Critica Sociale - Anno XVI - n. 20 - 16 ottobre 1906
314 CRITICA SOCIALE f:lè la loro redenzione C), ch'è del resto giustizia so ciale ed umana. Esse perciò cominciarono a diffidare e dc,·ono diffidare dello classi borghesi, le quali alla lor volta più non 1>ossono nascondere che non si tratto. di patria e di moralità, bensì di questione di interessi materiali; lo stesso patriottismo, anche nelle suo forme pili alto e piì1 pure, non è che il rille1,so iclcnlc cli un grande interesse, la presa di 1>osscsso elci poi.ero politico da parte della borghesia - 1>otcrc che è ricchezza - ciò che era nella evoluzione stessa delle cose e che alla sua ora dovea scapsulare inde– precnbihnentc. Inconsapevolmente prima, consapo· ,·olmcntc poi, le classi si son trovate di fronte, i partiti nuovi si sono delineati, gl'interessi tuttodì si urtano; è incominciata hl grande lotta di tutti i la• voratori contro tutti gli sfruttatori, gli uni in nome di dio o dell'ordine, gli altri in nome delPumanità e doli" civiltà. . .. QuC'sto, cho abhiamo rinss11nto di gran corsa, è così recente o notorio cln riuscire quasi banale; puro ora necessnrio nccennnrlo per g-iungere ad intendere come la casta dominnntc, 11011 potendo mistificare più oltre le povolazioni, è costretta ogni giorno più a mascherarsi, a rimunE,tiare i suoi programmi di progresso, a confessare IR bancarotta delle proprie idealità civili, tanto pomposam('nte declamate. La nostra borghesia è convinta oramai che, a pa• rith di condizioni e rispettando lo leggi vigenti, non può lottare coi partiti popolari, coscienti ed organiz• zati, forti di numel'O e di fede. Dacchè la legalità Don l'uiuta pii1, anzi l'uccide, pur di conservare il dominio ricorre alla illPgalith., all'arbitrio, alla 80· praffnzione e, quando orcorre, alla violenza, anche colle armi. Se per durnrla non le resta che questa illc~alità ad ogni modo o ad ogni costo, logico è che da. liberale diventi reazionaria e - come i ccs• sati Ooverni dispotici - si muti in alta mafia e chiami alla riscossa in proprio aiuto quella mafia bassa, che in a.Itri tempi si mostrò così poderoso strumento cli clh:1potismo. Non parleremo qui dclln. mafia, il triste fenomeno sicilinno, atuclinto con tanto nmorc cd acume cla so• ciologi o filantropi, da uomini politici e magistrnti; certo ch'essa si sento anche qunndo non si vede i invade e domina sempre più, non solo in Sicilia, ma anche fuori, per quanto muti di caratteri e di nome; dagli organi amministrativi e politici tende natural• mente a invadere gli altri organi dello Stato, con particolar cura quelli della polizia e della giu1:1tizia, sotto la sua influenza divenuti, più che punti inter· ,·ogcttiri, veri pericoli socialt La parola mafia sarà magari impropria, ma fino nd oggi non se ne trova una più espressiva e pii1 corrispondente al fenomeno; se ò vero ch'essa designa un fenomeno di patologia tutta regionale, pur troppo però questo minaccia di diventare - seppure non è g-ià dh•cntato - fenomeno nazionale. Nel concetto comune la 8Ua essenza - un po' tra8formata e adattata ai nuovi tempi, un po' atte– nuata e più diffusa per necessità d'ambiente - con• siste nella 1>repotcnza dell'indìviduo o del partito contro altri individui o nitri 1>artiti i conseguenza di ciò la sopraffazione del diritto della forza sulla forza del diritto, cioè la sopraffazione dell'arbitrio indivi– dualo o p1trtigiano s11\lri. logge, sulla giustizia, sulla cquitll, senza ncssun'ombrn cli scrupolo cli nessuna specie e con tutti i mezzi pili scellerati e più ridicoli. Orli, basta gettare uno Hguardo, anche superfichllc, (1 lo c1ue111tempi di lll11d11l"11\11mo l· giusto dichiarare che, co~l esprlmrndocl, non 111tcnd!nmo e-,Clud(•rcIl concol'!lo degli lnlcllettu~II e dl'I transrughl delle auro rlanl; noi nnzl riteniamo questo elemento come Il lleYlto fecondo della maua 11roletarla. sullo amministrazioni pubbliche in Sicilia, basta sin– dacare un po' la condotta dei pubhlici funzionari siciliani - elettivi e ~ovcrnath·i - per convinrersi che lo spirito della mafia, la vecchia mafia tanto 1>crse~uitata ed abhorrita, è risorto e trionfa sulla ICJ!g"0e sulla civiltà, con audacia e spudoratezza tali da fnrei disperare del nostro avvenire. No11ci occuperemo qui della. persecuzione delit– tuosa contro gli avversari nella formazione dei ruoli delle fas8e, colle contravvenzioni, colle liti defuti– ganti, coi dannej!'giamcnti, inccndì, false denunzie e perfino cogli assas,dni per mandato; non ci occnJ>C· remo, insomma, dello mille molestie e degli atti cli clenegnta giustizia, che si possono consumare quoti• dianamente ed impunemente a danno di ogni citta– dino, che devo ,·ivcro in questo consorzio cosidetto civile; sono fatti che si conoscono abbastanza, anche attraverso processi eia.morosi; ci limiteremo a gettare u110sguardo sui metodi cho si adoperano per conqui• sturo o conservare il potere o, meglio, sul modo cli usurpare e truffare il pubblico mandato. ln Sicilia - a JH\rtc cho le Commissioni elettoruli, corno tanto altro Commissioni, non esistono che di nome - si cancellano gli elettori contrari, o sospetti tnli, senza nessuna. notifica, o senza notifica se no rigettano le domando d'inscrizione; simulandoue il furto, non si espongono nell'nlbo pretorio le liste elettorali nelle epoche stahilitc dalla legge; sotto mille pretesti non si rilusciuno certificati 8Colastici e tanto meno certificati cli nascita; non si rilasciano le ricevute dei documenti e questi non si rcstitui– i,cono quando le domande sono rejette. Le liste elettorali, formate in massima parte di analfabeti e di nullatrncnti - cioè degli elementi più servili e pii'1corruttibili - si rendono i1H'isihili; i Sindaci le tengono noi loro gabinetto ed anche u. crum; è impossibile averne copia; dietro ricorsi cd ordini prefettizi si fanno trovare circondate da una doppia fila di cagnotti, che fingono di copiare fino al giorno dello elezioni; le denunzie alle autorità ,:z-iudizi11rio finiscono sempre col non luogo o ver 1n• .<m(fìcie11za di iiHliz1. Del giorno dello elezioni non tJRrliamo: le minac– cio o le promesso, i hivncchi e la comprn,venditrl dei voti, i libelli anonimi o i disegni ingiuriosi sui muri o sui marciapiedi sono spinti a tale eccesso cli pro– vocazione sfacciata da acmbrnre incredibili. Non parliamo neanco dei certificati elettorali non distribuiti, della scheda girante e del sistema con cui si fauno votare gli assenti, i carcerati, gli emi grati, i rico,•erati e perfino i morti; oramai è san– zionato l'uso di piantonarsi all'apertura del tramezzo che clh·idc in due compartimenti la sala delle vo• tazioni, e dare lì la scheda in mano alPolettore, il quale deve andarla a deporre nell'uraa senza faro nessun movimento sospetto; in caso di rifiuto o cambiamento cli scheda, so no piglia nota per can– cellarlo dalle liste e..... per il resto. La segretezza del voto, dunque, non esiste più; lo lhite sono sempre 1>ii1ridotte e selezionate a pro– fitto dei partiti dominanti, che vi comprendono tutti quelli che sono loro le:::-ntiper qualche filo diretto o indiretto; le cleuum:ic e i ricorsi alle autorità com1>otonti restano como non fatti o finiscono col prcscri,•ersi. A questa catena cl'illogalità, non sai se più ver– gognoso o più criminose, ò a1·rivata la nostra bor• ghcsia: ò cli queste vergogno e di questi crimini che vive e si pompeggio; ò 8010 per queste vergogno e per questi crimini che riesco a dominare, anche in ambienti poco evoluti come i nostri. E quasichò queste g~sta veramente ignominiose non bastassero a mettere in rilievo il carattere ciel· l'alta mafia siciliana, essa ricorre a qualche cosa cli t>iil obbrobrioso ancora pel' dimostrare la sua
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