Critica Sociale - Anno XVI - n. 15 - 1 agosto 1906

CRITICASOCIALE 235 innumerevoli privilegi per il primo e secondo stato, sotto il cui peso geme oppresi;o il terzo stato: la iniqua clistrihuzione dei tributi, la inferiorità giuri– dica della borghesia e del proletariato, con tutte le suo conscgu<'nzc economiche, producendo, per il cli• sagio insop1,ortnbile, as1>irnzioni indomntc alla ugua– g-lianzn dei diritti, gencrnno anche l'urto di queste aspirnzioni contro la. ,•ccchin concezione della pro– prietà e pr<'1>nrnno,nelle coscienze e_, nella opinione pubblicn, il terreno favorevole alla diffusione di quel concetto nuo,•o, che la. Filosofia del diritto e l'Eco– nomia politica eran venute claborauclo. I piccoli proprietari, i fittoioli, i mezzadri erano alloro quelli che più dircttnment.c sentivano il con• trasto fra la proprietà feudale e il lnvoro: su 100 lire di prodotto uetto, che con lo cure tenaci e le aspro fatiche ottenc,·an dalla tcrrn, imposte, decime, diritti foudnli, cce., ne assorhivnno circa. 81.; a chi nvovn con l'oporn sua cronto il nuovo valore non restava quindi che il I!)% (I), mentre il resto an– <.lavna profitto di chi vnntnvn. titoli di sovranità e di posse~so primitivo. Col\le poteva nello coscienze cleµ-li oppres:ii non esser accolto il conct'tto giuridico di John Loekc, che la proprioti\ è un diritto solo in <1unnto si fonda sul lavoro, o che, come tale, è sa– cro e inviolttbile, perchè collegato con la personalitit e la libertà umana? Questo concetto unisco allora in un ,·incolo di solidarietà tutto il terzo stato, la grande borghesia industriale e la 1>iccola borghesia camrrngnola con i lavoratori e i contadini, che si considornuo nel loro complesso le forze atth·e e produttrici <li tutta la società 0 1 Rcco11do la. frase del .Mirabcau, " il 1>opoloche produce tutto, e che, " per ei-:scre formidabile, non nvrebbe che da re– " stare immobile ,, ('). (C,m/i1111a). Jl. )IOXOOLFO. (I) su,·t.i,u~,, op. clt .. ttHIO. (') J.U'Rtll, OJl. tlt., ?.8•&9- ILLATO PSICOLOGICO DEL SOCIALISMO lii. Lu. teoria. ilei bisogni. (Contlnua~lono). 11. - Per noi, 11origine del bhogno è sempre, in c>gai c1uo 1 una sola. Essa si trova unicamente nell'animo no– stro, ed ò unicamente Il dolore. Il {)Mogno, secondo noi, nasce dalla possibilità della scelta tra due d()lori d'in– tensità differente. Quando al:)blamo un bisogno, cioè una esigenza che richiedo por la sua soddlsrnzlone uu oggetto esterno (il qualo ò sempre un prodotto dcll1umano la• \'Oro o costa sempre, per il suo accapnrramento 1 una certa ratica, noi ci troviamo psicologicamente tra due dolori: uno presente, attuale, che cl tange o ci minaccia, e un altro ruturo, a cui intendiamo dì sobbarcarci per scansare li J)rimo. Non è dunque l'oggelto o la sua ac– cessibilità. che crea il bisogno, e non ò nemmeno il primo dolore che gli dà. vita. Il bisogno sorgo quando, di fronte a uu J>rimodolore dato dalla mancanza di qualcbe cosa, si presenta la possibilità. di SOJ)l)Orlareun altro dolore, una raticci 1 un sacriflzlo por la conquista del!& cosa slessn. Non semJ)ro In scolta rrn I due dolorl ò possibile; anzi può del tutto mancare. 'rizlo si trovn in un deserto e à sete. È questo, in uu tal caso, più un clolo1 e che un bi· ,ogno, percbè l'acqua non c'è, e nessuno potrebbe affron– tare una qualunque fatica, un qualunque saeriflzio 1 un qualunque dolore, anche grave, per scansare quello gra• vh11imodell'arsione. In altri casi la scelta è possibile, mn non per tutti. r, 1 Jtalla, In molte sue regioni, è un pae!!d ,·era mente povero. Or hene: chi sente il rlesiderlo di miglior ,·ita, chi soffre, chi p:itisee molto rimanendo In tristi condizioni economiche, emigra, si sobbarca, cioè, a unn s1>esnnon di'!prozzabilc, a dello noie, a degli stra– pnzzl e anche a dei dolori morali non piccoli. Codest1t gente sente il bisopn.o d'emiurnre, e lo sente perchè, trn il male di restar miseri In patria e quello di tentare la sorto attraverso l'oceano, In estrnncl paesi, reputa mi– noro Il secondo.?: un puro calcolo soggettiro, edonistico, che ,•aria socond!> i diversi Individui. Chi, infatti, abbia timor dell'Ignoto e dell'a\'Venture, o ehi alle miserie di casa ci i\ ratto l'osso, giudicherà. pazzo chi parte. In questo caso, dircbl>e il Colottl, il bisogno non diviene attuoso; In questo ca110 1 diciamo noi, il bisogno non nnsce, ma resta soltanto allo stato ruilimentale di dolore o di dosldcrlo. Oli esempi si potrebbero moltlpllearo all'infinito, nel campo lndlviJunle ed in quello sociale. Perchè, per esempio, un galantuomo non ruba? Non à rorse ancor egli la tentazione di molte 0011eche non può comprare? ~la egli non ruba perchò li doloro morale, che prove. rebbe dopo Il furto, sarebbe <'ento ,·olte J)iù grande di quel lo che pron Innanzi. C'lò non toglie che per un Indro non sia sempre, normalmente, tutta un'altra. rac– ccnlla, e che egli non trovi un mezzo semplicissimo, ac• ceu,b lissimo, come direbbe il Coletll, il mettere le mnnl nello ta,che altrui o lo svaligiare una cas!I. E anche por un galantuomo, del resto, potrebbero cam– biare lo cose. Il giorno che <'gli n,•eibo ùi..,ogoo cli pane per sò o por i figli, quel giorno il rurto potrebbe sem– brare anche a lui un mezzo accessibile, appunto perchè allora lo stra.zio della ramo e l'amore paterno allonta• nerebbcro dalla eun coscienza ogni ritegno morale. Nel ccimpo sociale è lo stesso. Una popolazione affa– mata si rivolta, incendia I cuotti do\ dazio, assalti\ Il ~lunlclplo, affronta In truppa, ammazza e si fa ammaz– zare. Il giorno dopo l11 pnose c 1 ò lo stato d'rlssedio; si tolgono le più elementari liberti\, si imprigiona, si pro– cessa, si condanna un'inflnltà di cittadini: ma il prezzo del pano ribassa, i signori spuentnti ànno aperto I granai, il Ooverno distrllmlsce susssldf a destra e a manca. Lo sco110è raggiun1o: a caro prezzo, è vero; a sudori di sangue, mn ò raggiunto. Che importa, del resto a chi muore di farne, di affrontare I rigori della celi~ o nnche le ùocche dei fucili? Morte per morte, tanto I ,·aie Il tentare. Cna volta, poi, cho saranno cessati gli epa!!lml della r11me,quclln gente tornerà. quieta e tran– quilla ai suol casolari, contenta dei 8UOI cenci e della sua miseria. Dite, allora, a un agitntoro qualunque, a un qualuuquo inrocato rivoluzionarlo che la vada a scuo– tere, se cl riesce; che vada predico.odo sui canti e sulle piazze la. necessità delle barrlCRte e della distruzione. Quella genK', Ieri cosl furibonda 1 resterà impassibile; e, ncco,·acciata al sole, rosicchiando magari uo torso di cavolo, troverà. che non mette pili conto dì rare tanto baccano per nulla, d'arrischiare la pelle o la galera, quando, a questo mondo, basta un po 1 accontentarsi, e c'è posto por tutti. r.eco la. beata rassegnazione dolio plebi abbrutito, caratteristico riscontro alle ire terribili dello J>lobl affamate. Qui dolore, strnzlo grande, impla– cabile, che annienta ogni freno o ra. sembro.re adattis– simo qualunque mezzo, anche Il più <llsJ)erato, e crea Il bisogno Irresistibile della rt,·olta; là quietismo, apatia, tnsenslbllità, assenza dl veri o profondi dolori che sti• molino all'a,tone, e pre111enza Invece di un vago males•

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