Critica Sociale - Anno XVI - n. 5 - 1 marzo 1906
70 ùRITICA SOCIALE mano a mano che procode\'O, mi si disegnava nella fan– tasia una figura, prima incerta o poi nitida, dalla chioma ricciuta e con gli occhi grigi. Non eri più tu, di certo j era uu altro. Clwssez, croisez! Ahimè, scambiai te per Enrico J.'erri. Tu e la grammatica avete ragione d'im– pernmlirvi: ma l'illusione c'è, ed è completa. 'fu ferreggi quando fni confusione tra borghesia e af. fnrismo e fai anche una mala azione percbè rubi il pro– gramma all'Avanti! (io cre1evo che quel programma potesse es1>orsi alla fe(lc pubblica, chè a nessuno può far gola); o quando chiedi al noverno, lì per lì, e solo come stuzzichino - in via dimostrativa, tu dici - di– vorzio, suffragio allargato, riforma tributaria, estensione della scuola, legislu;-;ione sociale, revisione delle spese militnri. E poi? Rammento che una volta te la prendevi col J•'erri o co' suoi, i quali pretendevano dal Giolitti riformo d'ogni specie. "J,] avevi ragione tu. Ma ora tu non sei stimolatore del Ooverno, sibbene avversario; o ti di. verti nuche a fare dell 1 ostruzione polemica, scherzando sul programmn 11 neutro w 'l'anto che la questione fer– roviaria ti pnro un nounulla e, trascurandone l'impor– tanza che è grandissima per tutta la nazione, dimentichi la lunga guerra, non anche finita, che gli interessati, con la compiacenza del Governo, mossero al patrimonio dello Stato. Parimente il ),"erri si compiace di sbeffare ogni disegno governativo e scrisse contro l'Ufficio del Jtn·oro quel che tu a un dipresso scri\'i rispeito all'or– dinamento ferroviario. '.l'u, cosl tenero dell'ordinamento industriale dello poste e dei telegrafi e dì ogni minuto particolare di questo meccanismo, contraddici e can– zoni to elcsso allorquando ti scappa di bocca che il comm. Bianchi può fare ,Ja sò. Ah sì! Peccato che il Bianchi, il quale sn il fatto suo, la pensi un po' diver– samente e non abbia ragione di gratitudine per i già ministri del lavori pubblici Ferraris e 'l'edesco ! Ma dove tu non sei pili tu, dO\'e la rinunzia al metodo tuo, cioè al metodo socialista, risulta intera, è non tanto in questo o quel periodo, nell'uno o nell'altro inciso, quanto nel\linsicmo dello scritto, dal capo alla codn. Stai u con l'armo al piede li! Buona guardia! [o mi an• noioroi. Che diamine vuoi dire? O dici troppo o uou dici nulla. Se stiamo al significato letterale cd appa– rente, vuoi ammonire cho la parte socialista non disarma e che è pronta per passare all'attacco qualora il Governo volga il timone a Destra.. Dichiarazione superflua, che non meritava l'onore di un articolo con contorno di ar– guzie. E quando disarmeranno i socialisti?• )[e lo sai dire? Mal, nemmeno quando uomini loro prenderanno parte al Governo. Tu, dunque, bai inteso dire qual– cos'altro; hai ,•oluto esprimere con poche sillabe la tua dlffldenza 1 benevola o malevola poco importa, per l'ou. Soirnino e pe' euoi collaboratori. Ed eccoci tuffati nella casistica, tanto cara ad Enrico Ferri! Jn che differisce, infatti, il tuo motto" Con l'armo al piede! 11 dal "caso per caso II del Ferri? Con l'una e con l'altra. insegna non si rifiutano i voti al Ministero; ma, dandoli, si fa sentire la freddezza e la diffldenza, o si fa dcsidernre al Ministero una compagnia più simpa– tica. Per questo appunto, il Giolitti abbandonò, appena Jrli fu possibile, l'Estremo. Sinistra che diffidava di lui; por questo, tu censurasti la parte tua. Quando si deli– bera, per Il meglio o per il meno peggio, di votare iu favore di un dato Ministero, bisogna regolarci in modo che questo senta di non essere tollerato, ma aiutato con lealtà e con forza a superare gli ostacoli, a s\'olgero un programma. Nessun Ooverno earà. sinceramente demo• cratico, se uon sarà sincero l'aiuto che ·gli promette la democrazia. Che possono rare gli onoreYoli Sacchi e Pan• tano, che cosa possono otten~re dai loro colleghi, se al Governo essi non conferiscono l'autorità e la rorza di quell'Estrema Sinistra, in rappresentanza della quale sono al potere? se l'~strema sinistra li allontana da sè e li mette in un lazzaretto in osservazione? O perchè i conservatori dovrebbero attuare qualcuna delle i1lee de• moeratiche, se ì partiti popolari fauno il viso arcigno, ancor prima che a loro, ai propri rappresentanti? In politica non ei conosce la filantropia: nessuna classe, nessun partito ò generoso con gli altri: non si fanno doni, ma si stringono contratti. Del resto, sono curioso di vedere quel che farai con l'armo al piode, se, come sembra, prima che il Ministero muova un dito, gli oppositori si conteranno nell'urna con scheda bianca, per l'elezione del presidente della Camera. Smetterai por un poco l'incomoda posizione di sentinelln e voterai tu pure contro gli oppositori. Così e non altrimenti, davanti la realtà, nello svolgersi rapido e complesso della vita. parlamentare, il " caso per caso li del Ferri diventava In regola: regola senza caso. Una regola ci vuole. 'l'u oggi non l'hai colta: al poeta è mancato un Yerso. Ci sei girato intorno e non l'hai vista. llai osservato che i reazionari ministeriali confi– dano che il Salandra, il Boselli e il Carmine sappiamo mozzare le unghie al Sacchi e al Pantano, e che, all'op– posto, i democratici ministeriali sperano che il Sacchi o il Pantano facciano preYalere i principi di libertà. e di riforma; e dall'osservazione deduci una canzonatura. È poco. Jo, applicando il tuo metodo logico di altri temJ)i, vedo, senza eforzo di lenti, due grandi interessi a fronte e uomini di due schiere che hanno un tratto di strada comune e che poi si separeranno. Chi dovrà lasciare la strada maestra? 'hi, fuor di metafora, sarà buttato fuori del ÙO\'Orno? Que\la parte, senza dubbio, che godrà nella nelln Camera e nel paese meno favore. Qual è dunque L'ufficio nostro? Dare ai democratici che stanno al Go– \·erno tutte le migliori energie, perchè essi, e con essi i partiti democratici, possano preYalere sulla parte con– scrvntrice, il giorno in cui la convivenza non sarà pili possibile. l moderati adempiono molto bene agli obblighi loro, sostcnundo gli uomini propri con astuzia e con fede. E noi? Noi facciamo una gran bella accademia e apriamo scuola di bizantinismo. E basta, non ò \'erò? Anche perchè mi pare si possa ridurre la questione a termini più modesti; tu, per amor di polemica, hai ,•oluto una volta tanto polemizzare con te stesso. Passami la franchezza 1 caro Turati, pari all'affetto che ha per te Roma, 'J6 ftbbn1io. l'affezionatissimo GARZIA C.ASSOLA. Claudio ,.rreves sa che in questa Rivista, come nella casa, e nel cuore di chi ha l'ufficio di compilarla 1 egli è, sempre, ben pi,ì che un ospite o un amico: è della 1w• stm famiglia; e i,suoi dolori sono i nostri, come le sue speranze, e gli 01·goglie le gioie tutte delta sua vita. Questo egli, sa, anche in questo fosco mome11to,mentre il suo capo piega sotto ww dei pih terribili colpi che possano mettere alla p1·ovala resistenza dei magna1timi: la perdita della ma(lre 1tdorata. Hisolle1;erà1westo it capo, l'amico nostro, e 11egliaspri cloveridella lotta quotidiana ritroverà le rngioui del vicere, che in quest'oPa sono amiebbiate 11ellasua coscienza. Smta egli, inla11to,che ,w,i è solo; che mnlti si11ghiozza110 sommes• samente con lui; che è molto e fo1·teme11te amato; e che non ha diritto di disperal'e ! f, t.
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