Critica Sociale - Anno XVI - n. 6 - 16 marzo 1906
94 CRITICA SOCIAUl da cui sono inspirate tutte le azioni morali, sia essa il dovere o l'utilità sociale, è uu errore CO· mune ai kantiani e agli utilitari. Il Guyan aveva già analizzato questo errore nell'Esquisse a'ime rno,·ale sans sanction ni obligation ed aveva già accennato anche alla natura individuale, e quindi mut,evole da individuo ad individuo, della legge morale, sebbene dominata dalla legge fondamen– tale della vita, che, essendo espansiva, tende ad essere generosa e sociale. Ora, dal riconoscimento di questa varietà dei punti di vist,a individuali e di una certa univer– salità riconoscibile a certi elementi comuni a<l essi tutti, sorge un problema che le due scuole della morale assoluta e della relati va sono state impo– te11ti a risolvere, e che e analogo al problema di conciliare l'inf{ividualismo come tendenza estrema da un lato e il socialismo come tendenza estrema dall1altro. Il Calderoni mostra come le leggi economiche e i fenomeni che esse riguardano non sono che espressioni particolari di leggi e fenomeni più ge– nerali del mondo morale, e ne spiegano l'evoli.1- zione. I concetti di utilità e di costi marginati, di cu1've d'indifferenza del 1iie1·cato, di ,·endila, sono suscettibili di piena applicazione anche in morale, dando luogo a disarmonie n10rali analoghe alle economiche. Ad esempio, in una data collettività i vari indi– viclui posseggono attitudini e bisogni diversi di qualità, durata, intensità. Ne deriverà una condi– zione di cose in cui talune attitudini non sono sviluppate abbastanza ed altre sono sviluppate anche troppo. Si stabilirà quindi una tavola di valori, per cui si tenderà a stimolare le prime e comprimere le seconde. Ogni attitudine è virtuosa, non in ragione della sua utilità sociale totale, ma in ragione inversa alla sua diffusione e in ragion diretta delFincre– mento d'utilità derivante da un incremento ulte– riore della sua pratica attuale. Nelle società senili, la fecondità può salire al livello d'una virtù; in date società dense e feconde, può essere un vizio. V'è una domanda ed offerta di scelte morali come di scelte economiche e una tendenza a ·pagare un premio alle scelte di cui si sente più bisogno. Molte azioni sono un dovere per noi appunto perchè gli altri non le compiono, altre sono proi– bite perchè son già compite da troppi. E, come in econotnia, su di ogni dato mercato, per ogni merce della medesima qualità la domanda e l'offerta ap– pl'O(lano ad un prezzo unico determinato clall'uti– Jità marginale dell'ultima dose, analogamente in morale v'è un certo livello medio, una tavola dei valori conente, in conformità alla quale le azioni sono giudicate. E, come l'esistenza di un prezzo unico sul mercato, determinato dall'utilità margi– nale, è cagione di guadagni differenziali o rendite a tutti i produttori che cause oggettive o sogget– tive pongano in posizioni non marginali, così sul mercato morale, se ci si passa l'espressione, l'esi– stenza d'una unica forma d'apprezzamento per azioni di cui si sente gran bisogno è cagione che sia ascritto egual merito a chi le compie col mas– simo sforzo e a chi le compie perchè vi è di sua natura inclinato, dandosi così luogo a un fenomeno di rendita morale a vantaggio di quest'ultimo. Il senso comune riconosce ciò col non ammettere come corretto il rigido applicarsi dello stanclard esistente e con l'ammettere delle oscillazioni in più ocl in meno senza delle quali si commetterebbe una ingiusti?.ia verso l'individuo. J I caso più evidente di riconoscimento <li ren– dite morali si ha 1 nella storia del diritto, nel fe– nomeno llell'equilà. Nella morale come nell'eco- nomia v 1 è quindi un continuo processo tendenziale di eliminazione di rendite, ossia di individualizza– zione degli apprezzamenti, che è vjsibile nel suo raffinarsi e specificarsi; mentre in un dato stadio v'è uno standm·d unico per tutta una classe di azioni, in uno stadio successivo vi sono molteplici standards per casi diversi che se ne sono diffe– renziati a poco a poco. Come si vede, il Calderoni ha esteso alla morale l'innovazione introdotta dal Panìllto nella Econo– mia politica; come è inutile alla scienza econo– mica il postulato edonistico e. basta il postulato della uniformità delle scelte in date condizioni, così è inutile per la morale il calcolo della felicità e infelicità, e basta sapere che in date condizioni gli uomini agiscono in un dato modo. In una ci– viltà militare e poco differenziata, è presumibile che le scelte più apprezzate, quelle che danno più affidamento di bene sociale, saranno quelle inspi– rantisi ad una legge morale unica, concepita come un comando dall'alto. In una società industriale in espansione, le scelte preferite saran quelle che muovono dal bisogno di aumentare le proprie sod– disfazioni1 e, col suo svilupparsi, ognuno concepirà queste in modo diverso dagli altri. Insomma, la utilità sociale è un concetto for– male, che riveste contenuto diverso da tempo a tempo e da paese a paese 1 e il cui contenuto con– creto, in ogni tempo e paese, è rivelato solo dalle scelte che gli uomini effettivamente son disposti a premiare di più per accrescerne la dose. Lo studio delle intenzioni, dei motivi, degli impulsi che guidano alle azioni non ha importanza per la morale, nel senso che essi abbiano in sè un valore intrinseco che vien poi conferito alle azioni che ne derivano, ma nel senso che generalmente essi si accompagnano con scelte socialmente ritenute utili o dannose e la cui utilità o pericolosità si riflette <li rimbalzo sui loro motivi. Di due uomini che egualmente si astengono dal rubare, colui che si astiene solo per paura di essere arrestato non offre egual garanzia che colui che se ne astiene per ragioni di simpatia verso chi soffre di un furto. Noi accumuliamo le nostre approvazioni sui motivi simpatetici dell'astensione dal furto, perchè la costanza tra essi e l'azione esterna è maggiore che nell'altro caso. Una volta assodata la conve– nienza del premiare date scelte, noi cerchiamo di incoraggiarle premiando specialmente quelle deri– vanti da motivi 1 che presumibilmente sono ante– cedenti più costanti delle scelte desiderate. Questo è in breve il contenuto di questo bril– lante opuscolo che apre tutta una via nuova al– l'etica, una vià sulla quale soltanto è possibile liberare la morale dalla metafisica. ANGELO CRESPI. CRONACA SOCIALE II Congresso i11term1zionale di l'ieuua 1uw Je assicura– zioni 01>eraie. IL Le Casse di malattia. Al Congresso di Yienna erano rappresentate due forme diverse di assicurazione operaia contro la malattia: l'assicu1·az-i.011e libern e l 1 assicut·azione obbligatot'-i.a. L'assicurazione libera è esercitata dalla mutualità, spesso sovvenzionata, in più o meno larga misura, dallo Stato (Francia, Inghilterra, Belgio, Italia, Finlandia). La mutualità. non giova però ehe a coloro il cui salario permette un prelevamento, ò Popposto del principio ,lei dovere collettivo e riposa sul puro individualismo. Vassicurazione obbligatoria (Germania, Austria, Lus– semburgo, due Cantoni 1Hizzerl, ecc.) non è nemmeno
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