Critica Sociale - Anno XVI - n. 17 - 1 settembre 1906
2GS CRITICASOCIALE L'uv. Ettore i\lnrchloli, nutore della risposta, ha però, nel criticare il mio pensiero, comme~so non poche ine– sattezze, ba spostato In alcuni punti o quando gli con– venivo .... alcuni punti dol mio ragionamento, mi ha ratto dire cose che io tto11 ho mai sostenute e scritte, o mi ha In fluo affibbiato la qualifica di suf!lsance i11tcllet– tuale ...., che, francamente, credo di non meritare. Oro, perchè il mio pensiero, forse uon espresso con troppa chiarezza ed efficacia noi sopracitati articoli, sia reso lntegralmcntc o senza malintesi, perchè il dibattito teorico sul slndncallsmo si s,•olga con la massima obbiet– tività. o serenità, o perchò il sindacalismo sia conosciuto per quello che realmente esso è e non attraverso i fraintendimenti o i prcgiudlzt dei suoi avversari, io scriYOper Il mio egregio contraddittore o per gli acuti o intelligenti lettori della Critica questo succinte righe di controreplica. I. 11 Mnrchioll prende, come punto di partenza dei suol ragionamenti, Il rapporto che intercedo tra il sindaca– lismo o Il liberismo. .Nel n. 3 del Dit.>e,iire &Jci<rle, anno Il, io avevo ten– tato uua bre,·e dimostrazione della conciliabilità delle tesi del Liberismo teorico e del Comunismo critico; di più avO\'O scrltto che il Liberismo - inteso in senso integrale - dovo ammettere dei limiti, dei tempera– menti, delle riduzioni. Non ripeto qui la dimostrazione, sarebbe cosa su1,orftua. olo ,,oglio rispondere ad alcuni appunti mossiml dal Marchioli. Il Marcbioll ml fa passare per assoluto sostenitore del 11011-i,llen;enzirmismo dello Stato nei rapporti sociali degli uomini, e ml confonde per questo rispetto con la i. de• serta ~cuoia di M1mchester "' con Spencer, con gli 11 epì– gonl tardi o rlegeneri della scuola cln'lsica inglese ,,,con l'ottuagenn.rio Do ~lolinarl. .. (Vedi Nota A). Ora, noi mio! articoli, io non ave,·o per niente parlato dol1 1 intervento o del non-intervento dello Stato in ma• terla di lel(islaziono sociale, e di legislazione protctth•a del lavoro in Ispecie. li Marchioli fa un ltrngo e lussureggiante elenco di tutto le malattie che colpiscono il lavoro, riferendosi alla bellissima e magistrale opera del dott. Pieraccini sulla Patologia del Davoro Ma egli non fa che combnt• terc, pardo11, contN dei mulini a vento. In ,·erità 1 io avevo semplicemente discorso del carattere scientifico del Liberismo moderno, contrapposto a quello metttfbico e trascendentale del eecoll 'I:\ 11e x,·111 i ave\'o dimostrato che la legge del i; valore natura.lo II non è attuata nella presento forma storica di società; cbo il sindacalismo, e cioè, l'aziono combinata dei Sindacati, svolgenle1,l nor• malmente con lo sciopero, non è che la te,idenza all'at– tuazione pratica della leggo del va.loro edonistico : per cui I beneftzt do,·ono proporzionarsi corrispettivamente e congruamente al costi sopportati. Dimostra,·o inoltre che Il socialismo non è che una generalizzazione del l'egoismo, cho Il socialismo educa il II senso egoistico,, dei laYoratorl, forma negli operai una distinta " psiche economica 1 ,, induce que~ti a comportarsi edonislicame,ite 1 in maniera da Imputare n sò tutte lo rimunerazioni del lavoro e a,I elfflel'e il profitto capitalistico. DimostnHo cho il II rnas!llmo edonlbtlco H0Cialo,, :;I deve realizzare uon mercè l 1 opern intorvoutrico di un urgano e di un potere 11on-econ()mico quale è lo Stato {Vedi Nota B), ma mercè il libero gioco o la concorrenza delle forze economiche indiYlcluali associate nei Sindacati profes– sionali, e non do,·e essere imposto preventivamente, oJJe jw·i.i, dallo Stato. Con ciò lo ml riferivo alle indagini e allo analisi delrEconomla pura. Pre~upponevo già realizzata ed ef– ftclento una condizione dt là da unire: cioè 1 la società. llbere-lavoralrico, semplicemente Ipotizzata dal sindaca– lismo. Il llarchioli Invece ml vuol rare cadere a forza dal campo idealo della ricorca teoretica nel campo reali– stico ,Iolla altul\lltà pratica, della legislazione e della politica. I la,·oratori, Roggiungo Il )Jarcbioli, hanno un ,·ivis– simo interesso a che dello opportune e pronido norme e sanzioni logislfltive tutelino il loro patrimonio fisico e montale. Sta bene. Questo si riferisce al presento, allo stato attuale delle coso (Vedi Nota C). i\la io presuppo– ne,·o già sorpassato e superato storicamente Io stato di salariato, dl sfrL1ttamento 1 ecc., e idealmente concepi\•o già lnstituita o J)rospottivnmoute rappresentavo funzio– nante od operante la società. economica del lavoro llbero. Che I luoratorl abbiano attualmente interesso ad avere una legislazione protettiva ciel lavoro lo non nego, e non lo negano I sindacalisti (Vedi Nota D).Giorgio Sorel scrh·o nel auo A venir socic,Uste iles Syndicats che l'azione parlamentare del socialismo de\'e tendere appunto alla conquista. di questa legislazione positiva. Ancb 1 lo, fio dal 190-4,rispondendo allo forti ed aspre critiche mos• semi dagli anarchici 1 scrl\'evo, nell'Avanguardia Socia– liste, e nel Socic,lismo di Ferri, che i socialisti in Parla– mento de,·ono, oltre alla funzione ,iegatir:a, esercitare un'a1.lone posltlva 1 intesa ad ottenere una legislazione sociale che rafforzi le posizioni iniziali dei lavoro.tori, cbe dia a questi posizioni di lotta sempre più vantag– giose. A questi concetti di riforma, che furono dai rivolu– zionari piit volte formulati e riassunti anche in ordini del giorno (vedi la mozione di Brescia), io dimostravo che non deve attribuirsi una portata o un valore stret– tamente socialista. Ecco tutto. I riformisti J)ensano ohe tutto Il socialismo non consista in altro che in un 11 crescendo cli riformo " (1'ttrttti). (Vedi Nota E). Noi pensiamo nl contrario che la legislazione sociale, che ò !lempre una quantità di un certo valore non pregiudi– zialmente scartal>ile, 1,011 attua l'abolizione della proprieà cap,tulistica e l'emm1cipazione dtl laroro ('). Che il sindacalismo sia. poi una sola cosa con il libe– rismo arrabbiato di De Molinari e compagni.... è un'af– fermazione che non è fondata sui ratti o su verità (Vedi Nota F), o che non poteva menoma.mente tirarsi come conclusione del miei ragionamenti (Vedi Nota G). Nella mia esposizione io anzi contrapponevo al rigido e schematico liberismo motaflsico o dottrinale un libe– rismo temperato, corretto, avente dei limiti razionali, un liberismo non esclusivo e categorico, ma un libe– rismo integrale e pratico (Vedi Nota H). Se il ::\larchioll avesse tenuto presente alla mente la. concezione del liberismo integralo da me opposta a quella dottrinaria e metafisica, non avrebbe mal scritto ohe " lo diradate file del tardi e degeneri epigoni della scuola classica Inglese, con a capo l'ottuagenario DoMo• llnarl, si iufittlsco110 e si rav,•i,•ano a mezzo dello nuo\'e recluto sindacnllste 11• Il liberismo esclusivo o unilaterale del Do Molinal"I parte dal presupposto che la condizione necessaria e sufllciente del benessere economico universale sia la più illimitata o completa libe1·tù degli scambi. I socialisti (1 1 Yedt I noetrl ar11co11 eul Soc1aus1110qw,·.cuco p111Jbllcat1 nel Dlrt,.h't ,\orlfllt (>1l1ttembre lii.:>~) e nel Jfo1irtnw1t Soclallstt aprllt' IIIMJ-
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