Critica Sociale - Anno XVI - n. 8 - 16 aprile 1906
118 CRITICASOCIALE ogni allusione pili o meno audace alla propagazione della specie. Nel caso presente si può dire che si s:L dove si comincia. e non dove si finisce. 8, d'altra parte, non ò ancora dimostrnto che una pochade debba essere temuta come l'ottaya piaga d 1 Egitto. Oh, se tutto il fango della vita fosse quello onde sono im– pastate le misera.bili e caduche creat!1re del reper– torio vietato alle ragazze, se fosse solo quello il contagio distruttore dei corpi e delle anime! Ben altri sono gli orrori, le infamie, le laidezze conh'o cui l'anima moderna - non quella dei soci delle lcµ:he moralizzatrici) s,intende - insorgo e protesta. Sono gli orrori, le infamie, le laidezze che si com– piono, col beneplacito della legge, nelle case pub– bliche e nelle casc-i private; nelle fosche ombre degli angiporti e nei luminosi ritrovi del piacere elegante; 11elle alcove dove si celebra l'adulterio, contaminando di tradimento l'atto d'amore; sui marciapiedi dove si prendono per fame le vergini e le madri i nei se– miuarì, nei collegi, nelle caserme, dove la bestia umana trionfa di tutti i divieti e si sazia di tutte le degenerazioni. Ben altro fango nasconde la vita nelle sue tenebre secrete: un fango che niuno osa rimuovere e su cui sta l'edificio della socictlt con– temporanea. Per concludere. Pascal ha detto che la vera mo– rale si burla della morale. fo mi permetto di soggiungere che l'immoralità è nei cervelli e non già nelle opere. rnnanzi a un trionfo della carne nuda, della carne giovine, della carne bella, celebrato da Tiziano o da Huhens, il collegiale arrossisce e si turba, poid1è è stato abituato a temere la nudità, la gioventù, la bellezza. Più tardi, quando egli avr~t imparato a proprie spese ed avrà rinnegata la stolida morale dei primi libri di lettura, egli ammirerà. semplicemente. E così, ad una rappresentazione di una qualunque luhrica produ– zione teatrale, acl una qualunque apoteosi del lupa• nare, egli non arrossirà. cli vergogna e di sdegno, ma si annoierà e rimpiangerà il danaro speso per il biglietto. Le moltitudini somigliano agli adolescenti: edu– catele e si annoieranno anch'esse agli spettacoli osceni e diserteranno i teatri chiusi ai gl'idi, agli squilli e alle vittorie dell'arte. Ma, per for ciò, dovreste cominciare a educare voi stessi... L. ~[. BOT'l'Al,Z[. LELEGGI PER I PROFESSORI ECONDARI Finalmente! Dopo un'odissea fortunosa e prolissa, che J)iù d'una ,•olta parve fosse per finire con un naufragio, il dì 5 aprile, col crisma. definitivo della Camera. dei deputati, le due leggi sullo stato giuridico ed economico degli insegnanti medì entrarono nel porto sospirato, e pochi giorni dopo, con una prestezza. di che va data. lode non avara al ministro Boselli, vennero promulgate. E ora si attende e si spera che Papplicazione - chP, del resto, per gli stipendi, avrà. effetto retroattivo a par– tire dal 1° ~ennaio decorso - ne sia. quanto più è pos– sibile sollecita. 'J'ali leggi sono ben lungi dall'essere perrette e ade– guate, banno nèi e lacune in non piccola copia, qualche ingiustizia e disparità ancor tradiscono e consacrano, non tutto prevedono nè a tutto provvedono, parecchie categorie di professori lasciano malcontenti e desiderosi di un ulteriore miglioramento; ma, pur con i loro difetti e le loro manchevolezze, sono il più e il meglio che, nelle presenti circostanze, si potesse ottenere, e, tut– t'insicme, segnano per la classe degli insegnanti italiani un notevolissimo progresso nella via del loro elevamento morale Cli economico. La legge sullo stato giuridico codifica, a COf:;Ì <lirr, la dignità e la libertà del docente. Non più nomine senza concono, pl'Omozioni di privilegio, trasferimenti di fa– ,•ore o per vendetta; non p!ù l'onnipotenza irresponsa– bile della burocrazia e lo prepotenti e ambigue infrnm· mettem-:e ministeriali e parlamentari j non più la catte– dra e la. scuola fatto ancelle dell'ignoranza petulante e soperchiatrice i ma la giustizia sostituita all'ai·bitrio; le nomine e gli avanzamenti soggetti a norme preci.se e ~nfiessil>ili; i tra<iferimenti ridotti al minimo necessario e, comunque, di regola 1 salvo il caso di punizioni o di incompatibilità evidenti, non fattibili se non per do– manda o col consenso dell'interessato; i pronedimenli disciplinari a.ocompagnati da tutte le guarentigie e le cautelej mozzate le unghie, quanto agli istituti pareg– giati, ai tirannelli locali; l'autonomia, in una parola, !lei• l'insegnante assicurata e protetta. La legge sugli stipendi dà., alla sua volta, ai profes– sori un pane meno tirchiamente misurato, se pur non ancora molto abbondante, accelera la carriera, toglie o attenua la ~perequnzione del la,·oro,· sempliflcn e uni– fica la gerarchia e i ruoli, ch'erano fln qui, col loro complicato arruffamento, il più valido aiuto e schermo al favoreggiamento dei beniamini e alla persecuzione dei malgraditi. Da stipendi iniziali modici assai 1 ma non avvilienti, assurgeranno d'ora innanzi, a grado a grado, g!i in~e– gnanti medi a stipenrlì, pel nostro paese, quasi lauti, o - il che non guasta - anche prima di esser decrepiti. Quelli del Oinnasio inreriore, della. Tecnica e della Complementare pervenanno 1 maturati due quinquenni e tre sessenni, oltre ai tre anni di straor<li1ia1·iato - com'a clire, 3 anni di prova - a.I maximum di 4$00 !ire, e quelli del Ginnasio superiore, del Liceo, dell'Istituto tecnico e nautico e della Normale (fatta eccezione elci maestri di canto, di calligrafia, di ginnastica e delle mae,;lre giardiniere che costituiscono un ruolo a parte) a 5i00. Non una bazza - oh, tutt'altro! - ma, in con• fronto ùel passato, un trattamento ideale! Ilotranno - dopo tant'anni - i professori scuotersi un po' di dosso la dura. miseria, virnre una Yita più larga, più aperta, più serena, affrancarai dallo strozzino e dalla cambiale, non leticare colla moglie o - che è peggio - coll'appetito (come accadeva. al Trombetti) per provvedersi di libri, vedere nella carriera prescelta la fonte, e non l'antitesi, la nemica della loro tranquillità e felicità. ~ entreranno nella scuola più conlenti, più forti, me– glio temprati alla delicata e complessa fatica dell'inse– gnamento; al qua.le, inoltro, dedicheranno più fresche e pili integre le loro energie, perchè non più co3tretti, per poche lire, all'estenuante surmenaye delle 107,ionì privato. I~l'opera loro sarà, per ciò, pili efficace; cd essi ripagheranno a usura, con un lavoro pili fruttuoso, il sacrificio dei pochi milioni aggiunti ora, in loro pro, al bilancio della Minerva. * *. Or tutto questo - ò quasi un di pili l'avvertirlo è il frutto non della buona volontà di ministri e depu• tati, ma dell'organizzazione professorale. Certo, gli ultimi tre ministri delFistruziono, massime il Bianchi e il Bo– selli, prestarono lealmente e volonterosamente l'opera loro per le due leggi e sarebbe una scouoscenza il di• menticare, con essi, i pochi deputati, che, col loro te– nace stimolo e ausilio, li incitarono e li francheggiarono
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