Critica Sociale - Anno XVI - n. 3 - 1 febbraio 1906
CRITICA SOCIALE invernoli 1 le quali per poter fruttificare precocemente in inverno di•bhono \'enir piantato nell'eitatc e nell'au– tunno precedente, semvre previa irril)Cazionc. ,, E, dopo /\\'Or esaminato una serio di colture grande mente rim11uemtive, il dottor Orimaldi conclude: u Apparo evidente che (lare una mcrlla in cifro rigo– rose dei vantag!.l'i della irrigazione ò dirtlci1o e poco e<iatto, ag~irandosi essa fra e-,tremi troppo discosti; tut– tavia crediamo di tenerci in limiti ristretti asserendo che la Piant1.di Catauia non irrigua ogiri non ronde in media più di f.,. 300 di reddito lordo, dal quale bisogna dedurre le spe1oe,imposte, ecc, per una somma di L. 200 circa, oncle non sì può calcolare un reddito netto mag– giore di L 100 l'ettaro. ~ Jrriu-ando le colture che attualmente si praticano, grano, fave, pn,terie temporanee. ecc., o racondole se– guire ctn. una coltura e~tiva. ora pmticata, il prodotto lor<lo i.i eleva senza difficoltà a J.,. 800 e le spese a r.,. 470. Rosterobhe un prodotto netto di 1.,.330 ed il va• \ore CILJJita1e sareb 1 ,e, calcolandolo al 100 per 5, di L. 2000 senza irrigazione, di L. 6600 lrrigtltO. \'! Ciò che si dice per la Piana di C1ttanin, gii\ attual– mente colth•nta in modo discreto, si può ripetere a mag– gior ragione per quasi tutte le regioni pianeg~ianti del– l'Italia Meridionale, attualmente incolto perchè infestate dalla malaria e ~fruttate coi metodi di 2000 anni ra. Que:;ta trasformazione vuol dire, si ricordi, l'impiego per decine e centinaia di migliaia di ettari di una quan– tità cli mano d'opera più rimunerata, duplicata, triplicata, in certi casi anche sestuplicata, cli fronte a quella che attualmente si usa nei terreni a coltura o:itensiva. Nè grande preoccupazione pul1 a1recare la ricerca di uno sbocco per la produzione abbondante di prodotti ngrari di tante terre redente dell'Italia Meridionale, quando si pro\'vedesse principalmente alla produzione di roragglo per animali da latte o da ingrasso, oggi che l'Europa pacisa un vero periodo di carestia in pro– posito, che hl obbliga persino a ricorrere alla lontana Argentina. (Co111in1ta). Jng. A. ÙMODF:O, LACRISI DEL REGIME PARLAMENTARE I 1 ..ITALIA Ht!condo il mio modesto avviso 1 i promotori della agitazione pel suffragio universale ebhero ragione di ruvvhmre nella crisi del parl11mentnri~mo italiano uu sintomo del bisogno di introclun·e nel vecchio orga– nismo energie nuove; ma ebhcro torto cli ritene1·e: che a. quc~t'uopo basti allarg-are il suffrngio attuale; che non vi siano altri fattori, in 1mrtP.rnmovibili, che continuerebbero a. produrre gli ste$Si effetti, anche isu pili vasta scala, a suffragio alllu·~ato; che 11011 vi siano quindi altre riforme di grnn lung<L più ef– ficaci cd urgenti. -,:;con piarere che ho visto Rerum Scriplor contentarsi del suffragio universale ammi– nistrati\'O; per ora, fin lì arrivo anch'io. Però, una breve rassPgna, nel tempo e nello spazio, delle crisi del regime parlamentare iu altri pilesi 1 nvrà. senza dubbio l'effetto di condurre a un giudizio più pon– derato e qualificato ::iul modo di procedere alla ri– forma delhL vita pubblica italianfl.. * * • Anzitutto occorre fin dapprinc ipio liberarsi dalla idea che la crisi del pal 'iamenta.ri~ mo sia un f'eno– nw110 "'o:;trnzialtnPnte d<illa 11w 1lei-ima natura. nei vari J)HCsi, Cominciamo da. quello ove il pttrlamen– rbmo ebhe origine, dall'lnghilterra. Ivi, come è noto, la monarchia, seblJene forte ab- bastanza <la schiacciar e ogn i altro elemento della na– zione :,;ingolarmeute pre.so, e da non esser distrutta dalla coulizione clell 1 elemen t.o aristocratico feudale e dcll'urhann e i.assone, non fu mai fort.e abbastanza da poter rifiutare concessioni a tale coalizione. Di qui unfl HOrie di alleanze tra hL monarchia e il po• polo poi· frenar ht prepotenza dei baroni, e del popùlo coi baroni per frenar quella del re, che condusse gradualmente al riconoscimento della capacitiì poli• tica nel terzo elemento, il borghese, inve{tito del diritto di nmnclar rap1>rei,;entanti Al Parlamento. ~la questo per molto tempo non ha che funzioni di controllo finanziario e di consultazione. Ad esso i mini~tri del re, ossia i funzionari che in origino egli si sceglieva tra i suoi consiglieri µiì1 fidati, in– dipendentemente da ogni designazione 1>arlamentare, espongono le loro misure di Governo, chiedendo con-iglio e 1>arcre. E::Jso 11011 fa che approntre o di– sapprovi~re ciò che i mini~tri del re, che collegial– mentu lo rappresentano, gli propongono. In questa loro funzione consultati\'a lrn origine la naturale di– visione ciel Parlamento in due partiti: l'Opposizione e i Ministeriali. Quando, alcuni secoli più tardi, il potere parla– mentare è cresciuto sì, ma non ancora al punto da potersi incondizionatamente imporre al re, sorge la finzione di attrihuire ai cattivi funzionari del re la colpa delle cattive misure portate innanzi al Parla– me11to, e si fa strada Pidea che basti mutare i fun– zionnrì del re scegliendoli nel partito piìt potente in Parlamento. I~ con ciò la rappre~entanza collegiale del re, da parte di funzionari esclusiviunente dipen– denti eia lui, si trasforma nella responsabilità colletth·a del Oabinetto responsabile di fronte al Parlamento e SOi!tenuto dal proprio partito. [I principio della ~olidurietà di Gabinetto e quello della divisione del Parlamento in due partiti son tra. loro indissolubili. La sana condizione del regime parlamentare in– glese ancor og,!!i è dovuta al persistere del sistema dei due pa rtir.i e della solidarietà cli Gabinetto. Non che non ci sia.no sfumature d'opinioni e Gruppi mi– nori e indi pendent i; ma a) questi Gruppi minori e indipendenti non possono farsi valere :-;e non or appogg-iando, or contrastando Puno o l'altro dei par– titi magt;iori; b) i due p!lditi maggiori hanno una organizzazione sen,ibili~sima a tutte le oscillazioni delPopinione pubblica e alla quale non è venuta meno la cupilcità. di far proprie tutte le idee che si fanno strada nel paese per opera cli associazioni <'O· stituite per fini speciali e sorte spontaneamente. Anzi, a vero dire, esistono due organizzazioni mag– giori a cui affluiscono i risultati delle minori; che non opprimono e comandano, ma coordinano e rac– colgono. li pae,e poi è divi~o e suddiviso in mille g11i~c J)OI' rispetto ad opinioni e problemi, in modo t1-1lecho unn. egemonia di partito \'i è impossibile e vi è sempre una massa fluttuante, indipendente, ipercritiett, che or si vale dell'una. ed or dell'altra orgtlnizzazione per far.:1i ... entire. Quando venne redatta la Costituzione deg-li Stati Uniti, in Inghilterra non si era ancora sviluppato il Governo di Gabinetto, e il potere legislativo era indipendente dall 1 e-ecuth'o e viceversa. Questa cir– costun:.m, unita all'influenza. esercitata dalla dottrina clelht separnzione dei poteri, nel modo in cui fu in– terpretata. cln.l )lontesquieu, condusse ad una Costi– stituzione1 in cui Presidente, Renato e Congresso dei rappresentanti po~sono honsì cooperare, ma. non hanno alcun potere gli uni s11g\i a.Itri, perchè por ognuno di questi organi la scadenza d'ufficio è a termine periodico fis:-10,e diverso clu quello degli altri due, e perch(' i Ministri non hanno potere di difendere le proprie proposte nelle assemblee e sono rcsponst1bili non a queste, ma al presidente. :Nessuno dei tre organi può promettere alcunchè, perchè non
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