Critica Sociale - Anno XVI - n. 5 - 1 marzo 1906
CRITICA SOCIAL& 71 l'ultimacampagna elettorale inglese I vecchi par11U. La circostanza geografica cl'ossorc l'ltaliil confi– nante con la }'rancia e non con l'Lnghilterra 1 unita all'altra che ne deriva, della mag,.;ior nlfinità tra l'Halian~ e il Francese, ebbe, sul fenomeno dell1imi· tnzione politica iu ltalia di ciò che si fa all'estero, un'importanza eaorme. L'rtalia sentì sempre assai più la ripercussione di ciò che si fa in rrancia, la nazione europea il cui sviluppo politico fu più anormale fino a tempi recentissimi, che non la ri– percussione di ciò che avviene in Inghiltcrra 1 la nazione il cui sviluppo fu più normale. E, per giunta, l'idea che noi ci facciamC\ di cose inglesi tende ad essere costituita di analogie con cose ita– lhine e francesi, analogie esterne che hanno per ef• fetta di oscurare le differenze tra le forze etiche che producono 1'e,•oluzioue nei vari paesi. Coloro, che hanno seguiti i miei articoli sulla Ri– voluzione Francese e sulla Crisi del regime parla– mentare in ltalia in ttuesta Rivista, sono quindi già sulla buona via per intendere il significato e il contenuto dinamico delle ultime elezioni inglesi; significato o contenuto dinamico, che dovrebbero particolarmente interessare quanti portano amore al movimento operaio; significato e contenuto dinamico, che qui ci proponiamo di esaminare serenamente, in ciò che può parere buono e in ciò nncho su cui la nostra opinione potrebbe essere sfavoreYole; cioè a dire srne irr1 et studio, ma. non sprovvisti di quella simpatia, senza la quale Pinteriorità dei fenomeni sociali non si palesa. • .. Quattro settimane di lotta elettorale e di voti. Fatto ignoto in tutti gli altri paesi o che di per sè dinota un ootere di resistenza e di interesse per– manente nOn reperibile altrove. l•'atto non meno ca– ratteristico dell'altro, di uni, organizzazione eletto– rale pornumcntemonte all'opera. e che ha pronti i candidati sin da tre anni prima del momento su– premo. Ed ora, nel nuovo ramo elettivo del Parla– mento, il 1>artito liberale avrà una mag-gioranza netta cli circa 150 sui nazionalisti, conservatori o Partito del lavoro compresi, e il libero scambio ne avrà una di circa 100 sul protezionismo. Ciò è molto importante I\ sa1>ersi, ma clh 1 iene an– che più importante quando si pensi che, solo dopo una rivoluzione, fu 1>ossibilcin passato di constatare un così vasto mutamento di scena, come quello di cui chi scrive si considererì, como fortunnto ed or– goglioso d'assero stato spettatore. Pol'Ciò 11011 sarà inutile rilevarne alcune caratteristiche fondamen– tali. Anzitutto è evidente che la teoria usuale, gil1sta la quale i due grandi partiti storici si succedono al– ternativamente al potere, non Inasta a spiegare le dimensioni del fenomeno. Essa non spiega gli enormi spostamenti di maggioranze, talora perfino di 15.000 voti in una sola circoscrizione; non spiega il rad– do1>piarsi, il tri1>licarsi 1 il quadrupliCflrsi dello mag– gioranze liberali nei seggi già. sicuri, non spiega il salire da 11 a 54 dei rappresentanti operai o non spiega molte altre cose, oltre a non essere vera pel passato perchè praticamente i conservatori governa– vano da vent'anni, salvo qualche lieve intervallo li· berale. b; non meno evidente che, oltre alla stanchezza del Oover_no 'l'ory, vi cooperarono tutti gli atti con cui il 1>assato Governo s'inimicò successivamente le 'J'rades C11itms, a cui la Camera dei IArds, con una famosa sentenza, distrusse a metà In sfera d'azione j le Chiese libere, a cui la legge sull'istruzione del 1903 imponeva di pagare per un insegnamento reli– gioso contrario alle loro coscienze; le classi lavora– trici in generale, con la permissione del lavoro ci– nese nel 'l'ranswal, laddove la guerra omonima fu 1 tra l'altro cose, si disse, intrapresa per aprirvi nuove vie al hworo bianco ed inglese; e le classi medie, che videro crescere l'inrome tax a 1 1 10 J}er ster– lina. Ma tutto ciò non basta a spieglu'o il fenomeno; eia due anni il partito conservatore, con la sua stampa, di gran lunga su1>eriore in numero e tira– tura alll1.liberale, continuava, sotto l'ispirazione del Chamberlain, a tempestare quoticliunamente l'opinione pubblica con pretese dimostrazioni che la protezione rialzerebbe i profitti, i salari e diminuirebbe e per– fino sopprimerebbe la disoccupazione. A un corto punto la sua vittoria J}t\l'VO perfino certa, e i-lisa di industriali americani e tedeschi che Ki prepararono a comperare aree a )fanchester e Oldham per non soffrire ed eventualmente per go– dere del mutamento nel regime fiscale. Si sa pure di ditte numerose che, nell'attesa d'un trionro protezio– nista, dilazionarono innovazioni tecniche, e di intese 1>ers1>aventnre il pubblico e gli operai con un arti– ficiale Jtumento di disoccupazione. Il problema della disoccupazione ern stato specialmente preso di mira per prendere gli operai all'amo protezionistico: tutto invano! Nè In stampa, nè l'org(l.nizzaziono della" machiue n poterono prevalere contro il httente lavorìo della riflessione pubblica, sì urbana che rurale: ad ecce– zione di Birmin~ham, su cui esercita. un magico in– flusso In potente personalità del Chamberlnin, tutti i grandi centri, la cui costituzione non opponga ostacoli artificiali al funzionamento normale del meccanismo elettorale, si sono ribellati. :F'ordoa ciò concorse il fatto dell'innato conserva– tivismo inglese, questa volta messo a servizio della causa ciel progresso; ma, anche con questa conces– sione, molte ctelh, accennate CA,ratteristiche restano inesplicate. Secondo 1110 1 v'ò un ruttore, fin qui stato negletto, di que1-1tn. grande trasformazione, un fattore di dop– pia natura: non dimentichiamo che solo diii 1870 l'Inghilterra conosce l'istruzione ohbligatoria e che il popolo inglese, e forse lo scandinavo, son quelli a cui l'intensa vita pratica im1>edisce, J>iÙ che n ogni altro popolo, che la carta stampata tolga il senso della realtà. In Europa il popolo inglese ò quello che legi:te di più, che lavora di pHt e con la maggiore intensità, e che viaggia più d'ogni altro; e che la lettura non gli oscuri il senso della realtà e non riesca tutt'al più che a scalfire h~ su1>erficie cli potenti individualità, è dimostrato da ciò, che tonnellate di roba protezionista, fJOmministrategli da due anni, l'hanno convinto più che mai... del con– trario. Oli è che il suo voto non può esser compreso se non da chi abbh\ seguiti i com1>lessi mutamenti so– ciali in corso. Centinaia di istituti tecnologici, di scuole commerciali, di università. commerciali, di borse di studio, accessibili alle classi medie ed ope– raie, vanno diminuendo di anno in anno i posti che, pel 1>assato 1 nelle amministrazioni pubbliche, erano riservati alle famiglie ricche e nobili, e vanno di pari passo irnmentando la disoccupazione dei ricchi ca– detti <lei West End. Anche le fumiglie piit ricche cessano di viyere sole in una casa grandiosa, con un grande numero di servi, e preferiscono vivere in '8ppartamenti presi in atlìtto o in mansions e in Mtels per far economia. Non è dubbio che la demo– crazia ha ratto grandi passi nel1o abitudini, primn. ancora che nelle elezioni. D'altra 1>arte, non v 1 è fi-
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