Critica Sociale - Anno XVI - n. 15 - 1 agosto 1906

232 CRITICASOCIALE Unioni,smo, Amministrazione locale, Legge dei po,·eri, Letteratura 1 Oeografta economica dell'lmpero Britannico. Come si vede da questo elenco di materie, insf'gnata ciascuna da autorità. insigni, l'idea di evoluzione storica inrorma tutto l'insegnamento. ]h noi il valore erlucath•o del metodo storico è, nella formazione della cultura e CO· scienza politica delle classi lavoratrici, totalmente disr.o• nosciuto, e il suo posto ò tenuto da un complesso di nrnl digerite generalità di politica e di economia, e di frasi fatto amalgamando Peco dei famosi principi dell'89, con apoftegmi presi da Marx, di~ Engels, da Mazzini o da Cattaneo ed eretti alla dignità. di dogmi indiscutibili o quasi. FJ, nelle altro sfere sociali, il posto .... è quasi sempre vuoto, quanclo non è preso dalla dottrinetta che ritorna di moda. Eppure, è solo il metodo storico e comparativo che può dare la conoscenza. delle forzo che si muovono in– torno a noi, della loro natura e intensità, e dello dire– zioni di minor resistenza verso cui rivolgere gli sforzi nell'ora che corre. E<l è solo èp.1~sta. conoscenza che permette n un partito politico di consen'are consistenza d'indirizzo e lo rattienc dal vagolare incerto nel caos e dal corrore spasmodicamente or dietro questa, or dietro quella riforma, tanto perchè si possa dire che si fa qualche cosa. E la piccola borghesia e la classe operaia sono, più <Pogni altro ceto, bisognosi della disriplina del metodo, che solo rattieue dalle illusioni dogmatiche del seguire i principi. Darò solo un esempio della differenza. d'attitudine mentale che viene dal seguire il metodo comparativo e storico o dal non seguirlo. Su; ,ponia.mo si tratti del sur– fragio femminile. Coloro, che da noi lo propugnano, lo fanno affermando che esso costituisce un diritto; e cosl fanno coloro che propugnano il suffragio univer~alc. Seguendo l'altro metodo, il criterio della bontà d'una riforma non sta nella conformità. a dati principi a prior/ 1 ma ne1-:li effetti che presumibilmente essa produrrà; e, per conoscere questi effetti, occorre lo stu,lio critico e comparativo del passato. Sentonclosi un dato male<isere sociale, se ne studiano le cause e si cerci\ di eliminarle applicando forze che l'esperienza ha chiarito capaci di produrre l'effetto desiderato. In fondo, la differenza fra i due metodi è una diffe– renza dovuta al grado di maturità. politica clei vari po– poli. I popoli giovani, e le classi povere e nuove alla. vita politica, come i primi Hlosofl della Grecia, cercano supplire al clifetto di esperienza con i voli della imma• ginaziooe generalizzatrice, di cui i popoli e le classi esperimentate invece diffidano. Per questo io dubito assai se una istituzione analoga a quella di Oxford potrebbe reggere in Italia. L'operaio italiano, sembra a me, non ha, come l'inglese, l'abitu– dine di guardare all'avvenire attraverso una paziente ricerca di precedenti nel passato; l'operaio italiano, che si occupa dì politica, cerca non <li correggere, ma di distruggero il pass !l.to ; tollera, non cerca la correzione. E vi sono buone ragioni percbè sia così. Inoltre \!ope– raio italiano e il francese sono più facilmente invidiosi, non solo delle altre classi, ma dei loro compagni, che si elevano e divengono leaclers. Rd io non so quanti operai organizzati in Italia sarebbero diJposti a fare una sottoscrizione per dare una educazione adeguata a un loro compagno, che gli permettesse dì diventare un ottimo duce; non so quanti, dì il a. poco, non comince– rebbero a mormorare, e, al termine de' suoi studi, sa– rebbero disposti a seguirlo, anzichè a rinfacciargli, ma– gari, d'esser divenuto un " succhione ,, a loro spese; ciò che del resto potrebbe anche facilmente essere del caso. Inoltre, la coscienza di classe tra gli operai italiani è ancora debolissima ed è ostacolata nel suo sviluppo dal pregiudizio, così detto democratico, per cui la classe o la sua maggioranza. segna la lìnea da. seguire ai suoi delegati. Ritenendosi a ciò ci pace, si ritiene esonerata dal JJrorvedere alla formazione di questi. Oli operai il}– glesi invece sono 'lieti di lasciarsi guidare da leaders capaci e di daroaquesti tutta l 1 opportunità. di rivelarsi o di farsi. Come non sanno concepire che si possa. di:. venire ingegneri senza un luogo tirocinio, cosl non sanno concepire che, senza apposita educazione, si possa divenire amministratori e legislatori. La fonte del diritto è iu tutti, ma il suo esercir.io e la opportunità. di e(lu– carsi ad esso deve essere dnta solo a chi sa mostrarne lo attitudini. Il principio democratico e l'aristocratico, così coordinati, rendono pos-,ibili istituzioni come la sud– descritta. Ove questa coordinazione non avviene e gli operai di grado infcripre non ricorioscono quelli di grado superiore, e questi i più intelligenti tra loro, come i loro duci naturali, si ha, come in Jta1ia 1 lo spettacolo di organizzazioni O})eraie insidiantine altre o discredi– tanti l'opera. emancipatrice, ad esempio, <lella Società Umanitaria. Eppure, nonostante tutte queste difficoltà psicologiche, nulla è più certo di questo, che in Italia manca un or– gano di educazione politica per gli operai. Giaccbè per me è assolutamente eYiclente che a tale còmpito non sono adeguate le Università popolari. Queste sono utili 1 sotto altri aspetti, senza dubbio, come strumenti di edu– cazione collettiva. Ma manca un organo per l'educazione individuale, politica e sociale degli operai, in quanto operai: un organo, cioè, cbe crei dei cluci di ttomi11i, cho servano da modello agli altri, e la cui autorit.li , spontaneamente riconosciuta, costituita di indubbie doti di intelligenza e di carattere, attestata da indubbie espe– rienze coronate da successo, spenga, per sua sola virtl1, le invidie o susciti l'ammirazione e l'emulazione, e, con– centrando sul modello l'attenzione o lo sguardo critico di tutta la. classe, le dia un solo impulso e un'anima sola. ANGELO ÙIU:SPI. DallaDichiarazione d idiritti al Manifesto deicomunisti <•> V Un valoroso cultore della filosofia del dil'itto Giorgio .Del Vecchio, in un saggio acuto e denso cti pensiero intorno alla Dichiarctzione dei diritti del– l'lfomo e del cittadino nella, 1"ivoluzione fm,ncese (2), osservava, esaminandone i rapporti con Je dottrine socialiste, come in due guise affatto a.ntacronistiche questi rapporti siano stati concepiti dai diversi au– tori che li han presi ad oggetto di studio: dove l'Aulard 1 per esempio, giungevn a porre il sociali• smo senz'altro fra. le conseguenze della Dichiarazione altri (e questa è l'opinione dominante) han sost/ nuto che i principi a.elln Dichiarazione rappresentano la teoria tipica del1'1ndividualismo che ne<Ta O<TJli attività dello Stato che non sia la 1 tutela dei dir'ftti individuali, o si pone quindi in antitesi recisa con le osigem:e sociali odierne. La diversità delle conclusioni non è a dire sia nep• ( 1) Presento qui, In una serie àl art!coll, aloune parti dl mio stu– dio più ampio, 111 preparazione. (') Oeno,·a, Tlpogr. ctella Gioventù,1903.

RkJQdWJsaXNoZXIy