Critica Sociale - Anno XVI - n. 20 - 16 ottobre 1906

318 CRITICA SOCIALE di uno ad un altro tipo storico di società, di conflitti tra gruppi sociali, cho si risolvono alla perfìne colla fona, la quale, corno scrivo il l\lar:.'{ 1 " decide tra due diritti uguali,,. Donde la verità della lotta irriclucibilè e irrimediabile delle classi antagouiste, conducente da ultimo o risol– ventesi nella prevalenza, e nel preclominio 1 e nella vit• toria di una classe, e nella sconfitta delle altrE', e non nel connubio, nella fusione, nella collaborazione di tutte le classi. E, per riflesso 1 lo Stato non rR.ppresenta orga- 11icame11te tutti gl'interessì sociali, ma segna la preva– lenza meccaniGa (lan•ata o mascherata con forme anche ultrademocraticbe) di alcuni specifici interessi di classe sugli altri. Quando dunque i riformisti esclamano che bisogna conquistare lo Stato, non si accorgono che sono vittime cli una grande illusione: imperocchè, invece di conqui– stare lo Stato, souo da questo totalmente conquistati (Vedi Nota C). E 1 fin quando il male si riduca al solo fatto dell'assunzione al potere di questo o quest'altro deputato socialista, non ci snrebbe da preoccupar.Si. 1\la il male consiste nel fatto che, dietro l'assunzione dei socialisti al potere borghese, c'è lo sfacelo, il corrompi– monto e il. .... tradimento delle classi operaie (Vedi Nota D). 1~ per questa ragione che il sindacalismo, lungo dal– l'agire, dal riformare, dal tt-a.<Jfonnare, mira a distruggere tutto quello che esiste di borghese e di non proletario. È perciò che esso combatte strenuamente lo Stato e il massimo potere su cui esso si fonda: l'esercito; ed è perciò che il Sindacalismo mena diritto all'antistatalismo e all'antipatriottismo (Vedi Nota E). Oggi si verifica che al maximum di democrazia cor• risponde il massimo di autorità, di prestigio, di logica e di appurata e raffinata conservazione borghese. Un esempio ci è offerto dalla democraticissima Francia, che non ha mai, come in questi ultimi giorni, governata dal libertario ..... c:6menceau, esercitato tanta autorità e reazione (leggere il celebre discorso di Jaurès), fino a negare ai funzionari il diritto di sindacarsi, agli operai il diritto di riunirsi, diritti elementari ed instituzionali, cui la monarchia italiana non oserebbe di attentare (Vedi Nota F). La democratizzazione dello Stato (che è il caposaldo del Riformismo) ò una illusione quando coiucide con l'aumento delle forzo militari selvagge e violente, con i mezzi di distruzione, con gli eserciti p1:-rma.uenti. Come ò possibile scorgere una prevalenza di interessi operai nella democrazia, quando, accanto alle illusorie riforme dell'assicurazione, degli infortuni, ecc. - riforme che tanto illudono e ubbriacano i rirormisti - c'è l'au• mento sorprendente degli eserciti e della forza armata, posta ad esclusiva difesa del diritto capitalistico? Convinciamoci - e Algeciras insegna - che le bor– ghesie provano freddo per la guerra e.... diventano pa, ciflste, come quelle persone che diventano caste .... perchè impotenti .... E se, di contro a questa impossibilità storica delle guerre, gli eserciti, invece di diminuirsi, aumentnno in una maniera spaventevole, ciò ò segno evidentissimo che gli eserciti debbono sostenere, contro l'urLo della Hivoluzione che incalza, il diritto della borghesia e il diritto dello Stato, il quale si mantiene sempre uguale a. se stesso garantendo l'interesse delle classi dominanti. Queste non sono elucubrazioni metafisiche, ma dimo– strazionì AJ)erimentali e pratici insegna.menti, che si evincono dalla più ovvia. osservazione dei più recenti avvenimenti. È perciò che io resto fermo nel convincimento della non trasformabilità dello Stato e della permanenza di esso come organo della conservazione sociale-borghese; ed è perciò che penso che il proletariato deve, con le proprie mani, con la lotta di classe e con la Rivoluzione, darsi la libertà. e l'emancipazione; <l'accordo con Carlo Marx, il quale chiudeva con questo grido suggestivo il Manifesto: Lavoratori, 1\0n la Rivoluzione voi non avete che da perdere le vostre catene (Vedi Nota G). CONOLUSIONE. Da tutto quello che si ò detto risulta ancora infonilata l'ultima obbiezione del Marcbioli: il sindacalismo ò un movimento borghese, che II rinsalda di contraccolpo le posizioni della più iniqua consenazione 71 , li carattere eminentemente rivoluzionario del sinda– calismo è chiarissimo (Vedi Nota H), e non clebbo spendere più parole per dimostrare che esso è la più recisa e assoluta negazione di tutto ciò che oggi esiste nell'organizzazione sociale: Stato, elassi, esercito, pro– prietà, sfruttamento, ecc. Yeda un po' il Marchioli di non essere troppo sconsi– gliato nel concludere, dopo a\'er in tanti punti fraintesi i miei ragionamentii che il sindacalismo è l'ultima in– carnazione dello spirito e della società borghese (Vedi Nota I), e di considerare con più obbiettività le mie proposizioni per convincersi che il sindacalismo non è " anche nella lezione panunziana una concezione falsa e piena di contraddizioni ,,. O almeno abbia la forza di convincersi che quel sindacalismo li pieno di contraddi– zioni ,, e di assurdi è un sindacalismo fatturato nel suo cervello .... e niente affatto quello obbiettivo (Vedi Nota L), elaborato dal proletariato organizzato, o che io volli, senza tracotanza e li suffisance " intellettuale, rappresentare e riassumere con forme logiche e compendiare nei miei arUcoli su Alcuni pregiudizi socialisti. Molfetta, 19()6. SERGIO PANUNZIO. A) Dato il carattere di queste note, occorrerebbe una digressione troppo lunga per dimostrare con sufflcente larghezza tutta l'unilateralità di questa. fraso famosa, che si riattacca alla prima e grezza formulazione del materialismo storico e che ba il suo addentellato dot– trinario specialmente negli scritti più antichi dei due fondatori del marxismo. Come bene avvertiva il Graziadei sull'Avanti! di qual– che tempo fa, la realtà è che, nel mentre da un lato lo Stato è un organo di coordinamento e di direzione generale della Società, la cui ragion d'essere sta in parte al di sopra delle singolo classi e che perciò continue– rebbe ad esistere - con le aovute trasformazioni - ..anche quando la divisione delle classi scomparisse, dal• l'altro esso è un organismo su cui necessariamente si ripercuotono tutti i movimenti e tutte le modificazioni che si avverano nella società. L'imagine, che equipara lo Stato alla risultante del parallelogrammo dolio forze, è delle più approssimative ed accettabili. Le tasse e le imposte - che rappresentano il costo di quella forma speciale di impresa industriale che è lo Stato - sono tanto più iniquamente distribuite, gravano tanto più sulle spalle delle classi popolari e lavoratrici, quanto più coteste classi sono lontane e assenti dalla gestione politica e quanto meno hanno saputo controbilanciare colla propria la forza delle classi proprietarie e capita• listiche. Diceva il Liebknecht al Congresso di Erfurt: " Se noi siamo ancora. lontani dall'aver acquistato sullo Stato un 1 influenza decisiva, ciò dipende semplicemente dalla circostanza che noi non abbiamo ancora nel paese, nel popolo, la potenza necessaria. n Sviluppiamo le capacità virtuali delle classi lavora– trici servendoci di tutti i mezzi e utilizzando tutte le energie, e vedremo aprirsi molte brecce nella rocca niente a.tratto inaccessibile dello Stato.

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