Critica Sociale - Anno XVI - n. 21 - 1 novembre 1906

CRITICASOCIALE 335 tiali, cioè meno abili o meno resistenti e che presentano un irado minore di produttività, ed ò un fe,iomeno di gru,ppo. li renomeno generale è la discontinuità della produ– zione, cbe provoca la discontinuità. della domanda di lavoro o dell'occupazione. Tutti I lavora.tori subiscono delle interruzioni di occupazione. Durante queste inter– ruzioni oasi non sono disoccupati ohe da un punto di vista Individuale o da un punto di vista materiale - da un punto di vista socinle, dal punto di vista di tutto il sistema economico, essi sono lavoratori che possono la– vorare economicamente solo per un tempo determinato. I relatori operai si fermarono più diffusamente sulle cause della disoccupazione ìn Iato senso; non studiano il problema come fenomeno di gruppo, ma dal punto di vista anche individuale e materialo, perchè ad essi non interessa solo il gruppo, ma l'Individuo, e basta ricor– dare l'organizzazione delle Casse sindacali di sussidio ai disoccupati per convincersene. A noi pare che il problema del senza-lavoro debba essere affrontato ed esaminato in tutte le eue forme. La disoccupazioneche ha origine dalla perso11astessa del di– soccupato o cioè - n. prescindere dallo sciopero, dalla malattia, ,!all'Invalidità. - l'instabilità più o meno cro– nica, l'attività Insufficiente, l'internporanza, il carattere difficile, l'insubordinazione, la depressione fisica, la cat– tiva salute, l'età troppo avanzata, meritano pure un serio esame, perchè converf('ono qui specialmente tutti gli sforzi della moderna beneficenza o in particolar modo delle Colonie agricole e delle Case di lavoro, che furono oggetto di studio da parte di Agnelli, Samoggia, Pollig– keit, Merlo. A questa categoria di causo appartengono ancora i Hconziamentl indlvidual1 1 e il rifiuto <li lavoro da parte dei padroni per motivi sindacali, politici o religiosi, messi in luco dal Reina, dal Malobranquo, ecc., e la disoccupazione per deficienza di attitudini profesNionali, rilevata anche dal Montemartinl. Su questo punto insi– stettero1 particolarmente, e molto bene, Reina, Male– branque, Carassi, Cabiati, i quali fecero rilevare la ne• cessità di un regolamento dell' 11 apprendissaggio,, e della creazione di scuole professionali. Oltre a queste cause personali, abbiamo il grµppo delle cause accidentali: incendio dello stabilimento, guasti al materiale e alle macchine, mancanza di materia prima, tema che fu oggetto di trattazione da pn.rte del Mazzini, che presenta un buon progetto per un'assicurazione contro questa forma di disoccupazione addoss11.ndono però, errononmonte, il premio agli operai. Vi è poi la disoccupazionestagionale, che fa tanto danno a certe categorie operaie - muratori, sarti, ecc. - e che, se è connaturata alla forma dell'impresa, non è però men funesta nelle sue conseguenze; o che può os• sere in parte combattuta con Casse comunali di assicu– razione, come quelle della Svizzera o di Colonia. che hanno dal 70 all'SO ¼ di soci muratori. Vengono poi le cause insite propriamente net regime t11àustrialeattuale: introduzione della macchina, tra• srormazloni tecniche; - alle quali rivolgono sopratutto la loro attenzione gli operai Roiua, Keurer, Malebran– quti1 ecc., - lo depressioni periodiche del mercato, i lunghi orarf 1 ecc., ecc. lo flue sono da ricordare le pertw·bazioni 1JOlitiche e lo gue,·,·e. Lo studio del problema, quindi, non dove essere limi– tato alla. sola disoccupazione economica, ma dove ri\•ol– iersl a. tutte le formo di mancanza di· guadagno - E:,·we,·bslosigkeit, dicono i tedeschi - perchò la società nel suo complesso 1 e la massa proletaria più special– mente, soffrono di questa. mancanza di guadagno sotto tutte le formo e sono interessate a ecemaro e a preve– nire la. creazione di non-valori umani. Certo è che la disoccupazione segue come ombra la società. economica odierna. E 1 se la disoccupazione, come afferma il prof. Cossa, nuoco anche alla classe capita– lista e ò Il frutto di una imperrotta organizzazione in– dustrialo e devo perciò essere combattuta anche dalle classi borghesi, non è men vero però cho la libera con• correnza, alla quale tentano di metter freno, correggf'.>n• dola, i Sindacati industriali e finora con successo negii• tho, come prova il prof. Cassola, si dimostra impoteuts a risoIvere il problema delle armate di riserva e dei senza lavoro, che non potrà. esser risolto se non da una nuova organizzazione del!a produzione nella quale sia abolito il salariato. Perchà non ò esatto ciò che dice il prof. Montemartini: essere la disoccupazione "il portato di causo naturali, inevitabili ed eterne, onde formo di disoccupazione si avranno in qualunque regime econo– mico 11• La disoccupazione è un fenomeno strettamente conne sso col sistema del salariato o del!a proprietà pri. va.tn dol mezzi di produzion e e di scam bio o doi beni di co nsumo e ha importanza socio:1.lo so lo per le sue fu. nesto conseguenze sul tenor di vita de ll'operaio. Anche in questo Congresso trova nuova. conferma la. incapacità della produzione economica basata sul mo– nopolio capitalistico a riso I vere Il problema della pro– duzione nell'Interesse della società, che il socialismo assevera; o si manifesta chiaramente l'utilità social~ degli sforzi del 1>roletariato per la creazione di una nuova e più alta forma di organizzazione sociale. . .. I rimedi. - Ma - per passare dalle caurn ai rimedi, che maggiormente interessano - anche nel campo dei rimedi e che furono oggetto di pregevoli trattazioni da parte dl Cabiatl, Varlez, Marchetti, Montornartiui, occ. 1 balza dal Congresso una nuova confe1·ma della utilità sociale del movimento operaio e Il riconoscimP.nto dello benomcrenze sociali del partito soclallsta o doll'organiz. zazione proletaria, che, nella maggior parte dei paesi europei, sorse per opera sua. Predominante e, dal Cabiati, quasi unico mezzo di preve11zio1M della disoccupazione, fu rll!onosciuta la or– ganizzazione operaia, tanto noi campo dell'istruzione dell'alllevo-opernlo 1 quanto nella cooperazione e nel regolamento dogli orari o dei salari. E il primo posto ossa tiene pure noi campo delle cu,-e 1·ep1·esstve o cioò in quello delPassictiraziune contro la disoccupazione 1 che si diffonde ora sempre più iu tutti i paesi, dalla. vecchia Inghilterra al paesi di recente as– sunti nell'Internazionale dell'organizzazione. Sono mi– lioni e milioni all'anno che le Leghe operaio spendono per assicurare i loro soci dalle conseguenze della disoc• cupazione e impedir loro di cadero nell'abbrutimento o di avvilirsi nel crumiraggio. E l'Italia, come mostrano le belle Relazioni del Cafassi e del Rcina, sì mette pure per questa via. Che se con queste Casso le organizzazioni proletarie si assicurnno il rispetto dei loro patti collettivi e il suc– cesso cl olla loro politica economica, osso compiono anche opera di utilità e di pr0videnza sociale, onde e Comuni - come quelli del Belgio e di U'rancla - e Stati - come quello li'rancese e quello Norvegese - e CO!<Ì In 1 ' Umanitaria n in Italia, suiJsldiauo queste Casse mutue delle r,eghe (sistema di Gand). Meno feconda è l'opera dello ori;auizzazioni in ma– teria di collocame,itu, che pure conta nell'ufficio misto dei tipografi tedeschi il più J>erfotto esempio. Al Con– J{resso Il Freund ba esposto i note\'Oli successi degli Uffici comunali della Germania, che ora anche le Leghe operaie cominciano a. guardare bene\'Olmente. )Ja gene– ralmente la classe operaia si tien fermtt. al concetto del collocamento di classe, che ha limiti insuperabili di effi– cacia e ohe non basta per. ora allo scopo. In questo campo bisognerà che le nostro Leghe cambino tattica. Il Congresso però ha riconosciuto che, non solo in quostC\opera. positiva la organizzazione operaia tiene uno dei primi posti, ma che essa ba pure una azione di primo ordine da svolgere por trasformare gli attuali ordinamenti legislativi e per premere su i poteri p ubblici perchè compiano opera di san:\ politica socia.le. ... Le affittanze collettive. - E per noi socialisti ital!aui il Congresso deve essere di particolare conforto e di nobile orgoglio. Una pregevole Relazione dei pro– fessori Sella e Serpieri, delle mlgllorl fra quelle pro• sentato al Congresso, - completata da una interessante esposizione di fatti del nostro Yerguaulnl e da una vi– brante e brillanto relaziono di Baldini, Mazzoui, Zirar– dinì - 1 studia, con vigore scientifico o con calore di umana simpatia, i nobili sforzi che Il nostro proletariato agricolo - " questi poveri e ignoranti braccianti ,, - nella sua lotta contro la disoccppazione, fa colle a{fiJ• tanzt collettive, che sono uno ii dei J)iÙ interessanti fo. nomeni di formazione di una nuova aristocrazia del la– voro •· Lo affittanze collettive, che tendono a sopprimere un

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