Critica Sociale - Anno XVI - n. 13 - 1 luglio 1906
CRITICA.SOCIALE' 201 beneplncito; ma, se non sono proprio dei burattini tirali coi fili, sono unn. tal quale specie di tutti i ro o di tutti i sovrani di questo moneto, i quali, nonostante le terri– bili e maestose apparenze. riduconQ il loro dispotismo a mettere la firma. e il polverino a quanto dettano e vogliono coloro che li circondano e, corteggiandoli, li domina.no . Restando in motafora 1 si può meglio paragonare il volere a uu sovrano costituzionale, che, nei limiti Im– posti da.Ile leggi o sullo tracce segnategli <lai parla– mento, guida il cnrro dello Stato. E con ciò non si nega, anzi si afferma tanto h\ sua esistenza quanto la sua efficacia. L'estremo, dunque, a cui vanno gli idealisti, che, per direndere le i<iee, rinnegano le cose, è altrettanto errato quanto l'estremo a cui sono giunti i materialisti, che, a\1 1 infuori o al disopra dell'ambiente esterno cd ogget– tivo, non vogliono riconoscere uò <111.1· valore alla per– sona umana. Perchò, se non si può dire, come diceva l'Engels, che le solo forze obiettive cd estraneo /:umo dominato ·1a storia; non si può nemmeno sostenere, come sostiene il )raion, che solo le forze morali :\uno il potere di rivo– luzionnro la storia.. r-'a storia ò qualchecosa rti più com– plesso, In cui non agiscono in modo osclusi\•o nè In ce– cità delle forze materiali nè la chiaroveggente attività dell'uomo. La storia - e qui ànno torto i materialisti - è anzitutto e sopratutto il risultato dell'attività. umana; ma questa attività. - e qui s'ingannano gli idealisti - non ò di elezione critica o di ar!Jitrio ragionante; è una altivìlà cbe poggia i pied! sulla terra anzicbè libraro lo ali nel cielo, ccl à per suo natural presupposto, a11zi .per sua ragione 1 non una pura modificazione o deter– minazione interna dell'io, non lo sviluppo proprio o <li• retto dell'intollctto, della ragione o del pensiero, ma la necessità, il bisogno, gli stimoll che promanano dal moudo esterno. Psicologia, arlunque, vuol essere nello studio della storia, ma J)sicologia oggetti va, e non il soi;gettivismo psicologico di coloro che fauno dell'uomo e delln. natura cluo entità separate ed inconciliabili. ... 7. - Ora, a vero dire 1 una sana e concreta psicologia noi ben la trovlamo aucho in Marx, le cui vedute sono state troppo confuse e troppo si confondono con quelle unilateralmente esagerate dei suoi seguaci. llarx, ad csempio 1 nella Misère cle la philosophie i\ co.il posato il principio delle investigazioni storiche: u Quando ci si domanda perchò un dato prindpio s'ò manifestato nol\'x1 secolo piuttosto che in qualunque altro, si è necessariamente forzati ad esaminare mim1- tamenle quali rossero gli uomini dcll'x1 secolo, quali i rispetth·i bisogni e lo loro forze produttive, il loro modo di produzione e lo materie prime della produzione stessa, infine quali fossero i rapporti da uomo a uomo, rirnltnnti da queste condizioni d'esistenza. ,, E tale passo ò così commentato dal Sorel nei suoi Saggi critici del marxismo: H In detta enumerazione si possono distinguere tre categorie: i bisogni, la produzione, i corrispondenti rap– porti j e anche tutto questo studio deve essere sussidiato dalla conoscenza del carattere cli tali individui; la. psi– cologia può essere considerata come la luce primitiva che si rifletto sulla storia e corno il riassunto tlell'inve• stìgazione. Si devo nntare qui che ì\lnrx procede come llegel, 11economia. è per lui il sistema <lei bisog11i, e i hisogni sono determinati dall'orgnnizzaziono sociale tutta intera. n (1) (': O!OROIO SOH•:1.: S11g(Ji d! c,•iUtfl citi l/l{fP'.("i8Jll(I' ~Rndron, 1903, lll\g. 42. Marx dunque non à dimenticato nò il lato oggeltivo nè quello soggettivo e psicologico del fenomeno sociale, anzi Il primo à messo quale substrato necessario del secondo. Yero ò però ch'egli à sentito il bisogno, logi– cissimo d'altronde - doJ>OaYer rivendicato l'esistenza e la potenza del mondo esterno, dei rapporti materiali della ,•ita, del fenomeno economico - di estendersi e trattenersi su tale lato della sua fllosoftn, lasciando l'altro in disparte. Di qui le esagerazioni o le aberra– zioni dei suol seguaci, come pure di qui l'apparente dJbacle di tutta la sua <Iottrin!l,non solo economica ma filosofica, una volta che le teorie economiche, messe a.Ila bnse del suo edificio logico, ànno scricchiolato sotto i colpi della critica. l\la noi crediamo invoco che l'edificio J)Ossa sempre ejsero convenientemente riattato e ricondotto al suo pas.:rnto splendore. 'J'utto sta a rinsaldarne coi nuovi principi lo fondamenta economiche e a sviluppare e mettere in luce le parti superiori, la soprastruttura psi• cologica e morale. Al postutto, per quanto riattata, avremo sempre una costruzione completa ed imponente, e non le Role fondamenta, senza edificio, dei materia– listi unilaterali, o l'edificio e le soffltte e i comignoli, senza fondn.menh~, degli idealisti ad oltranza. . . . S. - Un quid simile al lavoro nccennnlo sopra fu già tentato, alla. meglio, dnl sottoscritto in un precedente studio sulla teoria della miseria. crescente (1). Questa teoria, che ò di tanta importanza neJ:a dottrina marxista come dimostrazione della inevitabile catastrore borghese, per quanto abbia in llarx e uei marxisti un leggero s1,uuto psicologico, cioè si tro,·i qua e là, ,·aga.mento e conrusamente, basata SOJ)rauoo squilibrio fra i salart e i bisogni dalla classe lavora.trico, puro nolla massima parto dei casi, o nella lezione comune del marxismo, à un carattere prottamente economico cd oggettivo, in– tendendosi per miseria crescente o l'assoluta miseria fisica, la mancanza o la deflcionr.a del necessario, l'as– senimcnto e In degradazione (f'apitale, libro I, cap. 32) 1 oppure una miseria relativa 1 ma oggettiva anch'essa, risultante da una sproporzione crescente fra i salari della classe lavoratrice e i profitti dei capitalisti. Ed era oalurale che i marxisti, nel !oro vi\·O desi– clerio di escludere dalla loro dottrina ogni più lontana ombra d 1 arbitrio umano facendo agire lo cose, sceglies– sero e preferissero, fra i vari e diversi aspetti della mi– seria, quelli che, nella loro assolutezza ed anche nella loro relath,Jtà, sono pur sempre un effetto tangibile e misurabile del mondo esterno, scansando ccme o meno importante o meno llecisivo, per quanto innegabile e riconosciuto, quello che risulta da un rapporto fra Fam– bionte esteriore e l'animo umano. gd essi ànno arnto ragiono por molto tempo, cioè flnchè nei \'ari paesi sono durati i primori1i della civiltà capitalistica ed industriale, apportatrice, al suo nas..:ere, di crisi frequenti, di disoccupazione, di ramo; insomma di misorio. vera e propria nel senso più crudo e reali– stico della parolai non quando, rattasi gigante l'ilulustria, è cominciato ovunque, o,•e impera l'odiato capitalismo, un crescente rialzo dei salart in senso assolnto e rela• tiro. Allora i marxisti, cli fronte a un innegabile cam– biamento di cose, davauti al miglioramento materialo e visibile d 1 un mondo che essi credevano in isfacolo o volevau già seppellito, ì,uno perso la loro serenità e la ( 1/ UI TtOl'i(I mfll'Xi8l(I (/tl/a misti-111 tt'tlltl'llle t 111 Sll(I 1wlta bi• ttr,Wtl(l:t;lOllt - J)rCS80 IR c,·ltit(I SotJOlt, 1002,
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