, essendo minori le d'fforenze tra queste classi presso I Botokudo cbe presso i tedeschi, gli Inglesi, i francesi o gli americani, i selvaggi del Brasile sono socialmente in una condizloue sul)eriore a quella del quattro popoli cha abbiamo no– minato. È a quedo singolare paradosso che conduce lo– gicamente la dottrina di l,tnsalle, questa dottrina che non tion conto alcuno del mezzi a!lsolutl di sussistenza e di godimento che p('s~oirgono gll uomini, e che non dà lm1,ortanza 68 non alla condizione rispettiva delle diverse parti dolla società. • . .. 23. Al paradosso, e ad un vieto ed insemato j:~ra- dosso, conduce invece la tloltrina di Leroy-Beaulie:.i. lt dire iurntti, como dice Il r .. aasalle 1 che il malessere della classe operaia proviene dal sentimento della dilferenz~ che tntcrcet.l~ tra le proprie condizioni e quelle del!& classi superiori, non vuol dire affatto che la classe opc• raia, o chi per ossa, desideri il ritorno a quello sta.to selvaggio iu cui una maggiore uguaglianza sarebbe rag– giunta. lu una completa e generalo miseria. Il bisogno di progreoliro, che i ln,•orntorl sontono oggi cosi viva– mente, escludo In modo n"lsoluto In loro il desiderio di regredire. Cbè !IO poi tnle progresso, come t( me il Leroy– Beaullou1 non si polr;L raggiungere senza il danno di un'altra cla1Jso- mettiamo puro la classe borghese - e elio por ciò? I luorntorl non ànno il Jovere di rl– nunclaro alla propria fortuna per rispettare quella degli

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