Critica Sociale - Anno XVI - n. 20 - 16 ottobre 1906
CRITICASOCIALE 31 i fuori d'ogni influsso teorico di dottrlno più o meno so– billatrici. Esse sono: I) la trasrormaziono dell'antico lavo– ratore della terra in bracciante, in sllla,•iato giornaliero, in niente diverso, come scriveva anche .Enrico Ferri ('', dall'operalo Industriale; 2) l'aumento del salario, il mi– glioramento delle coodi:doni oconornloho del contadino; aumento o miglioramento ,tovutl allo sfollamento della cnmpagua in seguito all'emlgrn;,,lono (dal 1876 al 1898 omlgrnrouo ben 42.948 individui I) o alla maggior pro– duzione richiedente un maggior numoro di braccia. Di qui, un a,ww,to di bisogni che non trovano nel presente ealnrlo, por quanto elevato 1 la loro soddisfazione. Dallo cau90 puramente economiche non vanno poi certo disgiunti tutti gli incitamenti cho vengono alle masse in un regimo democratico e in un 1meso civile: la coltura, l'istruzione, la stampa, i giornali, In propaganda orale, cho sornpro più si diffondono o s'lntonl(iftcano. Essi so– lnlla110, ossi Illuminano la viA.al prolotnrlato e gli indi– cnno I mezzi pi\1 adatti e più civili por la sua ascen– sione. E!laminnndo ancora lo condizioni del Mantovano, noi troviamo, por esempio, che dal 1S80 a oggi, il nu– mero degli analrabeti è sceso dnl .f0 nl 25° 0 ; che te scuoio elementari, serali, complementari si sono molti– plicato o sono andate accogliendo sempre un maggior numero di scolari; e che i giornali, una volta scono– sciuti, ò.nno Invaso la campagna. Non solo molti giornali di Milano e di Roma trovano In provincia di Mantova un ottimo smercio, ma vi trovano vita o diffusione vnrt giornali quotidiani locali e giornali settimanali politici. Nessuna meraviglia dopo questo, so, coll'aumento della resistenza. o coll'accentuarsi della lotta di classe, ò aumentat11. anche l'educazione moralo o politica dello mas.se. Nel llantovano, un tempo Il vino era l'unico sollievo del contadino, oggi l'ubbrlachozza è quasi del tutto scornpa.rsa; un tempo i rurti campestri e altri renti contro In proprietà; gli incendi dolo,1 1 le grassa– zioni, lo estorsioni e altri reati contro lo persone; lo rlbollionl, lo ,·iolenze, gli oltraggi contro la pubblica rorza e i doJ)ositari dell 1 autoritò., omno nll'ordine del giorno. Il malcontento di quella misera gente non si snpova srognre altrimenti; erogo elio, nello condanne da una pnrte o nelle repressioni dall'altra, trovava del resto Il suo valido freno. Oggi Invoco le coso sono cam– biato; o le armi ben più eflicaci, ohe la maggiore istru– zione come Il maggior benes3ere ànno messe nelle mani dei contadini, li à. allontanati dalla via della delinquenza, con soddl~razlone del mondo civile; ma li à anche messi su quella della redenzione sociale, con Immenso dispia– cere dol loro padroni. I " eoutadlni sa.pionti II del Prati van perciò scampa• rendo, o cauta.no in un tono molto diverso. Ecco, per osomplo, a titolo di curiosità, nlonnl versi d'un oscuro poeta popolare, cbe corrono oggi sulla bocca dei conta– dini toscani. SI tratta di 15 otta\'o iu cui contrastano allegramonto un contadino e un padrone; e a questi che rimprovera il suo colono di non lavorare, il colono ri– spondo " per le rime .. così: " Padrone mio, 001 fRccia tanto chiouo, non 11ilamenti ianto dol 11uo i;tato. Vodo che è bello, ben nutrito o gnu1110, e,I io 110n11occo,povero o atrclppnto. Lei 11uuigi11, beve, dormo e vn. a 81Jll8HO e in ,•itn. sua non ha mai J11vornto j nmntiene 11ervi,cameriere o cuoco; io la,·oro di molto e mangio 1>oco . ., ( 1 J I:. !"I.RII.I: - I.a lotta di e/11< , 11tllt t"'"l"'llut manturmu ..; XH<JM AHlulogla, ,, aprile 1001. E siccome il padrone l'ammonisco di non far tanto il prepotente o gli dice: " So mangi poco e ver11i gran 1rndore pon11nche tu non eoi nato 11ignore; Il contndlno ribatte: " So lei, padrone, nvea110 un po' di cuore, 11011 mi farebbe certe oeeorrniioni. lo 110 che in queeto mondo il t:reatoro non ci poee nè eeni nè padroni; non ci po11e l'oppree&oe l'opf)r<'Hor,•, gu<1rre, carneficine e di11truzioni: ma il 11uolo popolò d'orbe o di :rutti, perchè deHe lavoro o pan por tutti. •~ via di questo passo, abbastanza franco e spedito per gente di scarpa grossa! (Co1ttl1t1ta). C,1,1u.oPi,:rn1,cc111. RAGIONANDO DI SINDACALISMO (Alcuni aspctli ecooomici,giuridici e politici del Sindacalismo) Il'. Oa ultimo il Ma.rchioli si domanda: \o O perchè, in luogo di rantasticare intorno a Istituti ai,to,·itatioi irreali o corvollotlci 1 non seguire a dirittura l'esempio dei ri– formisti, i quali cercano di agire o <Il far leva sullo Stato lltf1tale, sullo Stato tangibile, sullo Stato ehe tutti conosciamo e che oggi rappresenta per otto decimi g!'in• teressi dei capitalisti, ma che domani, mercè l'opera nostra, può avere inYertite lo proporzlon!? ,, No, egregio .Marchioli. Lo Stato - ò sompre vero - ò il .. Comitato Esecutivo cteirli Interessi delle classi do• minanti ,, Vedi Nota A. Co.sl scrlvou .llan: nel suo :\Jamfe.,to, Co<1ldimostra l'esperienza che non falli~ce mal. i: perciò che i sindaeallstl, !unge dnl co,iquiston lo Stato attuale, mira.no a " le clésoryauiser pom· le mie11x clJtruire" (Lagarclello) (Vedi Nota B), R((0ndo coeron– tomouto allo premesse teoriche mnl'xisto o materiali!1te del Soolaltsmo: visto e consl<lcrnto che la teoria in tanto ha valore, In quanto si ripercuoto nella J>ra.tica o guida o sr)lngo consape,•olmente ntrnzlono verso un fine a.n– ch'o~.so consaputo. )la ecco che i riformi.di cl gridano nell'orecchio:" ~fa perchà non riconoscere tutto l'a.4!surdo di questa propo– sizione <lolla definizione marxista dello Stato), concepita cosl 1mb 11>eciewteniitatis e riduconto tutti gli Stati ad un unico denominatore comune? 11 La toorla marxista de!to Stato non O stata concepita s11bspecie a•ternitatis. Ma ossa ò e !!adì.-sempre vera, fln quando permane la organizzazione sociale odierna, di cui lo Stato è emanazione, rond1Lla sulla. dirisio11e, sult'1>1>p,.nhio11,., e sulla lotta dolio clA'l~I, ~mila proprietà privata e !inllo sfruttamento. Nò ò da dire che bi.i;ogna conqul ..tare lo Stato per tra.sformarlo e per democratiz– zarlo. Se lo Stato attualo è un ma.lo, ò Il più grande nemico del proletariato, a questo non resta che un ri– medio: dlstruifgerlo .... Convinclamool ohe questo non è cata,trottsmo sociale, ma il proco,so storico sociale vero, realistico o materialistico, e non quello metaforico o nnnloglco oho sta. nella monto di corti sociologi. ... Il J)roce8so sociale non ò un prooo,◄a di progressivo o orgonico svolgimento. Xel J)rocosso sociale noi vediamo non succodcr11i dello o,·ga11iclu tra,rormazioni, ma delle negazioni, e dello me.:caniche soHaJ>po11izioni. lfa il ma– lf'/"lalismo ,\IOnco, in i-.pecie il J>roce•uo sociale, è un pro– ce~so mecca.nico di successive negn1lonl, di sostituzioni
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