Critica Sociale - Anno XVI - n. 21 - 1 novembre 1906

334 CRITICA SOCIALE IL MIO CASO (A pro11osil.o (li un'o;;itaziono 11or la r1ror111a tlel Codlee 11en11Jo In tenm di (llfl'amndono) Pro domo mea. I giornali hanno informnto di un convegno giornali– stico tenutosi a Milano il 15 scorso, nel quale - dopo essersi trattato dei viaggi gratuiti, del riJ)oso festivo, della Cassa pensioni, ec,t, ecc. - si votò una mozione che affida ai colleghi di Roma l'incarico di riassumere i lavori preparatori già compiuti per affrettare la pre– sentazione di un disegno di legge che riformi gli articoli del Codice penale relati vi alla diffamazione, nel senso di distinguere, e nella va 1 utazionc degli elemeoti costi– tutivi del reato e nella misura della pena, l'esercizio della critica politica dalla lesione dell'onore personale. Mi si consenta di annoiare per pochi minuti i lettori della Critica raccontando brevemente il mio caso. In un villaggio del Ferrarese (anno 1905) si deve no• minare un medico condotto. L'interim è fra i concorrenti, ma è sMialista e non va a messa. I grossi proprietarì non lo vogliono, i contadini sì. li Consiglio comllnale, che deve fare la nomina, è composto nella quasi totalità di clerico-moderati; ma per la scelta del medico i par. titi sono divisi. Quelli del villaggio sono contro il medico socialista; e si capisce: non Yogliono il diavolo in casa. Gli altri sono favorevoli - malgrado la.sua. fede politica e la- mancanza di fede religiosa - perchè lo sanno pro– fessionista provetto e cittadino integro. Ma gli avver.-1ari non si danno per vinti. Mandano in giro una petizione diretta al Consiglio comunale e chiedente la bocciatura dell'interim, che è socialista e non va a messa. Ma per farla firmare ai contadini dicono che si do– manrla, con quel foglio in carta bollata, che il medico, invece di abitare al ponte, venga a stabilirsi alla chiesa. JI trucco però è scoperto. Pt1.recchi di quel!~ che hanno firmato contro il medico, convinti com'erano di firmare ili favore, confessano al sindaco l'inganno onde furono vittime. E il sindaco consiglia loro una contro-petizione dichiarante l'inganno patito. Detto fatto. La contro-petizione raccoglie un centinaio di firme. li medico viene - a stento - nominato. Ma questo non interessa. Un giornaletto socialista, che io dirigevo e fl.rma\'O 1 stampa due corrispondenze che raccontano i ratti come si sono svolti e come io stesso gli ho narrati. Uno solo di quei grossi proprietari (erano parecchi i nominati) si querela e non concede la facoltà. della prova. IL dibattimento si svolge con la massima rapitlità. La difesa induce due testimoni, uno dei quali era assessore quando si svolse la disputa al Comune. Entramùi affer• mano e confermano i fatti quali sono narrati dal gior• nale e giurano d'aver visti i documenti comprovanti l'esattezza o la veridicità dei fatti stessi. Ma la loro testimonianza nùn ha alcun valore. Io sono condannato a undici mesi di reclusione e 800 lire di multa, senza tuttì gli altri amminicoli di rito. Quei tre Salomoni che mi giudicavano avevano udita la deposizione dei testi, ma, siccome la prova nou era concessa, così, ancorchè in realtà fosse raggiunta, con– dannarono sorridenti e giulivi prima d'andare a pranzo. Cosa sono undici mesi in confronto dell'eternità? E allora il querelante a gridare: " avete visto se i miei calunniatori souo stati condannati?,, La gente, che sapeva dell'autenticità dei fatti narrati dal giornale, si domandò stupita e si domaada ancora: percllò mai ehi racconta una porcheria è condannato e chi la commette invece è premiato? Ma la gente non conosce nò il Codice nò la proce– dura .... li fatto è volgare. Ma se si raccontassero tutti, e ogauno scaraventasse il suo sulla testa di qllesti nostl'i studiosissimi legislatori, codesti rimasugli ili barbarie legislativa, che attestano della nostra arretrata costitll– zione sociale, sarebbero con assai maggiore bOllecitudine soppressi. Senonèhè ordinariamente, i condannati sono i gerenti; i quali non hanno il vizio di scrivere i giornali, e molte volte nemmeno qu~llo di leggerli. Quando la tegola casca, si grattano la cuticagna, poi vanno filosoficamente in carcere, quando non prendono la via dell'esilio. Cosl l'infamia - da tutti riconosciuta - rimane, e continua a fare le sue vittime. Ne prendano nota i colleghi di Roma. AMILCARI-: STORCW. CRONACA SOCIALE Ilprimo Congresso internazionale contro la diso~cupazio Le cause - i rimedi - le affittanze collettive - l'ordine del giorno - il problema in Italia. - Il dovere delle organiz– zazioni operaie e del Partito socialista. li primo Congresso internazionale contro la disoccu– pazione radunò scienziati e rappresentanti operai <li ogni paese e lascia dietro di sè una serie di pregevoli monografie sulle ca:.ise e sui rimedi per preveniro e reprimere le conseguenze della disoccupa11ione involon– taria. Le cause. - Sulle cause della disoccupazione il Con• gresso discusse molto per non concludero affatto. I rap• presentanti operai riaffermarono essere la disor.cupa– ;done prodotto naturale della costituzione economica odierna e perciò eliminabile solo colla abolizione del capitalismo privato. Il dibattito fu lungo e il Congre.:1so deciso, per non creare malumori, di lasciare in sospeso la risoluzione teorica del problema. Nelle Relazioni presentate, mentre gli uomini di scienza restringono lo studio al fenomeno della sola. disoccupazione economica, altri invece, e specialmente gli operai - Keufer, Reina, Malebranque, Carassi, ecc. - estendono il loro esame a tutte le forme di disoccupa– zione o meglio di mancanza di guadagno. Cùsl il prof. :Monteruartini, che presenta una delle pili pregevoli Relazioni, es(\lude dal suo esame la disoccupa– zione dei non lavoratori - lavoratori troppo vecchi, o troppo giovani, o troppo inabili -, la disoccupazionema– teriale, cioè di quelli che per una parte dell'anno non sono normalmente occupati - lavoratori stagionali - e limita. le sue ricerche allo stlldio della disoccupazione eco11omica, totale o parziale, che si verifica quando il lavoratore, di fronte a precedenti curve di occupazione, viene a kovarsi in una condizione sfavorevole, essendo ora assorbito dal mercato per unità minori di tempo. Egli definisce la disoccupazione " uno spostamento del sistema produttivo da precedenti condizioni di equilibrio, tale da importare una diminuzione della domanda di lavoro, una. diminuzione di redditi per il lavoratore con una conseguente depressione nel suo tenore di vita n; e ne ricerca le cause o nel passaggio coattirn di una de– terminata quantità di lavoratori da una all'altra specie di industria o di occupazione per cessazione di antece– denti bisogni o per l'attuazione di miglioramenti tecnici risparmiatori di mano d'opera; o nel passaggio coattivo di lavoratori da uno all'altro mercato o da. una ad una altra parte dì uno stesso mercato nei casi di concor– renza tra mercati diversi i o per uno squilibrio uel tempo, nel senso chf' i capitali attualmente in unione col lavoro si troveranno disponibili in un tempo pili u meno futuro per ricominciare la loro domanda di hno– rato1·i; tali i casi in cui si attua Ja intensa. formazione di beui di ordine superiore. La disoccupazione si dimostra uno squ~librio essenzial• mente temporaneo, che concerne solo lavoratori margi-

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