Critica Sociale - Anno XVI - n. 3 - 1 febbraio 1906

38 CRITICA SOCIALE canza quasi completa di mano d'opera avvezza erl 1 alcuni temono anche, capace. ('omo si vede, per la produzione diretta di energia iclroelettrica ci av\'Ol~iamo iu un cirt·olo chiuso, per uscire dal quale il Xitti essenzialmente invoca l'inter– vento dello Stato. ~la ecco che il progresso rapidissimo delle industrie elettro-chimiche, che richietlouo per sò ·stesse colossali J}otenze, rende assai prol.labile 1 se 11011 certa, la possibi– li fa e la convenienza di utilizzare rapidamente anche grande parte delle forze idrauliche delJlltalia. Meridio– nale. La creazione di un'industria nuorn (che non va in cerca di mano d'opera specialmente ammaestrata e pra– Lica quasi per tradizione) accanto ari un grande imJJianto idro-elettrico, di cui assorba uno siock note\'O!issimo di energia, rende meno 1Lleatorio il irncresso industria.le della grnude impres,1. !.'elettro-chimica, lìoo a pochi anni 01· sono confinata nei laboratori dei politecnici, entra. vittorio:ia nel campo industriale. La fabbricazione industriale dell'allumiHio, del carlrnro cli calcio, di prodotti azotati, si è confer– mata trioufillmente. A quf'.sti oggi pos1<ono essere ri\·olte le nostre speran1.e Tutti conoscono la grande importanza per l'agricoltura dei concimi azotati, e l'enorme consumo che se ne fa (1). I grandi depositi <li Caliche nel Chilì vanno e.~auren– dosi per l'esportazione sempre in aumento del nitrato sodico da quel 1H,e~e. L'altro concime azota.to importan– tissimo, scrive il .'!Jcnozzi, cbe tiene un alto posto nel- 11agricoltura moderna, è il solrato ammonico, che, se non uguale al 11itrato come concime, lo può r,erò fino ad un rcrto punto sosti1uire; ma la produzione del solfato :immonico è limitata, essendo essa una produzione n.usi– liare di un'altra industria, quella del gas illuminante, la quale alla sua volta non si può estendrre a volontà. Il recentissimo processo indust.riale per la prepara– zione della calcio•cianamide, possibile solo quando si abbia una grande quantità. di energia i<lroelettrica a huon mercato, e che consiste essenzialmente nella fissa– zione dell'azoto atmosferico utilizzando il carburo <li calcio, si può dire che abbia oramai risolto, potendo la calcio-cianamide essere direttamente usata. come gli altri 1.:oncimi azotati, il grave problema dell·Rvvenìre di questi, e sta per introdurre in Italia una nuova grande indu· :-tria. promettente. Che queste nuove industrie, richiedenti energia a buon prezzo, e che con tutta probabilità assumerauoo presto un grandioso sviluppo, proJH-Jano probabilment~ e con– \'enientemente la via dell'Italia ì\leridionale, è reso fra altro anche probabile dal fatto, che laggiù le forze mi– ~liori sono ancora inutilizzate, mentre r1a noi se ne è fa.tta almeno una prima e diligente scelta. Im1•orta11za. dell'irrigazione nell' hali:L Jleridionalc. Jl prezzo di 1 litro annuo continuo d'acqua pe1· irri– gazione si può calcolare ohe varii nei nostri paesi cla L. 15 a L. DO: il profe.3sore Michele Capitò, direttore della Scuola d'Applicazione degli lngegneri di Palermo, afferma che nell',q;ro palermitano, ai nostri giorni, si paga L. 500 all'anno. F, questo è un prezzo medio, null1affatto esagerato, giacchè si danno ca~~ in Ih.lia Meridionale, in cui il litro annuo continuo sia pagato a.nelle 3000 e più lire. 11)SI \'eda l'Interessantissima comun•caz1one sulla C(I\CIO•Cianamllle 1\cl Pror. A. )lenozf.1, ratta nella seduta de11'11 r"l.lllrnlo mo:, nlhl soeluiì Chimica di MIiano. Questo valore enormo dà senz'altro un chiaro concetto dell'importanza. che può nvere l'irrigazione in quei paesi. Il signor Clemcuto Gi·imaldi, presideute della Depu– tazione Provinciale di Siracusa, uno dei migliol'i agri• coltori siciliani, rappresentante delhi sua isola. nel Con– siglio Superiore d'Agl'icoltura e nell'Ufftcio del La\•oro, eia me Interpellato flui nl.nti\ggi che potrebbe arrecare alla Piana di Catania. un progetto di irrigazione, mi ri– spondeva. con una lettera cortese, che mi pare esauriente, e della quale mi pel'll10tto di pubblicare qualche brano. " .La Piaua di Uatania è costituita da terreno argil– loso fertile, su;icettibile ili ria.re i;ihimi prodotti, e li dà quando non mancano le pioggie. E noto che nelle buone aunate, che sono quelle ucllo quali nblJondano le piog– gie prirna\'erili, la Piaua produce 15 ettolitri di grano l'ettaro e magari di pili, mentre nelle annato siccitose non oltrepassa gli 8 a IO. "Si comprenòe ngevolmeme che in queste condizioni il poter dare anche una sola irrigazione alle colture in– vernali, quali il grano, le favo, il lino, i pascoli, può raddoppiare e forse anche triplicare il prodotto. "Nella J>arte non irrigua della Piana cli Catania, come del resto nella rn,i~sima parte dellu Sicilia, non è pos– sibile alcuna culturn erbacea estiva; perciò, dopo il rac– colto ciel grano, dello leguminose da seme o ciel prnto, il terreno ,·est(t secco: br11c10.to, senza trai-cùi di c11ll1tr<t J)er tutta l'estate. Quando si dispune dell'irrigazione fii fa sempre seguire al gra11O una coltura estiva, quale il fa.– giuolo, il pomodoro, il cotone, il sesamo, il grano turco, che aumentano il reddito in forte misura. "L'irrigazione permette altre colture erlJacee, asflai ri– munerative, impo1-1sibili senza rii eflsa, e che 11i usuno già largamente, quali la canaf)e e te praterie per111R– ne111i. La canape dà. proclot!i a~.:ai pingui, le praterie dan11O foraggio verde esti\'O ::igli ariimali da latte e da ingrasso, la cui m1rncanza ò una delle principali piaghe della no'itra agricoltura e zootecnia. lrrigd1Hlo le pra.• terie, si ottengono se111.a çlirticoltà 4 tagli di fieno con u11a produiione dl quintali 100, equi\'alente a I,. 600 circa cli prodotto lordo, con poca spesa. I/erba medica da noi dà 7 tagli almeno, come mi risulta da constatazioni per• .<:.onali 1 e prorluce 600 quint:-tli di erba verde, che, anche calcolata a L. 1 1 50, dà L. 900 <li reddito lordo. "rrodotti ancora pili piugui posso1 1 Oottenersi, anzi si ottengono di già, cogli ortaggi e specialmente cogli or– tttggi precoci destin:iti all'esportazione. Non deve mera.– vigliare il fatto che molta estensione non fibbia prcm ancora. questa coltura, perchè gli elementi uecessali li pOl!Sediamo da. poco, anzi non li pos.~ecliamo ancora tutti. " Sono pochi anui che abbiamo i (erry•boal,•·, seuza dei quali non possono andare in contiuento i vagoni com• pleti, ccl è J)erciò quasi impossibile l'invio per terra. degli ortaggi freschi. Le tariffe ferroviario, per i lunghi percorsi, souo fltde abl.ia. 'lsate solo l'anno scorso. Da due anni soltanto pos;;;ediamo i carri refrigernnti, e sono solo <lei f)'-euclo-refrig('ranti, cioè a sernplire circolazione di aria f'lenza uso rii ghiaccio, ma bastano per il trasporto de!fli ortaggi. Finalmente non abbiamo ancora refrige– razione per i trnsporti marittimi. " La p1·evi.3ione del rapido incromenfo di questa coltura è avv,llorata. dal fatto, narratomi pochi giorni fa da un hpcttore delle F'errovic (gennaio 1900), che i numeri dei carri completi di ortaizgi freschii che le Sicule hanno mandato !n continente, dall'anno scor:Jo a quest'auno è quintuplicato. 11 Non mi pare discutibile che, col facilitarsi degli scambi, ogni reM"ione cle•;e studiarsi di produrre quelle cose cho può dare nelle migliori condizioni, e che altri non può dare con pari facilità.; noi ci troviamo nel clima più meridionale d'ltalìa, il nMtro in\·e-rno è una cou– t.inua. prim,~vera, e permette molte colture che arrivano le primo sul mercato, realizzando elevatissimi prezzi. t vero che in queste colture abbiamo la eoncorri>nza della costa settentrionale dell'Arrica, ore vanno dift',1rnlenclo~i e i <'lii prodotti arrivano :;ul mer( 'a.tn prima <lei nn.<1tri, ma la qua.lita ne è notevolmente inferiore o, trasportate per mare, impiegano di pili in viaggio e spes,;o si dete• riornno. " t un fatto indubitabile che elevatissime c!Fre si souCt rnggiunte e si rnggiu11gono in simili colture, le quali tutte hanno bisogno dì acqua di irrigazione, anche quelle

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