Critica Sociale - Anno XVI - n. 13 - 1 luglio 1906

CRITICA SOCIALE 207 con fr. 6.119.314 di versamenti, per i quali lo Stato cor– rispondeva un contributo di S 1 /t milioni di franchi. Il contributo dello Stato, pel primo periodo 1900-Hl04, rap– pre~enta una somma di 15 1 / 2 milioni di franchi('). Però al sistema non mancano critiche, in quanto esso lascia l'operaio senza difese nei casi di morte prema– tura e di invalidità; perchè i premi dello Stato, pro– porzionali ai versamenti, non sono proporzionali allo sforzo di previdenza fatto dagli assicurati; perchè infine i soci si reclutano fra una élite relativamente scarsa di operai e fra persone che dispongono già di un certo benessere. È certo però che In. percentuale degli associati è alta (800.000 circa su 6.000.000 di abitanti) (2J. In Italia tutti i progetti presentati dall'81 in poi (Berti, Grimaldi, Vacchelli e Ferrari, Luzzatti, Lacava, Guicciardini, diventato poi legge luglio 1898) tengono fede al principio della libertà, e la legge del 1898 limita la responsabilità dello Stato al suo concorso nella co– stituzioae del patrimonio e dei redditi annui nella Cas:ia nazionale di previdenza. "I risultati sono quali pote– vano essere in un paese a bassi sa.lari e a mutualit.à poco sviluppata. Le iscrizioni iu 5 anni non hanno su– perato i 160.000 soci. 11 totale di tutti i fondi della Cassa si elevava, al 3'! dicembre 1904 1 a 34 milioni di franchi ( 3 ). I soci sono ora circa 200.000. Ben diversi e ben più confortanti rirnltati troviamo nel paese dell'assicurazione obbligatoria, la Germania. La legge del 13 luglio 1899, complelata e estesa succes– sivamente, rende l'assicurazione obbligatoria, a partire dall'età di 16 anni, per gli operai salariati e gli appren– disti d'ogni professione, senza limite di salario, e per gli impiegati e commessi, nonchè i professori e maestri del– l'insegnamento libero 1 quando il loro guadagno annuo non superi i 2000 marchi. Dà poi facoltà. al B1tndesrath di estendere l'obbligo dell'assicurazione ai piccoli indu– striali e ai lavoranti a domicilio per proprio conto. L'assicurazione garantisce una pensione di invalidità e una pensione di vecchiaia,- a seconda della clasile di salario, alla quale appartiene l'assicurato (5 classi, da ì\I. 350 a M. 1150 all'anno), la penlliOne di invalidità va da M. 116,40 a M. 150 dopo 200 settimane di contributo e da M. 185,40 a M. 450 all'anno dopo 2500 settimane. Le pensioni di vecchiaia vanno da M. 110 1 40 a M. 230,40. Le spese dell'assicurazione sono coperte col contributo eguale dei padroni e degli operai e col sussidio dello i:itato di M. 50 per ogni assicurato. I contributi settima– nali nelle 5 categorie sono rispettivamente di pf. 14, 20, 24, 30, 36. L'assicurazione è organizzata in 31 Casse mutue l'8. gionali, in 5 Casse per le ferrovie e 4 per le miniere, amministrate da Consigli, nei quali entrano in parti eguali i rappresentanti dei padroni e degli operai. Le controversie sulla liquidazione delle pensioni sono ri– solte dai tribunali arbitrali in prima istanza e dall'Uf– ficio imperiale delle assicurazioni in ultima istanza('). Questa, nelle sue linee essenziali, la meravigliosa or• ganizzazione dell'assicurazione obbligatoria contro l'in– validità e la vecchiaia in Germania. I risultati ottenuti sono i seguenti: Gli assicurati, cho erano nel 1892 11.200.000, erano 14 milioni nel 1904. Le rendite di invalidità erano 161.670 nel 1896 e 748.428 uel 1904.; quelle di vecchiaia 203 995 nel 1896i e 142.213 uel 1904. Dal 1891 al 1904 si sono spesi per questa assicura– zione un miliardo e oltre 5 ½ milioni di marchi. La somma media pagata ad ogni pensionato è salita per le rendite di invalidità. da li. 113 nel 1891 a .hl. 150 nel 1902, per Io rendite di vecchiaia da M. 124 a Af.153.Le entrate totali furono nel Hl03 di quasi 183 milioni di marchi e la spesa di oltre 106 milioni Il patrimonio degli istituti di assicurazione ha raggiunto nel 1904 la cifra di 1 miliardo e 88 milioni di marchi. Dal 1891 al 1904 le Casse di assicurazione spesero M. 452 ½ milioni circa in rendite di invalidità, oltre (1) Du1101s o \\'ODO~: Le diveloppement clts ass11ra11ces soclalts e11 Relglqlft (Rap11orto n.l Congresso di Ylenna). (t) LACOl!l\E: op. olt. (S) MAOAL~l: Les llss111·a11ces 011v1·tères en Ila/le (ltnpporto i\\ Con, gresso di Vlenua, 190r.). (') FRANKt UND IIERINO: BucJt de,· A1·/!tUu·11e,·si.clle1·1111u; llel'– lln, 1905, M. 315 1 / 2 milioni in rendite di vecchiaia, circa 44 mi~ lioni in cure agli infermi e). Ma anche queste eloquentissime cifre non dicono an– cora tutto il carattere sociale di questo regimo di 8iSSi– curazione. Essendo in molti casi le pensioni troppo deboli quando gli assicurati non dispongono di altre fonti di reddito, gli Istituti di assicurazione, valendosi della. facoltà loro concessa dalla legge del 1899 (13 htituti su 40), si sono occupati della previdenza per gli invalidi; 5 Istituti hanno, nel poriodo 1900-1903, costruito o acquistato case rli ricovero per loro conto, gli altri hanno collocato pen• sionati in Istituti fondati da terzi. Le spese incontrate per tale scopo si sono elevate a oltre rn2.ooo marchi, mentre le rendite corrispondenti da pagarsi ai pensiO· nati non raggiungevano i 45.000 marchi, dimodochè le Società. banno pagato del proprio supplementi per quasi 147.000 marchi (I} Ma non soltanto in questo campo l'azione degli Isti– tuti di assicurazione fu benefica. Usando della facoltà concessa dalla legge, le Cas$e investirono in 14 anni cli esistenza (fino al 1904) in case operaie circa 133 1 / 2 mi– lioni di marchi (t 1 1 5 °; 0 del patrimonio) e circa 285 mi– lioni di marchi (26,4. 0 ; 0 ) in altre imprese cli pubblica 1ttilitù, cioè in totale, per scopi sociali, circa il 36 ¼ del loro patrimonio totale (1 miliardo e 158 milioni ne! 1904ì, I varì Istituti presentano a tale riguardo con– dizioni assai diverse; mentre alcune Casse in iscopi di pubblica utilità hanno invAstito oltre il 70 °/ 0 e una persino il 76,5 ¼ del loro patrimonio 1 altre uon banno investito che il 6,6 °/ 0 per tale fine. Col decentramento delle Casse, le somme investite vanno a beneficio della regione in cui la Cassa esiste, promovendo iniziative d'ogni natura: credito all'agricol– tura, credito per costruzioni ferroviarie locali, per il mi– glioramento del suolo e per riparazione di strade, per favorire l'allevamento del bestiame, per rimediare aila scarsezza <lei foraggio; inoltre per creare ospedali e sa• natorì, case di salute popolari, ospizi comunali, asili per operai, colonie agricole, bagni popolari, asili di invalidi e cronici, asili di alcoolizzati, i11tituti per ciechi 1 crèches; macelli, condotti d'acqua, canali, ecc.; infine per fondare iSocietà. di artigiani e industriali, Società di risparmio, Cooperative, ecc., ecc. Questa assistenza ha prodotto benéfici risultati in quanto le somme vennero prestate ad un interesse non superiore al 3 o 3 '/i ¼ ( 3 ). In tal modo si ha una notevole parte della. ricchezza nazionale amministrata nell'interesse socia.le , mentre d'altra. parte la classe operaia, nell'amministrazione di questo Casse, si prepara gli uomini tecnici capaci a di– rignre le sue organizzazioni e a mettersi alla testa dei suoi movimenti. 1~corto quindi che l'assicurazione tedesca è uno dei più grandiosi monumenti sociali dell'epoca nostra. In Danimarca e in Australia, più che un'assicurazione obbligatoria, abbiamo un sistema di pensioni mautenute mediante l'imposta. In Danimarca la legge del 9 aprile l89J, modificata lievemente da un'altra. legge <lei 1902, stabilisce che ogni naturalizzato dell'età. di 60 anni compiuti, incapace di guadagnare ciò che ò indispensabile alla vita e, in caso di malattia, ciò che occorre per la cura, ha diritto, sotto certe condizioni, ad una pensione in denaro, o in natura mediante ricovero in un istituto. Le spese sono sopportate a metà dallo Stato e dal Comune. Alla fine del 1902 le persone sussidiate era.no 62.806, la spesa di oltre G milioni di corone (4). In Australia esistono, nella Nuora Galles del Su<1 1 in Vittoria e nella Nuova Zelanda, sistemi di pensiono ai vecchi, pagabili colle imposte a persone che hanno oltre 65 anni di età. La pensione massima. ò di L. st. 26 (1) llODIKtR: Dle E11twicklm1u dei· Ar/Jdttn·tr11l.cl1erw1g tn Deut,. sclllw1à (Rap1101·toal Congresso di nonna). ( 1) G. El.LE: L'exle11si.011 de l'<ll'I. 25 tle la IOi. S/11' t'<1881/l'll/1Ct·i.lwa, I/diti (RRpporto al Congresso 1nternazlonale òl \'lenna; sett. 190;>. (3 J Doet. Sc1rnot:o•:n: le p1areme11t du patl'tmoi11e rles l/(ll!/Js11e111e11ts d'"ssurance l'igt,mmu e11 AUtmag11e. - Doet. t;, Ru~tl'P; 0rga11is"– lio11 1111dBtfrlt/J dtr lfrUsUilteii der Deulsclie11 lllva/idwte1·si.chen111g (RR!)portl al Congresso di Vienna, 190!>). ('J C01WT TllAP: P,·1fou11a11ce po111· i.11di.ge11ts e11 clelw,·s de fri clw.rdi p11/!llq_11e e11 Dcmemark (Ra1>porto al Congresso di \"lenna 190('.i).

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