Critica Sociale - Anno XVI - n. 13 - 1 luglio 1906
CRITICASOCIALE 197 estensioni di esso, ma già troppo sviluppato e dif– ferenziato perchè lo si possa mantenere - .fuorchè formalmente, secondo la formula ferriana - in uno stato di compattezza vera e propria: ond'egli, più che di un vero 1 • partito 11, crede che si debba ormai pal'iare di un complesso e vario " movi– mento 11 socialistR. .2. dunque Ja fine ciel partito che egli proclama? In un senso, sì, certamente. E 1 per quanto ciò possa allarmare quel misoneismo 1 che sembrtt es– sere tanto più profondo in un partito quanto più questo è novatore 1 non sgomenta noi certamente, se si tratta - come crediamo - di un trapasso necessario verso nuove e più salde formazioni po– litiche e morali. Se il prevalere al Congresso della meùia cor– rente, o corrente integralista, sia desiderabile più o meno, è quesito su cui solo i fatti ctiranuo l'ultima parola: ma la discussione ue e oziosa. Ciò che importa. ò che, se ha da trionfare, non trionfi con essa l' et)uivoco: sia una risultante meccanica di forze ben distinte, non l'effetto di nna pre\·eutiva confusione di idee: ci vinca, ma– gari, non ci assorba. Su questo punt,o il Varaz– zani si mostra ben ,lcciso. ll 111,isch-niasch, se sarà. inevitabile, sarà un punto cli passaggio, ma rimar– nurno integre le forzo " vitali, efficaci, fattive - come dice il Varazzani - del partito che salverà. l'avvenire n· Indubbiamente, la concezione qui riassunta ri– sponde alle condizioni obiettive delle forze socia– liste in Italia nel momento presente e risponcle allo stato d'animo di molti <le'suoi componenti. Essa non irrita i sindacalisti, di cui non domanda la esclu– sione, lusinga gli integralisti, di cui non osteggia la vittoria, e può essere accettata àai riformisti (adottiamo anche noi Cl_uestaparola per brevità) in quanto riconosce ad essi piena libertà di azione e il diritto di serbare intera la fisionomia che è loro propria. Là. dove questi ultimi non ancora possono vincere, si contenteranno frattanto di un meno peggio; dove han vinto, o si sono separati, non sarà peggiorata la loro situazione. A Milano, ad esempio, il dibattito fra riformisti e sindacalisti è superato ed esausto. Il Congresso non può nulla mutare a tale stato di cose, salvochè restituire un battesimo formale - e del resto, pei fini locali, non necessario - alle forze riformiste, formalmente disgiunte dal tronco ufficiale del partito. Senouchè la tattica prevista e preconizzata dal Vara.zzani è essa una soluzione? Non diciamo che abbia l'obbligo di esserlo: vi i:;ono situazioni che soltanto il tempo risolve, e le anticipazioni artifi– ziose non sono che maschere. Constatiamo tuttavia quali effetti essa possa generare nel partito, nel• l'ipotesi che al Congresso essa dia quei risultati che il Yarazzani stesso se ne riprc,mette. L'integralismo dunque è prevalente: e$SOnon è che un coucetto negativo, una forma di pensiero arretrata, e vince, non malg1·aao, ma in 01·azia di questi suoi difetti. Ma, sotto i suoi auspici, tutte le altre correnti son riconosciute in pari grado. li sillabo è finito. La Direzione - quancl'anco con– servi le apparenze esteriori di una Direzione - non è più, in realtà, se non un Segretariato Am– ministrativo di una federazione di Gruppi - coe– sistenti non solo nel partito, ma ed anche nelle varie località - di Gruppi più o meno concordi, più o meuo in lotta fra loro, legati fra loro da un filo sot.tilissimo, da una vaga finalità cui si corre per divel'se vie, dalla ideutità di un nome a cui toglie og11_i valore, nella azione quotidiana, la diversità. dell'aggettivo. E i Congressi - i Congressi mede– simi - non sono più le grandi assise proletarie, che dirimono le dispute, che impongono la <lisci- plina: sono punti di ritrovo, sono conferenze un tal poco accademiche, dov e le var ie correnti si ci– mentano nella discussione, reca.no i frutti delle loro esperienze, erigono la sta tistica comparativa dei rispettivi seguaci, manifestano i loro propositi, ten– tano qualche accordo, qualche 1nollitS vivendi su determinate questioni, danno risalto ai punti sui quali ogni intesa è impossihile. Giostre, tornei, teatri anche - non tribunali 1 nè Parlamenti pro– letari. ~ dove le incompatibilità 1 le ragioni delle lotte tra Circolo e Circolo, tra fra.zione o frazione, siano vive e mature, esse permarranno, forse acuite eia.I diritto formalmente riconosciuto all'esistenza di ciascuna, o disasprite forse - e noi pensiamo f'he ciò sia più probabile - dal fatto che ciascuna sarà libera di agire nell'àmbito suo .... Un Congresso, come la più bella fanciulla del mondo, non può dare se non quello che ha, e non può partorire la concordia e l'unione se non le rechi nel seno. Onde la prospettiva? affacciataci dal Varazzaui 1 uou è altro, in realtà, che una diagno~i. Egli se– :.,111ala i caratteri della fase nuova in cui sta per entrare il partito - so vogliamo tenerci stretti a questa parola - o, se vogliamo essere più esatti, in cui sta per entrare il movimento socialista. In esso avviene qualche cosa di parallelo e di ana– logo a quanto si verifica nella evoluzione storica dei gruppi umani, delle genti e delle nazioni. Al periodo dell'idillio primitivo si sostituì la fase <lit· tatoria - sia pure dittatura delle maggioranze po– liticamente militanti, che son sempre minoranze minuscole di fronte alla totalità del proletariato, anche intelligente e cosciente. Ma la dittatura di– venta sempre più insopportabile e inefficace, la pretesa unitài imposta da decreti o simulata nelle formule, diventa sempre più menzognera, mano mano che le forze reali divergono fra loro e pre– ludono a nuclei novelli, a nuove formazioni. La libertà. diventa una necessità di vita, e la legge dello sviluppo è la concorrenza nell'azione. Il riformismo - che per noi è il solo sociali– smo, il vero u socialismo senza aggettivi n, sebbene non invochi il monopolio di consacrazioni esteriori e di timbrature meccaniche - non avrà il suo trionfo da deliberazioni di Congresso, da riforme di statuto, da accorgimenti di tattica: lo deriverà. dall'azione. È l'azione la grantle, la vera, la sola consacratrice, l'arbitra inappellabile dei valori so– ciali. Quanto più esso, spastoiato da preoccupazioni formali, saprà essere sè stesso e intensificarsi e integrarsi, tanto più e più rapidamente potrà pre– valere. Un'azione integrate è esaUanienLe L'opposto dell'azione intco1·alista. La collisione e la compa– razione delle azioni diverse, sulla base delle espe– rienze e degli adattamenti progressivi, liberate però dal perturbamento incessante del settarismo e delle scomuniche fraterne, consegnerà la vittoria. a quel– l'una che meglio mostrerà di rispondere a tutte le esigenze dell'interesse proletario, iu quanto ò ideale socialista. iu quanto, cioè a <lire, si confonde col– l'interesse stesso della civiltà. Ed eccoci avviati per tal guisa a una uniti\. superiore del movimento, a una ricostituzione del partito, prodotti di cotesta "',Iemocrazia interna n del partito medesimo: una unità non più chiesastica, non più religiosa, ma figlia di competizioni e di selezioni, che avranno elevato il valore del partito, elevando il valore di tutti i suoi componenti. Cosi, se la tattica additata dal Varazzani non è per sè stessa una soluzione che 1>ossa improvvi– sarci il Congresso, ò però la preparatrice delle so· luzioni future. Almeno non le ritarda, e schiude loro la via. Acconciandosi al11inevitabilo, tentando di abolire lo spirito settario 1 richiamandosi a un°'
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