Critica Sociale - Anno XVI - n. 19 - 1 ottobre 1906
CRITICA SOCIALE 295 ]~ innegabile tuttavia -- qui ci riaccostiamo al nostro collaboratore - che anche la lotta di classe, col matu– rarsi delle esperienze, col diffondersi delle idee di giu– stizia (ossia di consapevole beninteso interesse reciproco nei conflitti, giusta la legge del minimo mezzo), col progressivo democratizzarsi delle istituzioni, può per– dere di asprezza e farsi al tempo ~tesso più civile e più complessa, consentendo alla collaborazione di classe 1 alle intese, agli arbitrati, alle transazioni 1 una parte sempre maggiore. E, benchè lo sciopero dei tramvieri milanesi - come esempio di impulsività condannabile - non ci sembri scelto bene - perchè quello sciopero, se non potrebbe essere elevato, nè lo pretese, a regola di costante con• dotta, ebbe, una volta tanto, la sua giustificazione e il suo benefico effetto - ammettiamo col Crespi la neces– sità di allargare e di elevare il punto di vista dell'in– teresse snbiettivo anche nelle lotte del lavoro. Chi seguì le nostre campagne contro Fabuso degli scioperi, specialmente nei pubblici servizi, non troverà che di– ciamo cosa nuova. Son pochi giorni che licen:dando una pubblicazione della Federazione postale, 1 ' La bancm·otta dei teleg1·afi,,, - pubblicazione di cui si occupa in questi giorni la stampa quotidiana - scrivevamo que8te parole, che ri– specchiano i criterii da noi seguiti nel presiedere quel movimento di lavoratori, criterii che all'amico Crespi non parranno, in questa materia, molto divergenti dai suoi: " La Federazione postale e telegrafica è sorta, come tante consorelle, per l'organizzazione del personale o la difesa immediata dei suoi interessi professionali. ~~ 1 ris,~nda~ 0 ;:t;~i ;~ss~~~'/ dWfe~eaot~;a~°!e~~:rie~~iJ!\~!i congeneri, {jSSaintese una verità fondamentale, e ne fece, a cosi dire, il principio informativo e la legge del {)roprio sviluppo: una legge che, negletta o sprez– zata, si vendicò su altre poderose organizzazioni di la– voratori, condannandole, dopo effimere efllorescenze 1 all'arresto di i:iviluppo e a un progressivo declinare. " Ed è che un movimento di classe o di celo - si proponga pure la difesa di interessi collettivi i più le– gittimi - ha tanto maggi01•..:p1·obabifi1àdi succtsso, ed esplica in realtà una forza acquisitiva tanto maggiore, da un lato, quanto meglio sa graduare e coordinare entro sè stesso i propri obiettivi, mettendo sulla prima ~:iJ~1f t:11~d!~fi~a~~!tàd~!~l!t:r~ni::~~t~~~!iin!~rdeaf l'altro canto, quanto più 1•iesce a far coincidere con– sapevolmente la difesa della classe o del ceto, che 1·appresenta 1 un con più la1'go e su1,e1·i01·e interesse na– zionale e sociale. " Questa coordinazione e questa coiocidenza esistono in qualche modo io ogni movimento diretto alla difeRa del lavoro. I bisogni più urgenti pulsano primi e più forte. E banale Fosservaziooe che un'azienda è tanto più redditiva quanto meglio ordisce i suoi congegni e tratta. le sue macchine e il suo personale. La resistenza operaia, costringendo lo sfruttamento a deviarsi dal– l'uomo alle cose, e l'impresa a rifarsi con perfeziona– menti tecnici e commerciali, diventa un propulsore de– cisivo del progresso industriale e sociale. u Ma quest'azione, quando non è consapevole, ricer– cata e voluta, subisce tutti i perturbamenti, tutte le fluttuazioni e gli sperperi di energia di tutto ciò che manca di misura e di piano, che è sottratto al controllo dell'intelligenza e del volere. La coincidenza degli in– teressi particolari cogli interessi generali è allora, in un certo senso, il frutto del caso. Inoltre, l'organizza– zione, ch{j non se la propone, che non sa metterla in luce, che la ottiene come effetto postumo ed involon– tario dopo infiniti adattamenti necessari imposti dalle cose, perde coo ciò i due maggiori benefizi che possono sgorgare per l'appunto dall'organizzazione; il beneficio e la forza mate,·iale, che nascono dalla complicità del fl!rar~~b:t:c~fo~:tdilgbe~eficfi 0 t~~ar:c,r~~n ::i~s:a~ ~ vorremmo dire educativa - che le derivano dal rom– pere il guscio dell'egoismo corporativo per f-lposare la propria azione alle ragioni superiori dell"armonia degli interessi e del progresso sociale "Jl conseguimento di questo scopo Sllperiore è age\'O• !ato ai lavoratori di una grande azienda di Stato ~ più che nou lo sia agli operai di qualsivoglia industria privata - da una circostanza capitale. Ed è che i la• voratori della grande azienda di Stato, che la possie• flono e la manovrano intera, possono, meglio di chino• que, avvertirne le magogno ed indicarne con certezza i rimedì; sono inoltre i più interessati a que8t'opera di correzione e di perfeziooF,mento. La loro voce dovrebbe quindi - aozichè tenersi in sospetto - essere iovocata e utilizzata tecnicamt;>.nteda speciali ordinamenti interni amministrativi. lla le sfere dirigenti sono ancora ben lontane da comprendere una necessità cosi elementare! (:Proponendosi la tutela dei lavoratori, anzitutto dei più umili, strettamente coordinata alla tutela cli un larghi:ssimo interesse nazionale e sociale, la Federazione postale-telegrafica si avvicina a un tipo ideale di 01·ua– nizzazione, e intende a i·a.rJ.Qiungei-e le vette più alle, cui possa spe,·an di assw·ge1·e un movimento di classe. n E, per scrivere e p1·aticare tutto questo, non ci fu affatto necessario di sbattezzarci da marxisti! LA CRITICA. PER I COSACCHI DTrALTA OnorevoleDiretto1'e 1 il mio articolo it La Rivoluzione Russa ll' pubblicato nell'ultimo fascicolo della Critica So.;iale, è parso così reazionario a un anonimo e allegro scrittore della Gazzetta di Vmezia, da meritare di essere citato in un articolo di fondo, e tale da mettere il Tu• rati, che quell'articolo aveva accolto, in contraddizione col Turati organizzatore del convegno parlamentare cli Milano, a favore della Rivoluzione Russa. In verità non varrebbe la pena di svelare agli accorti lettori della Critica su quale trama di volgari astuzie abbia futicosamente laYorato lo scrittore veneziano, non d'altro desideroso che di sminuire l'importanza. della. dimogtraziono dell'Estrema Sinistra. Da tutto il mio ar– ticolo, ostile all'autocrazia_ ladra e assassina, e fervido di entusiasmo per gli eroi della Rivoluzione, l'arguto con• cittadino del dottor Pantalone ba stralciato alcuni brani in cui era sinceramente prospettato l'attuale momento storico della Russia, e, con equivoca cortesia, ha rico– nosciuto in me un cosacco del suo stampo. Pure io non ho fatto cbe affermare alcune verità evidenti e dolorose, e dire ciò che pensiamo un po' tutti: che alla Rivolu– zione non partecipa ancora tutto il popolo e che la tra– gedia finirà a tarda ora. Sono un cosacco per questo? Non credo. Poicbè seguire attentamente le vicende lieto e le tristi della Rivoluzione ed esaminarle con serenità di studioso; pensare che una lenta, ma sicura. trasfor• mazione r:,ociale si avvera al di là dei Carpazii; accen• nare alle delusioni degli ottimisti che in un sol giorno si aspettavano il crollo di un impero secolare; eon. statare una tregua o una impreparazione; asserire, infine, che il duello russo si svolge tuttora fra due m 1 - noranze, quella del passato e quella dell'avvenire, non significa negare l'esistenza della Rivoluzione e neppure contrastare agli uomini liberi il diritto e il dovere cli porgere ogni aiuto morale e materiale ai fratelli cli Russia. Non importa che l'opinione di uno scrittore so– cialista collimi qualche volta con quella di uno scrit• tore della Gazzetta ài Venezia. Tutto sta nel modo come tale opinione ò espressa. E certo, esprimenrlola, io non ho taciuto il mio entusiasmo per gli eroi che nella santa Russia rivoluzionaria preparano l"epos futuro; mentre gli autentici cosacchi rl'Italia sanno &cherniro gli eroi e, pel" consiglio del loro cuore umanissimo, osano paragonare le \'ittime della Rivoluzione a quello dell'autocrazia, com'è avvenuto in occasione dell'atten– tato a Stolypine. Potrei anche dire che sanno mentire a tempo debito, tentando di discredibre, con balordo invenzioni o con gran lusso di titoli o di sotto-titoli, l'opera dei rivoluzionart russi e di rafforzare io tal guisa nelle farmacie di provincia il sacro rispetto por l'au • torità.
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