Critica Sociale - Anno XVI - n. 14 - 16 luglio 1906
CRITICA SOCIALE 221 al consumo della popolazione in Sicilia, perchò la popolazione si è quadruplicata dall'epoca antica ad oggi. Anche la produzione si è accresciuta, ma non più di una volta e mezzo l'antica. Il quoziente ò diminuito, quantunque il dividendo prodotto sia ne. cresciuto, perchè il divisore popolazione è aumentato in una misura maggiore del dividendo. A provare poi, indipendentemente dalle suddette considerazioni storiche, che la intrinseca feracità tlclla terra siciliana è rimasta pressochè immutata, basta il fatto di un breve riposo per ridare la verginità alla terra: per cui i contadini preferiscono la terra riposata o nugghia: (t lascia la terra vantata e piglia la riposata,.,, dice un proverbio agrario siciliano. Delle altre colture seminative dei latifondi siciliani non è, per il presente obbietto, da tener conto, perchè esse, quantunque pur necessarie al commercio, sono semplicemente sussidiarie di quella del frumento; e se ne farebbe ciel tutto o. meno, rinunziando alla tanto nutriente fava e agli indispensabili prodotti dell'industria armenti zia, se si potesse ripetere nello stesso campo ad ogni anno il frumento. La stanchezza, adunque, della terra in Sicilia non è determinata da esaurimento, ma da insufficiente riposo. La stessa causa, che costringe a non far suf– ficientemente riposare la terra, fa rialzarne il prezzo d'uso con grande tornaconto del latifondhnno. La fame del prossimo dà. ognora nuove e maggiori ricchezze ai padroni della terra. La rendita fondiaria. - La coltura del frumento, nel suo assieme di tutta l'Isola, si è fatta più costosa, perchè le spese culturali e la semente nelle terre meno fertili sono, se non maggiori, lo stesse di quello delle terre più fertili. Intanto il prezzo del prodotto resta unico, sia poca o molta la spesa di coltura. L'imperioso bisogno di maggiori prodotti e di un maggiore impiego di braccia fa estendere la coltura del frumento nelle terre cli viepilt decrescente fertilità e fa a dismisura accre– scere il prezzo d'uso delle terre seminativo. C,pnsegue da ciò che il maggior costo delle colture non può caricarsi sul latifondista diminuendone Il\ rendita, ma pesa solo sul misero profitto della classe lavurn· trice dei campi. Questa 1 accresciuta pili che non lo sia la superficie seminativa, deve in una feroce con– correnza farsi derubare di tutto il prodotto del pro· prio lavoro. n prodotto delle colture seminative e dell'industria del bèstiame dà ora in media supergill 150 milioni di lire nei latifondi siciliani. Di questa somma i pochi latifondisti prelevano una. cinquantina cli milioni sotto forma di affitti. .Altri 25 milioni possonsi calcolar<', in via di approssimazione, per sementi, attrezzi ru– rnli e mantenimento degli animali da htvoro; ora si va in qualche paese aggiungendo la spesa per la concimazione chimica. :Forse una cliccina cli milioni ,•anno agli intermediari s1>eculatori. Resterebbero 65 milioni di lire per pagare il lavoro agricolo della semina e della pastorizia ad una po– polazione cli circa 650 mila contadini, ossia cento lire per ognuno. C'è eia scialare! La rendita fondiaria è stata sempre assorbente della maggior parte ciel prodotto dei latifondi sici– liani; ma si è voluto in questo scritto dimostrare che la stessa massima estensione della granicoltura a tutte lo torre possibili è riuscita di tornaconto nuovo al latifondismo e di maggiore svantaggio per il ceto contadinesco. La storia ricorda i continui rammarichi della po– polazione rurnle siciliana per l'alto prezzo della terra; e i prOverbi testimoniano della perenno esorbitanza dei padroni dei campi nella retribuzione dei coloni. ] 3 er citare qualche esempio, nei tumulti di Palcnno del 1647 capitanati da Giuseppe D'Alesi, i Consoli delle maestrnnze, convenuti nella chiesa cli S. Giu– seppe assieme al Senato, ai nobili e ai prelati, tra. le molte riformo richio:Sto inclusoro che si - scemasse d'un quarto il prezzo annuo delle locazioni dei ter– reni seminativi, come di un quarto la quantità dei ferraggi, ossia delle prestazioni in frumento, che i tittaioli clovoano ai paclL'OllÌ ,,. ([SIIJORO LA LU~IIA, Storie Siciliane: GiusepJif' D'Alesi). Nella seconda. metà. del secolo Xl X. ora scorso, l'Rflìtto dei latifondi si è triplicato e quadruplicato, senza che i proprietarì a\'C11serospeso nulla per tra– sformare le campngne. "Nel mentre tutte le colture intensive dei piccoli poderi furono ad una ad una colpite eia fallimento 1 la rendita degli cx feudi tenuti per la pastorizia nomade o por il St'ntinerio a mag– gese è salita continuamente. In provincia di 'L1ra1>nni, por la vicinanza maggiore alle zone della piccola possidenza, gli affitti dei latifondi hanno raggiunto il massimo cli tutta l'fsola: in media. L. 70 all'ettaro per i terreni seminativi o L. 200 por i vigneti. I foudatarì assenteisti assorhono sotto forma di affitto una gran parte elci prodotto clcllo terre, e sfuggono a quasi tutte le locali tassazioni nei puesi dove giacciono i latifondi posseduti, porchè non vii dimorano. Sui loro consumi essi pagano le tasse nei grandi centri dove fauno la vita da signori: i g-rnndi centri devono perdò molta. parte dei loro bilan Ci pubblici alla rendita fondiaria dei piccoli Comun rurali. (n questi le tasse comunali possono applicars alla sola parto del prodotto agricolo che reste~ ai ltL voratori; e siccome questa pal'te è piccola, le tasse dei Comuni rurali dove è alto il prezzo della terra sono insopportabili ai comunisti e insuflicienti ai servizi pubblici reclamati dal progresso civile. Gli esempi sarebbero numerosi per comprovare questo stato cli cose: ma valga per tutti quest'uno. Il Comune di Contessa IDntollina, in provincia cli Pu– lermo, ha un territorio di circa !JOOOsalme ettari 25 mila). Orhene, i suoi tremila abitanti non ne pos– siedono che 300j le altre 700 salme appartengono a non piÌl che venti grossi possessori, tra principi, conti 1 baroni, cA.valieri o simili patriotti. (Si veda l'opuscolo del can. O Exov1:s1,: da Coutos11a: La q1w• stio11e agraria in Sicilia). Costoro vivono a Palermo o in altri grnndi centri, o non pagano sulla corri– spondente rendita fondiari!\. altra tas'3a al Comune di Contessa che una tenue sovrimpostit. Come puoi:isi in questo modo mantenere l'insegnamento primario, l'igiene, la vitLbilità. ed il pubblico decoro nei paesi funestati dal latifouclo? Pel'Ò i prerlicatol'i di civiltà alla Sicilia vorrebbero far risorgere i hilanci dei Co– muni abolendo la banda musicale, che con tenue spesa è ciò che solo in un misero Comune rurale eleva a vita. meno di~unrnna. Sella produzione jndustrializzata il prnprietul'io pnò arricchirsi, è vero, col lavoro dei suoi salariati; ma egli, con i perfezionamenti tecnici elio introduce, con lo spirito d'intraprendenza e con ht direzione intelligente o laboriosa, riesce un fattore di nuova ricchezza. Nell'ngricoltum a latifondi sominRtivi o pitscolatori lA.produzione, invece, altidata alle 80le forze naturali e a mezzi di lavoro assai primith·i, si mantiene scars,t; ma la rendita pnclronale si alza via \·ia col crescere della popolazione e dello sviluppo sociale, senza che il padrone concorra in alcuna mi– sura alla produzione. Il latifondista. ha intore~se a. mantenere lit produzione scarsa, senzH.nlcun inve:-;ti• mento cli capitale, perchè la. rendita sia netta. ciel tutto da ogni rischio e da oi::ni intoro~sc. La renditll della nuda e sel,·aggia terra è crescente da si.•,pre· leva dal prodotto la principale pnrh', lasci.rndo in miseria ciascun lavoratore, cd asskura l'ozio signo• riie: perchò preoccuparsi d',tltro? 11mugg-iore pro~ dotto dell'a.,!.Cricoltura ìndustrializznta. farebbe climi• nuire la quoti.Lpercentuale che il prezzo d'uso dolla
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