Critica Sociale - Anno XVI - n. 9 - 1 maggio 1906

Critica Sociale f?IVIS'l'.fl ()_U/NV!CIN.f/LE 'DEL SOCl.f/US/!10 Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Semestre r... 5,50. Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICA SOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E 23 Anno XVI - N. 9 .:Von si ve,ule <i 11umel'i :1e1><u•ali. MIiano, 1° maggio 1906 SOMMARIO Attualità.. A111111onlmt,i/J dtt /'rimo .llrrgyLo ([,A CHITICA ~OCU.1,F.), 1'1·tul11,J/,::I S0Cl(l/18/l !! sl111JacaU;11110(Avv. fsTTOIU,: )IAIICIIIOl,1), Studi sociologici. 111(01'/!/II; /'lii/ l<llfOl'O, t'Jp()SO (t8fll'O t 111(188/1/10 cH 0/'t di /(fl/01"0 (l'ror. E. 111:RT.1,RELLI), :SQ.. i.(1/l,111,) (li.lWWLco: 7. Lt criUcht cltDIL eco11oml1ti: i.L d•ritto (lf– l'tiUlt11;;11; Il di.rLlto cd prodollo h1ttgralt del 1m·o1·0; 8, Co11cW– slOllt: /,I) l)'l11to dL dLrUto (l•rof. •·11 \?!Ct:.~co COSESTISI!, I prtetdt11U 11tol'id dtl lati.f011do 1lr/.lit1110, I\·. l,a rlr:Oluzi<mt {1·<111• uiu t l'/111fla mwi·a continuazione) ·S. CJ.ll: II.\R•:111-SCURTI). Filosofia, letteratura o varietà. /,',mltù df/1(1 vua (l)ott. A~0EI.0 CR•:Sf'I). f.'l•a ub,·I t 1uvistt: ~ Storia delh\ fllosofla mo<lernu" di //. 1/Ufl'r.Uug (A. 1101,1,.-1.). - ~ Atti del n· Cong1·csso <!egli tn11cg11nntl medi~ (x. y.) AMMONIMENTI DELPRIMO MAGGIO Che cosa significa che la grande maggioranza delle Camere di LaYoro - che la stes~a Camera del Lavoro milanese, dove, <la un po' •in qua e fino a ieri, prevalevano i sedicenti ultrarivoluzio– narii e dove l'assemblea si protrasse fino alle ore piccine, alle quali non giungono quasi altri cho i minorc1111io i disoccupati - respinsero in sostanza la, proposta dello sciopero g·enerale 1 già votato in prevenzioue pel caso di nuovi eccidii ctal Con– g:re!:lsonazionale operaio di Genova, ed ora. ripro– posto dal 11irettore dell'Avaalt? Non tutte le Ca– mere del Lavoro ehbero il coraggio o la logica di affrontare la questione nel fondo; parecchie vol– lero dar$i L'aria di rinviare, anzichè di respingere assolutame11te 1 o mendicarono pretesti fii oppor– tnuità transitoria, auzichè addurre ragioni di per• mano nte 1mi: 1tanza . .Ma, tenuto pur conto dei ri– spetti uma.ni che stanno sotto a coteste o reticenze o esitanze, uou perciò rneno la proposta fu soleu– nementc bocciata.. E per noi il ::;iignificatonon può essere rlubbio. Yuol dire che anche la parte più sugg,,.stionabile e impul~iva. degli operai - le gramlì masse orga– nizzate. più pesanti e meno combattive, sono qui fuori di questione - è ritornata, o sta ritornando a galoppo, dalFmtatuazione in cui l'aveva per un istante trascinata la sug4estioue demagogica: l'in– fatuazione (lella frase e del gesto, la spensiera– tezza con la quale, per la bravata d'un momento, si gioca - e nel gioco si per.le nu tesoro tli 1'ol'ze,di flinti, di simpatie, di lavoro efficace, e si comprometLe l'avvenire. Vuol dire che, con la provnhia,le lentezza con cui le idee e gli ammo- 11imenLich•i fatti penetrano il terriccio 1 ancora così mal per111eal;ile 1 tiella. coscit:uza operaia, t.utt.-wia la leziouc>.seYera ùel '901 1licde i suoi frutti. E elw pel bazar sinòacafo:::ta ;. proP:sima a suonare l'ora ciel fallimeuto. E noi, se pur ci avvenne tli dolerci che le verità più evidenti fossero così lente a trionfare e che tanto prezioso tempo si sciupasse nella lotta contro lo assurdità più sconclusionate, dovremmo ora ndle,g-rarci della resipiscenza palese. Non tanto perchè così si è sventata la follia di un nuovo sciopero generale, al cui successo non abbiamo mai creduto (stimiamo che, sul serio, men di tutti Yi credesst>ro i suoi caldeggiatori) e, se fossimo un tal poco maligni, avremmo anzi dovuto augurarci che si proclamasse; non tanto, dunque, per le conseguenze del fatto, quanto per lo spirito nuovo che c~so manifesta. Ma a rallegrarcene ùefinitiva– menLe attendiamo, per prudenza, anche un poco. Attendiamo di vedere se, della restituita orienta– zione operaia, ancor più figlia dell'istinto e dell'in· tuito che della riflessione, i socialisti nostri amici sa1ira11 trarre tutti i frutti che essa promette e contiene. . .. Quanto agli eccidi proletari, la questione è ormai così vessata, che il riparlarne sembrerebbe un fuor d'opera. Bssi nascono dall'attrito di ambienti tut– tora feudali, e di polizie il più spesso ignoranti e servili, con le prime accensioni di un movimento proletario, qual è ancora iI meri cl ionale, ma.I co– sciente e incapace di misura. La libertà, che ac• coppia qualche danno transitorio agli infiniti be– nefir.'i, non ba.sta d'un subito a dirada.rii, anzi li Ila piut.tosto infittiti. Anche la propaganda. socia-– lista, se puramente verbale e saltuaria e fatta senza tatto, può avervi la sua parte di responsa– bilità. Ma il fenomeno è di quelli che non si scon– giurano certo con gli esorcismi. Presumere che uno sciopero generale possa impedirli, è un po' più e un po' peggio che attribuire gli eventi della Rtorin. all'int:lusso degli astri; è, a dirittura, sup– porre che gli effetti si svelgano coll"acuirne le cagioni. Hcateuare una guerra generale, sovrecci– tare le passioni, le ostilità, lo spirito <li rappresa– glia delle classi 1 far balenare, da un lato, il mi– raggio di conquiste subitanee impossibili 1 di im– provvisazioni della storia, e, dall'altro, suscitare il terrore, sia pure parimenti fantastico, ùi supreme jatture; e pretendere che tutto questo conferisca a ingentilire il costume, a educare la tolleranza, a instaurare rapporti più civili fra interessi in conflitto, è navigare a gonfie vele nel mare del– l'a,;;surdo. I~ lo sciopero generale - che difficil– mente si contiene nei limiti di ordinata protesta - prrclt\ coll'abuso, ogni valore. Esso, che dovrebbe essere uno sbocco - L1ultimocol po di ariete contro uno (legli ultimi diaframmi della resistenza avver– saria - impiegato cosi come un balocco che si ~pezzft nelle mani inesperte di un fanciullo, sciupa miseramente se stesso e il proprio a.,·,·enire. .A dirni nuire, se non for~e a scerpare, la po:,si– bilit.it.di questi urti, giovano le provvirlenze, che temp erano la miseria del maggior numero; gioYa. li\ propoganda educativa, che dispone i vari ceti

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