Critica Sociale - Anno XVI - n. 5 - 1 marzo 1906
CRITICASOCIALE glio cli farmer rurale, che non aspiri alla vita mossa delle città, a vestir l'a.bito nero o a passare le sere ad un rlub, come non v'è ragazza cli campngllll che non aspiri a diventare nurse o impiegata postele– grafica. Tutta questa nuova folla, che si affaccia alla soglia della vita collettiva e a cui l'ascensione ò fa– ticosa, acconsentirà a tutto tranne che a nuove tasse sul suo vitto: se voi l'interrogate, non saprà dirvi chi abbia ragione, so il libero-scambista o il prote– zionista, non saprà seguirne le argomentazioni teo– riche i ma se le chiedete per chi vota, vi risponde mrnnimc: la vita ò cara, non vogliamo altre trtsse. Lo straniero, che ragiona con essa, può farsi l'idea che essa sia ignorante cd inintellettuale; ma il vero è che l'inglese non sa con,·ersare, non sa sempre espri· mere il proprio pensiero nelle forme più logiche; sopr,1tutto non ha tempo per curarsi di queste forme e por esprimere i risultati della sua riflessione; non già che esso non pensi e non snppia pensnre. Pre– cisamente perchè non vuol per~loro tempo, sa trarre il miglior profitto dn ciò che legge e dalle 1>ro1>rie facoltà. Al di sotto, dunque, di questa. ele;~ione, v'è una società. nuova che s'avanza e ve n'è una che si dis– solve. * .. La situazione dei due partiti storici riflette pie– namente questa condizione di cose. fl partito conservatore sta ora nttraversando una crisi analoga a quella attraversata dal partito libe– rale durante gli ultimi vent'anni. Il partito liberale, sotto la leadership del Gladstone, era arrivato presso che al compimento della sua funzione storica di dare l'uguaglianza politica al paese; non restano piil che pochi ritocchi da fare in questa direzione; ad ogni modo è corto che, al tempo in cui il Olad– stooe dispan•e, il partito liberale era lungi dall'avere la coscienza dei problemi sociali, che continuano i politici, e della parle, che gli spetta nel risolverli. È questa consapevolezza, che esso ha acquistato in questo frattempo, ed è questa consapevolezza in esso supposta, che gli valse il grande trionfo elettorale. Il libero scambio è semplicemente il punto di partenza, l'aspetto negativo d'una politica che ha il suo lato positivo nelle riforme dei sistemi ammini– strativi, nella tassazione dei valori urbani e nella loro devoluzione a sostituire l'imposta diretta, nella e~tensione dei poteri dei governi locali, noi miglio– ramento dei porti, nella trasformazione graduale del regime della terra, che la renda. accessibile agli sforzi associati dei piccoli e degli umili, e in un com– plesso d'altre utilissime riforme nei sistemi educa– tivi, nelle leggi sui contratti, ecc. n nuovo ministro della Guerra, 11 Hald;me, un tecnico d'alto valore a cui tutti i partiti s'inchinano, ha mostrato nei suoi discorsi di possedere appieno il senso dei tempi nuovi e la fiducia che il partito liberale, procedendo secondo i dettami delle scienza, sappia rendere inu– tile un partito indipenùente del lavoro, assorbendolo in un unico partito del progresso sociale. :i\Ieutre il partito lib~rale acquistava così uaa nuova coscienza, il partito conservatore, pratica• mente guidato eia Chamberlain, nominalmente dal Balfour, laceva un passo indietro e perdeva quella coscienza della sua funzione politica, che, a parec– chie riprese, durante il secolo xix, lo spinse a com– piere riforme Yeramente radicali. Gli è che esso è in disintegrazione come la società da cui emana. Muore di giorno in giorno l'influenza feudale dello squfre e del parson, sugli abitanti delle sue tel'l'e; coi treni e con la sbtmpa a huon mer– cato l'intero regno si trasforma in una grande città ove l'attrito delle ideo e degli interessi mina le in– crostazioni tradizionali e i più venerati costumi; il rispetto e la ùe,•ozione, cresciuti ed educati all'om• bra dei castelli e delle case delle vecchie famiglie della contea, alle quali, della. loro creazione attra• verso secoli di sapiente amministrazione della giu• stizia o degli interessi locali secondo la legge na– zionale, l'Inghilterra non potrà mai sentire sufficiente gratituùine, si trasferiscono a nuovi e più elevati oggetti ; Pautorità. rlel parroco locale è minata eia quella delle Chiese liberali, delle Ethical .SOcieties, delle società o della stampa razionaliste, nonchè dall'evidenza scientifica che musei e bihlioteche, dono cli ricchi del luogo, raccolgono contro le leg– gende cristiane che fìn qui dominarono sovrane. Di per sè l'aristocrazia fondiaria non si sarebbe messa. per la via ciel protezionismo. Essa sente che, al primo cattivo raccolto, i nuovi dazi sul grano anclrebl>ero a raggiungere gli antichi negli archivi della Atoria, e con essi qualche altra cosa, la loro influenza, l'attualo regime terriero, potrebbe cadere. )fa essa fu ed è, nolente, reluttante, sempre piil premuta dalla nuova. aristocrazia urbana, industriale e commerciale, che ambisce gli stessi onori, la stessa gloria e potenza, senza. avere ancor reso gli stessi servigi, senza possedere lo stesso senso fine della misura noi pretendere e nel concedere, che danno i secoli e la lunga esperienza. Alla prima apparten• gono personalità eminenti come il Duca ,li Devon– shire, il Duca di Westrninster, Lord Curzon; la se– conda è rappresentata dalla precipitosa, irruente, combn.ttiva personalità del Chamberlain. La disfatta del partito conservatore, cominciata da più di tre anni con la aecession~ degli elementi liberisti dal Gabinetto Balfour, fu sostanzialmente determinata dal premere cli quest'ultimo sul primo elemento. E il suo ricostituirsi non sarà. possibile so non dopo una vittoria dell'uno dei due sull'altro. Quale sarà desso è ora ditlìcile dire. La crisi sarà lunga e laboriosa i non sembra però che il Chamberlain sia destinato ad uscirne vincitore. Da più di un anno i suoi discorsi hanno perduto la freschezza della no– vità e si sono ridotti a semplice ripetizione degli stessi motivi, a cui, di mese in mese, le statistiche del Board of 'l'r(((le implacabilmente rispondevano con dati che ne erano la più inesorabile confuta– zione. I suoi ultimi discorsi poi accennano a una tattica, che, se adottata nella veniente legi::;latura, gli riuscirà anche più sfavorevole. Infatti, dopo avere issato di nuovo il vessillo protezionista, egli accenna ad una eventuale alleanza cogli Irlandesi e coi rap– presentanti delle classi lavoratrici, promettendo flome 1·ule e legislazione socialista in cambio di appoggio al suo progetto cli riforma fiscale. Ora, come anche vedremo più oltre, nulla è pii', ostico alla mente in– glese che una innaturale alleanza, come quella del conservatorismo col nazionalismo e col sociaJismo. So bene che la letteratura socialista ha da noi diffuso l'idea che molte riforme sociali inglesi furono conqui– stato dalle classi lavoratrici giocando i due partiti storici l'uno contro l'altro. Ma non si tratta d'altro che cli una grande illusione: la storia di trent'anni di consimile tattica adotta.ta dai deputati irlandesi è li a dimostrare che, invec e di giocare, essi furono gioenti. Quanto ai famosi Factory Acts e all'allarga– mento del suffragio, il caso è perfettamente analogo a quello della ammissione, nel medio evo, dei rap– presentanti dei borghi e delle città, a sedere in Pal'lameoto coi nobili, col clero e col re, e della loro partecipazione ai diritti sanciti nella"' Magna Charta,,. Ove le due parti principali in conflitto sono impo– tenti a soverchiarsi Puna l'altra, va.ano a gara a cercar alleati al di fuori, tra gli elementi che in sè già rappresentano una potenza, rimasta fìno a que– sto punto passiva. Il terzo elemento, lungi dal gio-
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