Critica Sociale - Anno XVI - n. 12 - 16 giugno 1906

Critica Sociale f?IVIST .Il (J.UIN'DICIN.Jll,E DEL SOCI.JlUS!r/0 Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 10 - Semestre L. 5,50. Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE- MILANO: Portici Galleria V. E 23 Anno XVI - N. 12 Non si vende <& nnme1•i seJJOl'ali. Milano, 16 giugno 1906 SOMMARIO AttU:o.lltà. DlSiltllSi j)j famLulia ~ (J1ror. ]\'ANm: IIONO~II O I..\ CIUTll'A socuu:;. /1a/ll'(I campmw s11l 1·hcr1tlo clt/lt fei•i-ovlt mt1·ldio1wu (Pror. 010- li pn)bltlllll dtllt C(Ut t /(111<ll1tlt del IM'Ol'(ffori (l'rnf. E. UEit"r.\lU:LLJ). L'tSJX)8iZI0J/t IQ11dt11t~('(lt//Q 8WCt1tlt1g snt.,m (Jl'.),f ANU.:LO (•u:c::r!:. Studi aociologlcl. La rlformlf dtl/(1 sc1101amtclta (l'ror. •:. 111.1.cc.u·trnn1). Filosofia, letteratura e varietà. - Il Sonto • di }I., )'ogA:t::t.RrO (Prot. VITTORIO o~n,o'. DISSENSI N r A.MIGLIA? IL nostro carissimo amico lvauoe .Bouomi ci invia: Mio caro l'ur(tli, Non dirmi dell'incontentabile se, In mezzo a tutto questo arsenale di frazioni, di gruppi, di insegne e di intitolazioni - ala destra, ala sinistra, centro dostro, centro sinlstro 1 rirormisti 1 rivoluzionari, intransigenti, sindacalisti, integralisti - lo non trovo più il modo dì definirmi. Pur ora, avendo rinnovato il mio esame di coscienza, mi ritrovo socialista come la grande maggioranza del l'artito, e riformista come sei tu. l~ppure non posso es– ser~ interamente con te, porchò sono con Leonida Bis– solati, ossia tout-coul'l - e senza il permesso del nostro Leonida bissolatl1rno. Quale è, dunque, la ,ma,ice, la incrinatura che ci di• ,•ide? Procurerò di dirtelo con la maggioro chiarezza ed anche con la maggiore sluoerittt. Quan,lo uu Partito è. in cri91 1 la sinceritìi - • tu ~n, lo inso ! •i con l'esow• pio - ò una virtù necessaria. Leonida Bissolati, nel Tempo del 18 maggio, scriveva che le dimissioni dei deputati socialisti dovevano affer mare il legame cho unisce la rappresentanza politica alla sua matrice, Il proletariato, il quale chiedeva u un cenno di solidarietà dai suoi rappresentanti 11• Tll invece, nella tua lettera agli olottori del V Collegio, iusi.sti a credere che non occorra a.vero " esagerati timori di per– dere i contatti con lo ma..,so 11, e, nello stesso numero della Critica, l'amico Cussola metto in pratica la tua teo1'ia e tira sassi coutro il sentimento stesso che ha trascina.te lo masso allo sciopero. Siamo, dunque, dinanzi uon a due teorie, ma a due atteggiamenti di\'crsl. Leonida 13issolati 1 nell'atto che combatte certo estremo reviviscenze dell'antico istinto anarchico, ~i preoccupa di non perdere il contatto dello folle proletarie; tu, ln\•ecc, credi che il contatto, anche perduto oggi, si riprenderà domani, mercè un atteggia- mento inflessibile di battaglia contro tutte le supersti– zioni, le deviazioni, gli Istinti ata\'iCi delle folle. Chi ha ragione? Chi ha torto? Qui non si tratta di giudicare alla. stregui~ cli verità astratte ed a,solute: I:~ poìitica non ha. che delle verità contingenti. Ma, ap– punto1 in nome di queste verità. contingenti, io credo di p0tPrli diri•ostrue la superiorità del me:odo bisso• latiat10. Non voglio soff~rma.rmi sugli elfetti dello recenti di– missioni. L'episodio ruggevole non si presla ancora a trarne risulta.ti corti, ed è, in ogni modo, troppo vicino per dare oggi frutti visibili. Guardiamo più in alto e più lontano. J.'Jtalia non ò nè l'fngbilterra. nè la .Francia. Questa affermazione, dì sapore lapalissiano, vorrei cpe ci rosse sempre presento noi nostri esami di coscien\a. Essa ci ricorderebbe che noi siamo un paese che 1 per educa– zione politica, ò poco al disopra della Spagna, e ehe il nostro proletariato ha, un po' dappertutto, i difetti della sua inesperienza, Ora, tale essendo l'ambiente dove ci occorre operare, non si p:.iò tener l'occhio soltanto alle élites operaie, come sono quelle di Milano, di Reggio e d 1 altre parti 1 dimenticando che dietro a quelle, anzi al disotto di quelle, vi sono altri strati proletart 1 ai quali occorre arrivare. Poggio ancora: non ei può trarre forza dal– l'assenso di queste étites per tempestare sulle impulsi– vità., sulle superstizioni, sulle imma.turità delle folle sot– tostanti, senza correre rischio di separare questo da quello. Perchò allora potrebbe anche darsi che chi vo• lesse mettere a frutto la propria sincerità - come con• aiglitl il Cassola - si trovasse a do,·er chiudere bottega per mancanza di acquirenti. Con ciò, mio caro Turati, io non .intendo affatto - e tu mi conosci - di fare l'apologia di quelli che fiutano il v,..rito J rima di 1r uovere il pa:,so. No; biaogua an,d educare, guidare, migliorare il proletariato, non adularlo nelle sue alJitudini cattive, non accarezzarlo nei suoi istinti peggiori. Elevarlo bisogna fluo alle élites operaie, di cui tu sei l'interprete pili eloguente e perfetto 1 e non tenerlo schiavo delle suo impulsi\'ità. e del suoi pregiudizi. Mo .... adtlante Pedro con juicio! Non bisogna troppo accelerare Il passo, ma con\'ieue YOlgersi spesso ad attendere i ritardatari. Non bisogna mettersi alla coda, ma neppure tropJlO n.lla testa, in modo da per– dere il contatto con gli estrnmi. Di pili, occorre ricor– dare che, nella pedagogia come nella politica (e che è mai la politica do! partiti, se non la pedagogia delle masse?), In blandizie e la rampogna sono due mezzi che vanno alternati o fusi, non adoperati disgiunti. Insomma si tratta di una sottile questione di misura, considerando la quale 1 io più mi convinco che Leonida Bis:.olati agisco con uno squisito seuso di opportunità o vorrei dire di arte. E per questo, sono bissolatiano.

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