Critica Sociale - Anno XVI - n. 19 - 1 ottobre 1906
CRITICASOCIALE 301 Uno dei primi problemi, che si alTacciano, si può di:-e, oggi soltanto, è sulla 11 materia II della organizzazione, ciò è a dire i riveriti signori professionisti, o, diciam pure, impiegati. In generale lo carriere amministrative si dividono in tre grandi categorie: subalterni, d'ordine e tecnica o - come si dice - di concetto. A queste corrispondono vere e proprie differenze di interessi, di condizioni econpmiche e sociali: sono, per co:1i dire, i vari II stati " della società i e non possono sentire che una teorica affinità esteriore fra di loro. I subalterni o inservienti sono dei veri proletari, qualunque possa essere il contratto che li lega a!Pufficio e che toglie loro la condizione di salariati i e la modestia di colui che scopa gli uffici affumicati, o la burbanza dell'usciere gallonato non mutano - anche dal lato psicologico - la verità dell'affermazione. Gli impiegati di scritturazione, d 1 archivio 1 di proto– collo, sono generalmente (s'intende che parlo dei più moderni) i mancati di carriere migliori: ebbero tronchi gli studi per innumerevoli ragioni e furono ben lieti d'un posticino che rendeva qualche cosa. Ma, applicati di poi a incombenze superiori all'ufficio lor proprio, si trovarono in una. posizione ambigua, tra l'antica desti– nazione e la presente condizione; sicchè, per tutte queste ragioni, essi rappresentano ]a piccola borghesia cittadina e borghigiana 1 che non vuol più essere arti– giana e non è ancora 1>rofessionisra. Poi viene il vero rappresentante di questa clas~e, che è l'impiegato che esercita una sua disciplina particolare (amministrativi, di concetto, tecnici, ecc.). Le organizzazioni, in generale, non tengono conto di queste differenti condizioni interiori, e si modellano invece sulle divisioni degli u!Uci. Faccio un esempio calzante: nei Ministeri vi sono associazioni. per classi o per amministrazioni: ma non si vede perchè - ad esempio - gli impiegati di u concetto 11 della Istru– :done, della Giustizia, dei Lavori Pubblici non ricono– scano fra sò stessi maggior affinità, che non con i ri• spetti vi colleghi d'ordine. Iufatti, questi hanno formata una forte federazione che comprende i colleghi di tutti i Ministeri, e che validamente afferma i propri in– teressi. La Federazione Postale rrelegrafica, e ora anche 'l'e– lefouica, non soltanto Comprende tre grandi ammini– strazioni, cioè tutto il Ministero delle Corrispondenze, ma anche le tre classi cui. ho accennato, e che corri– spondono alle quattro II categorie ,i, in che sono distinti quegli impiegati. Anche qui però, il fatto di apparte– nere tutti alla cara famiglia ili un solo Ministel'O non basta a creare l'affinità intima degli interessi: onde si dovette dare una qualche vita autonoma, entro le Se– zioni, alle categorie. Ma, quando occorra sanzionare con un voto complesso gli iutere~~i parziali, può accadere che l'una categoria si eriga contro l'altra, e a vicenda si urtino i u federati coscienti 111 forse perchè, prima che federati 1 sono coscienti. Ad ogni modo, io vedo conti– nuamente nel giornale della J<'eclerazione uu nobile sforzo a conciliare lo pretese delle varie categorie i e non c'è bisogno di grande arguzia per rilevare che la conciliazione presuppone un antecedente contrasto. ... Conviene dunque, nelle organizzazioni, aver riguardo maggiore alla affinità economica o alla professionale, cioè al nome dell'impiego? Se noi richiediamo alla vita asso– ciativa compattezza, interessamento, rapido fervore 1 credo che assai meglio potremo conseguire tutto ciò con ordinamenti del primo tipo, il quale risponde pill energicamente all 1 appello 1 quando si tratta di con~e– guire il fine più urgente, che ò il miglioramento del contratto di impiego. L'altro tipo, più propriamente p1·ofessionale (cioò ag– gruppamenti secondo le amministrazioni), ha un mag– gior valore sociale, cioè ideale. )la non bisogna illuderci troppo sulle parole che appaiono negli Statuti, o nei discorsi dei Presidenti: u oonciliare e contemperare gli interessi delle vario classi.. .. 11 ; perché, quando questi paiano offesi o conculcati, trovano nei petti umani tali grida di protesta e di ribellione, che nessun vincolo o bavaglio di discipliuo. sociale rie3ce a solfoca.re. Io CO• nosco certi Consigli Centrali o Fodera.li che vorrebbero imporre la mansueta rassegnazione al sacrificio per gli « interessi superiori 11• Ingenui sforzi e talvolta non equi : ché, i u generale, nelle nostre questioni, non vi sono II diritti,, - idea metafisica, quando è fuori dal mondo dei contratti - ma vi sono II intere!lsi 11; e tutti gli u interes:-i.i. 1 reputano sè ste~3i legittimis~imi 1 sauti:;– simi ed inviolabili. D'altronde, l'utilità sociale può provenire solo in pie• cola porzione dal freno che riesca ad imporre la col– lettività ai voleri parziali; può, sì, far meglio accorti gli uomini, i quali sono in generale tanto egocentrici, che vi sono accanto ai loro altri bi~ogni, non meno vivi e calzanti. Ma, come noi non abbiamo bisogno dl sentirci rompere le costole dalla folla, per convincerci che non siamo soli al mondo; cosi non è poi sempre necessario che i vari interessi cozzino fra loro nel tu multo d'una sala d'assemblee, per farci prudenti nelle nostre richieste. Non nego, si intende, che alla liue scaturisca una certa compensazione di forze, rappre– sentata da quegli ordini dei giorno che raccolgono improvvisamente l'unanimità. Ahimè! ciò serve per uscir in pace e bere in pace la birra delle ore piccole i ma. diceva il Leopardi che, quando, dopo molto di~cu · tere, si trova una formula in cui tutti convengono, vuol dire che questa è cosi mal scelta, che ognuno l'intenrlo a suo modo. E, del rest~, per quanto profittevole pos~a essere questa attenuazione degli appetiti parziali, non vorremo mica preteudere di ridurre le A~sociazioni nostre a esercizi sacri di edificazione dello spirito e mortificazione della carne! u Educhiamoci, sta bene (dicono i federati co– scienti) i ma vediamo di non sbadigliare o dalla uoia o dalla fame. J! lnv('ce, più utile può essere l'affinità. professionale nell'azione di controllo degli atti delle Amministra– zioni: atti amministrativi ed atti tecnici. Dei primi basti recare un esempio: l'applicazione delle nuove leggi in favore dei profos•wri secondari, o l'osservanza in che, d'ora innanzi, dovranno essere te– nute lo norme fi.s!-ateper tra'lferimenti, incarichi, ispe– zioni, ecc. Qui non ~ dubbia l'utilità d'una As:-1ociazioue professionale del tipo comune: perchè l"aflìnità mag– giore è creata dall'e:,sere i professori tutti egualmente ìnteres'.'lati ad una unità formale (le nuove legg( nelle quali trovano avvantaggiate le parziali loro condizioni. Il contrasto, cui si accennava più sopra, venne di già in seno alla classe i ma ora che, più o men bene, et:1so si trova composto in una rhio!uzioue pratica, non resta che da sotvegliaruo l'applicazione. Como .-.i vede, talo stato di cose, che rende preferibile senza dubbio l'or– dinamento per professioni, richiede uno stadio dl lolta molto avanzato; potrei dire tìllperato. Ma gli a.Itri im.• piegati, che hanno ancor da acciuffare una ciocca del misero vello d'oro - che i professori argonauti riusci,
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