Critica Sociale - Anno XVI - n. 14 - 16 luglio 1906

CRITICA SOCIALE 211 ammirò. E desso, che esce da una recente e grande affermazione popolare, si pres{'nta pure in condizioni differentissime da tutti gli altri, non solo 1>or il suo carattere imperiale, che lo ronde la fonte dei diritti di tutti i Parlamenti delle colonie britanniche, no– minalmente, nella teoria giuridica., in cvndizio110 cli vassalle, ma anche sotto altri aspetti. B!1sonon ha più diritti fondamentali <la tlireudere o conquistare: esso, ne' suoi due rami, è sonano. )[a 1 appunto perchò questa sua.sovranità è da lungo tempo incontestata, ha cessai.o di godere l'ameola della novità. J~, mentre, all'avvento della regina. Vittoria al potere, la Monarchia pareva una istitu– zione tollerata e screditata, che il minimo crollo avrebbe potuto abbattere; durante i 6-1 anni di regno di costei e il regno di Edoardo Yrr in corso, essa 1 pur mantenendosi politicamente negli stessi limiti costituzionali, è divenuta il vincolo simbolico d 1 unione fra. tutte le parti dell'Cmpero, il simbolo dell'unità della razza, del diritto, della storia, delle libertà. comuni, o così, parlando alla imma~lnazioue, pol solo fatto di sovrastare a parecchi Parlamenti oltre che a.quello di \Yestminster, ha diminuito la dignità di quest'ultimo. J~, invece di essere tollerata o soste– nuta clal·la Chiesa o dall'aristocrAzia com'ern. verso il 1830-1·838, è il puntello cho tiene in ordino tutta ht fabbrica, di cui molte parti - specie le colonie - altrimenti sarebbero pii1 esposto a correnti cen– trifugh e. Onde o~gi la Corona è, insomma, di gran luni.pi più popola.re del Parlamento, in tutte le classi, incluse le lavoratric i e non esclusi i socialisti, ben con:sci che, senza la lealtà alla Corona, il solo vin– colo clic unisce l'Austral-ia. e la Nuova 1/.elanda al l"ln~hilterra, quei due paesi dovrebbero dedicare alla dffesil. nazionale molta parte delle somme, che ora spendono nei loro esperimenti di riforma sociale e cli controllo della produzione tcniern e industriale. B, nonostante tutte queste differenze tra i vari Parlamenti nelle loro origini storiche, nei loro poteri, nella loro importanza rispetto ad altri organi della sonanità nazionale, non è duhhio che, dalla riunione dei loro rappresentanti néllo storico palazzo di \Vcstminster, un voto uscirà unanime, una questione sarÌl, principalmente trattata: la questione clellctri(lu– zione degli armamenti. Gli lnglesi, premuti dalla concorrnnza americana e tedesca, sono decisi ad ogni sforzo 1>erchè le co– lossali spese per gli armamenti, che essi furon co– slretti di elevare al massimo, cessino, a lol'O volta, di premore dannosamente sull'ìnçlustria e sul com– mercio. Non disponendo di una popolazione altret– tanto numerosa quanto gli Stati Uniti e la Germnnia, ove la popolazione ò in aumento, l'[nghiltcrra, per quanto densissimamente popolata, ha una base più ristretta. per le imposte. ~Iu l'interesse inglese coincide co11 l'interesse eu– ropeo, e, or non è molto, {\utorità. finanziarie cli prim'ordine, come il Giffen e Lord Avebury, richia– mavano l'immenso danno a cui l')!;uropa si espone, con i suoi armamenti e le sue tariffe doganali al– tissime, per rapporto all'incalzante concorrenza ame· ricana e a quella asiatica giù in vista, in se~uito alla industrializzazione del Giappone, dell'[nclia e della Cina. Se essa non toglierà questi sperperi e non dedicherà presto le sue migliori energie alla scienza e alla. produzione, anzichè alla distruzione, il suo destino è determinato. E, se l'interesse in 4 ,..,.lesecoincide su questo punto con l'interpssc eu– ;opeo, esso specialmente coincide con l'interesse delle nazioni piccole o nuove. J1 l3i0rnsou recentemente fuceva appello alla buona volontà. della s,,ezia, della Norvegia e della Dani– marca per costituire una Lega di popoli nordici per la pace; Lega che, pochi mesi 01· sono, venivn pur preconizzata clall'l\ttuale Primo Ministro inglese. Perchè, uella occasione della conferenza interpar lamentare di Londra, i rappresentanti dell'ftalia non potrebbero gettar lo basi d 1 u11 1 intesa pN una Lega nnalog-a nel Mediterraneo? Se l'Italia potesse venire ad una intesa cordiale con l'Austria, cesserebbe per essa la necessiti\ di tenero l'attuale bilancio della guena e della marina, e la riduzione delle spese militari, sia pure al livello più alto che il più ti– moroso dei r:onsenatori può ritenere necessario per l'ordine pubblico, lasciercbbe sempre un campo lar– ghissi:no ad economie stimolat.rici di risparmi e di investimenti produttivi. L'Italia e l'Austria hanno interesse comune al mantenimento dello stalli quo nel :Mediterraneo; 1'11nica difficoltà è la. questiouc delle terre irre– dc,nte; ora, col principio delllt autonomia, questa que– stione scompare. Perchè, ove la cultura ihtliana può essere conservata e sviluppato liberameute, ove i cittnclini col voto 1)0ssono controllare l'amministra zhrne centrale e locale, dh·irnc indiffercntn l'appar tenere ad uno Sti,to piuttosto che ad un altro, dal momento che il diritto è egualmente custodito in entrambi. In Austria il Governo dell'Imperatore è deciso a concedere il suffrngio universale, e, questo ponondo praticamente le basi della autonomia in ogni regione, io non vedo alcuna difficoltà. perchè, con un po' di buona volontà, lo scopo sia raggiunto. Giammai il suo raggiungimento fu meno lontano; giammai fu pii1 urgente il pcr~eguirlo; perchè solo a questa condiziono si possono rimuovere gli osta– coli finanziari pÌll formldahili, sia ad economie che stimolino la produzione nitzionale, sia a rirorme che la rendano piì.1nudrita di intelligenza, come la scuola dC'llo Stato, elementare e professionale. !.'affermazione di questi propositi da parto di per• sona nu torcvole, nel Congresso di Londra, potrebbe segna.re un grnnclc pa!3SOsu questa: via.. 1 cho a me pare ta le da dover essere bene accolta da persone d'ogni partito. L'idea del_Ia riduzione degli arma– menLi e della pace europea, fondata sul !calo ricc• no!:lcimcnto del diritto di tutti, non appartiene più al mondo dei sogni: è una idea.forza in via di diventar f'f"ltto; e 1 appunto per gli inurwnsi benefizi di cui ò feconda, devo diventare il pernio regolatore di tutta la 1>olitica nazionale. A..."'i'GELOÙRESPJ. " Alle sorgenti ,, Il nuovo canzoniere di Giovanni Bertacchi La psiche poetica di Oio,anal Bertacchi si evolve o si allarga. Dalle nostalgie, un po' monotone, <lei Canzo– niere delle Al°pi e dello :\lalie del Passato, venendo a queste Sorge11U ('), egli, ,·eri\mente, ri<iale: risale, se cosl può dirsi, il corso del suo pensiero e dell'anima sua. Egli va verso le scaturigini; tendo il labbro riarso verso quelle che furono le sorgenti prime della storia e della vitn, clellil. vita. uni versa, protesa nello spazio e noi tempo, della quale egli sente sò attimo ed atomo fuggitivo ed imponderabile. Ma lo sorgenti prime vi furono mai? Qurtlo la polla originaria, quale la foce? E cosl la seta del poeta non avrà. spegnimento. So presumessi di poter fissare in poche frasi quella che ò, o mi J)are, la caratteristica ftlosoflca della poesia di Olovanni Dertn.cchi 1 direi cho in essa rivive tutto il vario e molteplice misticismo delle età 1>nssate 1 quale può essere sentito da una mentalità temprata a tutti i tormenti critici della scienza odierna. Finora (') Alle so,·ge11U: llrlohe. - Mll1rno, 1906, lJaldlnl, C11.8t0l<IIe c. j p11g-g. 208 (L. S).

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