Critica Sociale - Anno XVI - n. 14 - 16 luglio 1906

CRITICASOCIALE 215 ramonto, e la },'rancia, cioè a. dire la popolazione elle provmcie 1 l'ererle <lei pensiero e della parte più bella e incruenta della Rivoluzione, comincia veramente a governare sè stessa, a non più lasciarsi governaro dai politicanti o dalle follo tnrboleute della sm1..capit.alo, abituata fino a ieri alle facili ed effimere dittature, mutevoli come i liguriui delle sue mode. È questa la grande trasformazione di carattere che la }'rancia va su bendo, secondo il Bodley, tra– sformazione in senso realistico, che va avvicinan– done la. lo1·n.11recl"esp1·it a. quella •lell'Jnghilterra, che frattanto va sempre più liberandosi dal peso eccessivo delle sue secolari tradizioni e aprendosi alle correnti del progresso. Come indice del mu– tamento egli adduce la diversa fisionomia dell'ul– tima campagna elettorale, in cui, più che a principi astratti, i pal'tigiani della nuova legge si richiama– vano alle sue conseguenze finanziari~ di sgravio a.i contribuenti, per giustificarla. La .E 1 rnncia è iu Europa uno dei paesi in cui le riforme sociali furono più neglette fino ad ora e l'interesse sentito per quesle, pel min.imwn di salario, per la gior– nata di otto ore, per l'organizzazione delle pensioni per i lavoratori vecchi 1 per la disciplin a rleg li scio– peri, offusca lo splendore della vecchia lot.ta. d'idee. Il Bodley nota molto opportuna.mente la parte, assai considerevole, che ebbe il caso, nel portare alla separazione della Chiesa tlallo Stato. Senza rlubbio l'alto clero francese si lasciò troppo a lungo, e specie durante l'affare Dreyfus, condurre e comp1:omettere dai partiti monarchicij ma se Leone X])I fosse stato di vent'anni pili ~iovane o fosse campato due o tre anni di più, se \Valdeck– Rousseau non fosse st..a.tocostretto acl ahbandonar la politica. dalla malattia che in pochi mesi doveva condurlo alla tomba; se l'Austria non avesse op– posto H suo velo nell'ultimo Concia ve alla elezione a pontefice ciel cardinale Rampolla, se nel mede– simo lo Spirito Santo fosse stato più intelligente 11ella scelta del suo rappresentante, a cui perfino i preti negano comprendonio e tatto; se Rouvier fosse divenuto ministro prima, in luogo di Cornbes; forse il Concordato 1 con qualche variante, sussi– sterebbe tuttora. Ciò che qui importa notare si è che questa serie di circostanze fortuite rese la denuncia. inevitabile, senza che la cosa in sè su– scitasse grande interesse nel paese e senza che sia necessario supporre questo mosso da grandi cor– renti anticlericali o antireligiose. Non furono i radicali, non furono i socialisti, non furono nem– meno gli anticlericali a portare allo stato attua le le cose: costoro aiutarono solo ad affretta.re il compimento del processo. La vera causa va cercata nella Chiesa stessa, che si straniò sempre più dalla nazione, e che creò intorno a sè gradualmente un'atmosfera di diffidenza prima e di indifferenza poi, che eia ul• timo diedero buon appiglio alle correnti ostili or– ganizzate. Uno dei pii.i colti costituzionaliHti fran– cesi, ìl Boutuns, ebbe a dire molto giustamente che, dopo il suicidio commesso dalla Monarchia del– Panclen.1·Cutrne, in Francia ci potevano essere re e imperatori avventurieri, ma che la Monarchia. non era più che una cospirazione sempre più scre– ditata e ristretta. La Chiesa era il cospiratore più influente, e la legge che la colpiRce non è, dopo tutto, che una grande legge di pubblica sicurezza. La Repubblica. vive pel volontario suicidio dei suoi avversarì. La nuov& legge à perfettamente consona alla attitudine neutrale francese in ciò che concerne il diritto cli associazione. I Giacobini della Conven– zione non fecero che continuare nel sistema, inau– gurato dai loro re, di cercare nella giurisprudenza I imperiale romana precedenti per leg1slaz1one re– strittiva in materia di associazione. ;\[entre in Inghil– terra gli individui sono perfettamente liberi di asso– ciarsi per qualsiasi scopo non proibito dalla Legge, in "F 1 rancia fi110 al 1901 nessuna si1nilo organizza– zione era possibile senza la formale rrntorizzazione del Governo i e con la legge del I() luglio 1901 l'arbitrio governativo non è tolto (art. 3) o i van– taggi dell'esistenza legale non possono essere go– duti 51enon previa pubblicazione dei modi e fini del1 1 n.ssociazione (art. 5). 'l'utta la scienza storica bloccanla <li Jaurès non è finora riuscita. a negare che in materia di asso– ciazioni la tradizioue della Rivoluzione è la pii.i illiberale e reazionaria che si possa. immaginare; e la. leg~e di cui stiamo <liscorreudo ammette bensi la liberti\ di associarsi senza autorizzazione, ma esigo questa perchè se ne colgano i benefizi. Il diritto di associarsi è sempre connesso con una concezione paterna dello Stato. E, nel caso speciale della Chiesa, non è dubbio che molte disposizioni, specie quelle riferentisi alle associallons cultuelles e al lato finanziario della organizzazione di queste, hanno per conseguenza. di limitare e magari ren– dere imr>o~sibile o sempre più clifflcile alla Chiesa cii compiere le sue funzioni; e cosi la illiberalità. generale della legge è accentuata. da una illibera– lità speciale. L'esistenza di una oppressioue anticlericale in Francia durante l'ultimo periodo cli agitazione è del resto stata ammessa anche dal Clémenceau nell'ultimo discorso, testè prouunziato alla Camera francese, in risposta a Jaurès; oppressione che egli dichiarò essere stata necessaria, ma aver ora finito di compiere la sua funzione. E qui non si può a meno di notare che questo discorso del Clemen– ceau1 come tutta l'attitudine del leader dei radicali, viene completamente a confermare la diR.gnosi dello scrittore inglese. Clémenceau, che fu tanta. parte della campagna anticlericale, Olòmenceau che a momenti parve la personificazione del Giacobi– nismo e delle sue tradizioni, arrivato al potere, sente che l'ora ò venuta per la cessazione della lotta tra i ))l'incipì estremi e pel' un lavoro co– struttivo di riforme conciliative. La meta.morfosi di Clòmenceau al potere bene esprime questo chiu– dersi della parentesi rivoluzionaria. e questo ritorno al realismo politico. . • * Il libro del Sabatier non ci tratterrà altrettanto a lungo. Anche il Sabatier ammetto che un muta.– mento sta compiendosi nello spirito francese. Egli ci parla cH un clero più colto e più aperto alle idee moderne, così della scienza, come della poli– tica applicata, e in lotta contro l'ortodossia fossi– lizzata; e ci parla pure di sintomi di ravvicina– mento tra correnti cattoliche liberali e correnti di liberi pensatori i e sembra sperare in un cattolicismo rinnovato j e certamente vede nella separazione della Chiesa dallo Stato una circostanza, che può immensamente aiutare il processo di adattamento della Chiesa alle condizioni cli esistenza dello spi– rito moderno. In regimi di libertà. e di eguaglianza giuridica, la Chiesa. non può mantenersi se non assimilando i motivi migliori del pensiero dei tempi e usandoli per l'educazione di coloro che non sanno educarsi (la sè; ossia non può mantenersi se non divenendo il più efficace strumento di educazione e di formazione del carattere per quella parte - che sarà sempre l'immensa maggioranza - del genere umano 1 per cui l'esistenza d'una. guida. autorevole è una necessità di vita. I dogmi, le cerimonie, il loro significato non sono utili se non subordinatamente a questo còmpito. 'fale la tesi

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