Critica Sociale - Anno XVI - n. 21 - 1 novembre 1906
ÙRITICA SOCIALE 329 sfruUatrice. Così quando le r~egbedi resi!tenza vorranno muovoro guerra al proprietario 11rivato per cagioni di salario, o anche ))Or più delicato questioni mor.1\i, avranno sempre la val\•Ola di sieurezza della Coopera• ti,•a del loro mestiere. Così 11. Lega di reil:Jtenza - come un'arma in tempo di tregua - viene tenuta in serbo solo per lo questioni vornmeute gravi e decisivo per l'interesse della classe operaia. Cosl, infine, si mot• tono alla prova la capacità od il valore del prole– tariato. Nò si creda che tutto ciò sia difficile e temerario Oià te principali org,mizzazioni nazionali sono aHiate su questa strada. Sono alla te'ih, i bottigliai con la loro Federaidono, che è contemporaneamente Lega di Resi• stenza - e di che forza! - eCooperatirndi produzione. Sono ormai tro lo Vetrerie Cooperatl\'8: Imola, Li\•oruo o Milano. Ma dietro di loro vengono tutte lo centinala di Coo• per..1.tivonon ancora redorato fra loro, o retorato in una cerchia troppo ristretta, che non ranno ancora sentire il loro peso 1 nella \'ita Industriale, ma che sono J)CrÒ molto combattuto dai partiti conservatori, i qunli vedono da quelle forme di associazione, politicamente minacciati i loro privilegi. Se al Congresso 1 che accolse ed nppro\•ò i concetti propugnati dai rinnovatori del movimento OJ>eraio,se– guirà daverro un periodo di fervida atti\'ità per parto degli organiz,a,tori 1 e dei nostri amici militanti-· o uon IH'r divertimento - nello ftle della ,1emocrazin socin– li~ta, molti e rilevanti progre~si riusciremo a compiere. In taluni:! pro\'incie - ove fu un movimento di orga• ni1.zaziono proletaria con relativo battaglio - i salari della gente di campagna sono ritornati al li\'ello infimo e miserabile in cui erano nel HIOO.Andare in quelle campagne a ripetere lo stesso dlecorso di sei anni fa, significa lasciar le cose come eono, Lo sciopero è ormai piì1 paventato dai lavoratori che non ,1ni padroni. r, taluno di queste prO\'incle sono quelle ovo ei pretese tentare l'e3perimento sindMalista I Altro metodo di propnganda dunque occorro; altre forme di organizzazione convien suggerire; più deter– minati o chiari obbiettivi bisogna additare; se si \'UOle che il movimento di conquista e di cle\'azione proletaria non rim!l.nga confinato nello ristretto oasi di Reggio– Ravenna-Oenova-)fantova (e poi P), ma Involga e rav• \'Olga no11a sua cerchia tutto il proletariato d'Italia. I~a 1:ole,·e tutto ciò penseri~ il Comitato direttivo della w?onata Coofedcrnziooe del L!Lvoro. AlllLCAIU: $TORCHI. DallaDichiarazione deidiritti al Manifesto dei comunisti <•> IL Nella rivoluzione inglese il Locke è il più emi– nente difensore e teorico del pt·incipiQ di libertà; ma, come in essa. due diritti erano stati insieme rivendicati, contro l,e violazioni ciel potere politico, la libertà e la proprietìt ('), così anche di quest'nHimn. il Locke si trovò condotto a prendere in esame il concetto e i fondamenti razion,1li giustificativi, CO· struondo in tnl modo por la prima volta il concetto di proprietà intrinseco alla personalità 1 cioè identi- (1) Contlnuaz. v. numero del 1° RS'O&!o. t') Llbtl'IV a11dp,·opt1·ty, dlcovn Il Voi nlr~, VOU{Ì /(I (ltri8t de• ,01q1a,~ (Idte8 ,·fp11bl;U('(lhu1, 176~)- ficato con la libertà e legittimato esclusivamente col lavoro. Le teorie elio egli combatte sono specialmente quelle del Patriarcha cli Robert Filmer (Book I:) o del Leviathcm cli Thornns Jlobbcs (Book I I): sulla proprietà questo ammettevano a fondamento del di· ritto o la trnsmissiono eredibtriu. di una ipotetica donazione originaria fatta ad Adamo ed ai suoi di– scendenti diretti, ad esclusione degli nitri uomini: o la convenzione, per cui dalla legge ni-lturale se,·– vamla esse pcu:fa discondovano lo norme regolatrici della distribuzione e dell'uso dei beni. MiLil Locke 1 che dall'intento suo di giustificare la rivoluzione ora necessnrinmcnto stato indotto n supporre In possibi– lità di una differenza e tli un contrasto fra lo sfato di di1'illo e lo stato cli fallo, applica anche alla pro• prietà la distinzione che gli bì1:1ogna,,a per ri,·cndi– care In libertà,. La confutinionc delle teorie della ercditft e della convenzione non è vero.monte fattn da lui in nome di principi: filosofici o cli esigenze razionali; e,rli, invece di rilevare come quegli stessi atti, lungi dall'essere giustifiraziono sufTiciente, pre– suppongano altrove In giustificazione propria 1 si con· tenta di mostrarne l'a8surditiL pl'ntica; ma la debo– lezza, che dimostra nell[l parto critica, negativa, non è in quella costruttiva con la quale egli fondu. il nuovo concetto. Qui egli, pur confortando la sua tesi con le teKti– monianze delle Sacre Scritturo, prende le mosse da un principio razionalo di diritto naturale: l'esistonz,, per sè 1:1tessaimplica nell'uomo il diritto alla vitn, e, quindi, a tutto ciò che è necessario alla sussi– stenza: wheiher we consider natural nason, u·irh tells us that men, bei11g once boru, hate a right to thefr preservation, and comwque11tly fo meaf and dl'inl~ aml surh olher thiugs as Xalure aflòrds {or tl1eii· subsitilence ('). 'J.'utta\•ia le ragioni puramente fisiche dell'esistenza, essendo ugualmente pressanti nella loro esigenza per tutti quanti gli uomini, possono costituire solo l'affermazione di un bisogno generico, inerente a tutta l'umanità, ma non giustificare la precedenza che un individuo si arroghi di fronte n.J altri col fare uso a suo vantngg-io di ciò che, non essendo godibile in comune, importa, por il suo consumo, la esclusione altrui. Davide ha detto che la terra è data ai figli degli uomini, cioè: " to maukind in• common "; come e perchè dunque un individuo può far suo ciò che è di tutti " cuut so his, tlwt another ccm " 110 longer llave any 1·ight to it be{ore it ccm (lo " him any good (or tlte sup)101·f of his /ife n P (') Una risposta, facile o apparentemente ovvia, era stata già data a questa domanda. La. COn\'enzionc e il contratto determinano i rapporti tra gli uomini rig-uardo alla proprietà come riguardo al resto. Ma il Locke sento i difetti e i pericoli delln risposta, Se la convenzh'.>nc fosse giustificazione rnzionale suffi. cicute di ogni ra1>porto sociale, cli ogni leggo posi• tiva o stato di fatto, questi verrebbero abbandonati completamente all'nrbitrio o sottratti ad ogni subor· dinazione al diritto naturale, nò mai il potere poli– tico potrebbe essere incolpato di essere incorso in violazioni di questo; mR. la convenzione vuol essere invece essa medesima logiWmatn. per non venir tac• ciata cli i11giustizia, richiede un principio morale, un concetto filosofico sul quale fondarsi e nel quale ritrovare inspirnzione, norma e limiti di validilà e criterio di giudizio. Ora, 1)er ciò che riguarda. la proprietà, fin che ci si limiti a considerare l'esistenza degli oggetti da. una parte e l'esistenza <legli uomini dnll'altra, o la relazior.e generica che fra entrambi può esser creitta (1) Tico treat11u 011 clrH qo·1rt1·11ment, U. Il, Ch. v, !!~. t 1) B. 111 Ch, V, !!G.
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