Critica Sociale - Anno XVI - n. 20 - 16 ottobre 1906
CRITICA SOCIALE 319 .n) li lettore ricorderà. certamente tutti gli Rforzi ratti d1d Pnnunzìo sul prlucipio del suo scritto per provare la sua teuorc1.z1i verso la legislazione sociale. Ora eccolo invece impur,rnnre ed agitare la bandiera a,uu-chic<t del sindacalìsta Lagnrdel le, su cui sta !:itritto: " d ii.organi:,,za ;dono o distruzione dolio Stato. ,, Dalo cl.lo " In teoria in tanto ha valore 1 in quanto si ripercu oto n ello. pratica o spinge co11snpe\•olmcnto verso un fine consaputo n - che la 111òtapresegnala è di scardinare eil abbattere tutta qunnt1t. l'impalcatura politica esistente - a che pro e con quale cocremm entrare in Parlamento colpe– ricolo, come dicono gli anarchici stncerì o in buona fede, dell'adalfamento all'ambiente? A che esigere l'at– tuazione della legislazione operaia, In quale può por– tare all'estensione dell'organismo stat?tlc? (Urftci del la– voro, Cassa di Stato per la malattia, per l'invalidità, per la disoccupttzione dei lavoratori, ece., ecc.) Disorganizzare bisogna e distruggere. Sull'opera posi• tirn. di rinnovamento e di miglioramento, di cui mostra a,·er tanto bisogno il proletariato organizzato, c'è sem– pre modo (li Imprimere il marchio del dispre({lo: erba trastulla, illuminclll por le allodole, cerotti su gambe di legno, ecc. ccc. "Cho importa - esclamava ispirato Il Labrioln al Congresso di noma - che imporla cho gli operai lavorino mezz'ora di piì1o di meno al giorno?" I.o strano ò poi che questa. gente pretenda. di rispeo– chinro perfettamente le aspirai.ioni delle classi lavora– trici . .Ma ln verità. essi interpretano I bisogni dogli operai organizzati nella stessa guisa del ciarlatano di flera, il quale 1 - ratto emettere un bramito qualsiasi dalle fauci del '· cavallo marino ammaestrato 11 - in tutta serietà nffcrma che con quest'urlo il cetaceo hu. voluto dare la buona sern o augurare ogni felicità, agli spettatori! C) Dopo tutto quello che fu scritto sull'argomento, il Panunzio confonde ancora la conquista. socialista. dello Stato con In. scalata al potere da parte di qualche astuto politicante che abbia perduto qualsiasi contatto con lo masse operaie. In linea di ratto si potrebbe poi ossen•are che non sono i soli riformisti a volere In conquista dello Stato, sì bene i partiti socialisti di tutto il mondo. A ciò si opposero sempre gli anarchici: ò naturale cho anche l sindaca.– listi seguano le stesse orme. Solo che, mentre i primi, più logici o meno ambiziosi degli altri, hanno il co– raggio di arri\•are ftno in fondo alle loro negazioni an– tistatali, gli altri, giunti ad un certo punto della Fitrada, trovano piì1 comodo inoltrarsi per una valletta amena che sbocca ai giardini di Montecitorio. Peccato che questi scalini siano ancora troppo alti per certe gambe! Sa– rebbe cosl divertente "eder lanciare ve•· didentro il sasso nello. macchina e preparare il colpo di mano. 'femiamo forte però che il lubbione non tarderebbe molto a fischiar vii\ i maldestri esecutori, come quelli che non seppero toner fede all'annunciato emozion1u1to progrnmma. D) 1.'utto frasi trite, eho i sindacalisti, con incosciente mimetismo, raccattano dai ~iornalucoli anarchici. L'as– sunzione dei socialisti al potere non è affatto quella im• maginatn dal Panunzio. Qua.nto al tradimento o allo srO.colodelle classi operaie, sarebbe !acile rispondere che essi \'engono clavvero preparati da coloro i quali, parlando di disorganizzazione ,·iolenta e di distr11zio,ie, accarezzano gli istinti insurrezionali delle masse, non abituato allo distinzioni dialettiche, e no aumentano lo Rcetticismo di fronte acl ogni opera di gradualo eleva• mento. E) Proprio di questi giorni si discute e molto sull'an– timilitarismo herveista, che i sindacalisti ap1ioggiano souza restrizioni. Giustamente fu notato che, predicando senz'altro la distruzione dell'esercito, si ottiene questo l.Jol risultato: di rafforzarne la compagine reazionaria o di svilupparne quegli elementi feudali e castali che rap– presentano l'ostacolo J)iÙ formidabile a qualsifl.'Ji trasfor– mazione delPistituto difensivo. J:1·) Uosomplo della ~•muoia ò scelto male a proposito, giacchè, n giudicare della e,•oluzione <lemocratica di uno Stato, bisogna prescindere dai momenti eccezionali come quello ricorc1ato dal discorso JaurèR. Dol resto ò neces sario non dimenticare che, por quanto soriameuto tnizia.ta l'opera di democratizzazione nella vicina repu bblica ( un indico ò In lotta immane soste- nuta contro In Chiesa romana), si ò ancora ben lontani dall'aver toccato quel punto In cui di,,engn Impossibile qualsiasi ricorso reazionario. G) Senza addentrarmi qui in una questione hcn ~rossa, noto cho la. rivoluziono violenta, di cui si parlava nel Ma11ifeslo, era il ri'iultnto inevitabile di una serie tli pre– messe che, pur non essendo state confermate dall'evo– luzione industriale e capitalistica, cercavano nullameno di dare una base obiettiva, materialistica, o determini– stica ali!\ credenza sublettiva della catastrofe sociale. Ma la rì\'oluzione di cui meuauo tanto scalpore i sin– dacalisti ha. un fondamento puramente ideologico. In ciò questi sedicoì1ti rigidi custodi della dottrina non 1>otreb• boro trovarsi in pili stridente antitesi collo spirito \'oro del marxismo (I). Il) È un rivoluzionl\rismo tutt'affdlo verbale ed ap- 1mrente Fa pensare alle etichette che sono Incollate sul barattoli di legno di certe farmacie di campagna. .l) Yornmente io ho sostenuto, come sostengo a fortiori, orn, che Il sindacalismo ri\•oluzionnrio, nel mentre dal punto di vista teorico ò una concezione fahm e piena di contraddizioni, da quello pratico che pii1 preme) è una forza che paralizza l'OJ)0ra di rinnovamento socialo o che, per una. strana contingenza, viene di contraccolpo n. rinsaldare lo posizioni della pili iniqua eonsorvaziono. u Essa - (soggiungevo) - è tanto più insidiosa. e temi– bile in quanto assume movenze esteriori rivoluzionario o si vanta di difendere gli interessi di quel proletariato che avrobbo tutto il vn.ntaggio a vederla annichilita e e ridotta all'impotenza 11• Dopo l'ultimo Congres'lo della Resistenza, tonutoili a Milano, è lecito &perare che il proletariato organizzato s'accinga dav,•ero a sventare Pinslclin ed affrettare l'opera cli dissolvimento. L) No, no! Pieno di assurdi e contraddizioni è il sin– dacalismo ri\•oluzionnrio in genere e quello panunziano in ispecie. 11 lettore, piì1 che per le mie osservazioni, avrà potuto convincersene dalla lettura del testo. Riguarrlo al proletariato organizzato, in (1uanto si è messo sul terreuo dell'azione, esso sta compiendo un la– voro che non ha alcuna attinenza colle rauratuche del rivolusindacalismo. Saranno l'azione e il lavoro pratico che infliggeranno lo irrimediabili sconf\tte al sindacalismo rivoluzionario, li quale tutt'al piì1 continuerà a trascinare la sua grama ed erflmera esistenza su per i libri e nelle menti di qualche paradossale sofista bizantino sperdutosi nel mondo contemporaneo. E. .11. (1) SecotHIO Arturo l,nllrloln, sl devo oonceplrc lo svllu1111Odol soolo.\lsmo romt't m1 fatto ~ elio Ila mm. lmmodlfltn eslsto11za s11uzlale e <Il tempo o 111 realizza lndlvlsamcnto 11flll'11ttlmo cht- lo gcncrn, o rllll,)CUo al 11un10 t11tU '!'il llun·ttablll rmtc.,edentl In ragiono di tempo, cllw le riformi', 11011 hanno ,·alore di nnteCedenll In rni:lonc di q11U• HM, perchi.• trll le duo cose ,·•è soluziono logica "' Con questa dia• !ottica 1,seudO-lll'gOIIB!lR ~· l)rOCl))ltll In (IUCll'nssurdll meUIISlCa che non,pomprcndcao llOll qH fll{rtm, doli~ serie fonrummlcl\ o che spezza Il rn1)porto tra cnusa e<I etrotto. CRONACA SOCIALE La Confede,•(t:.fnne del Lavol'o. La Confederazione del Lavoro ò omai un ratto com– piuto, mnlgrado lo vive opposizioni dei sindacalisti o dei corporativisti vecchio stilo. Il Congresso delle Leghe, al quale parteclJ)arono 500 delegati, rappresentanti circa 250.000 organizzati, ba sconfessato, tL enorme maggioranza, le teorie o i metodi sindacalisti, che furono poi condn,nnati dal Congresso socia.lista. Così il Sindacalismo itriliano è fuori dei Sin• dacati o fuori del Partito Socialista e si dirno:Jtra u,m teoria di intellettunli J)Crdigiorno e di pochi seguaci a tendenze anarchiche, senza séguito nelle ma, .:e operaie, che gi:\ da tempo han voltato lo s;:ialle allo idee della rivolta per la rivolta. Anche al Congresso della. Hoslstonzn. il gruppetto Rin– dacalista si dimosfrò rumoroso, audace e 1>repotente; tentò di impedire ogni proficuo lavoro, reco perdere i
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