Critica Sociale - Anno XVI - n. 3 - 1 febbraio 1906
36 CRJTlCA SOCIALE ai disagi di un viaggio per paesi senza. ferrovia e talvolta anche senza strada carrozzabile, ed ai peri– coli di un'ascensione a villaggi inaccessibili, posti a più di 800 metri sul mare e dove, in caso cli pioggia anch~ scarsa, si rimane bloccati; finchè non si cono– sceranno le condizioni economiche e mentali di quei milioni di uomini che pel' molta parte dell'anno vi– vono isolat·i sulla. montagna, si continuerà a farsi delle illusioni su\Pav,•enire politico del nostro paese, ed a credere magari che il suffragio uniYersale possa ottenersi con le forze del .ì\lezzogiorno e debba ser– vire alln, sua. rigenerazione. E allora? ... mi pare di sentirmi domandare. [o non Yoglio trarre nessuna conclusione sull'av– venire del Sud; io ho scritto a proposito del suffragio universale e, riguardo a questo, la. conclusione è evidente. Se codesta riforma non pnò essere molto utile ver ora nè al Nord - lo dimostrò con la statistica alla mano il J3onomi -- 11è al Sud - ho cercato di mostrarlo io con l'esperienza personale - a che cosa può servire ora un'agitazione simile? Ad infondere un po' di vita nel nostro partito? )[a la dta il partito socialista può i1ttendel'la solo eia un programma d'azione d'interesse prMico. Se vogliam.o far l'agitazione fine a sè stessa, mettiamoci piuttosto a for propaganda per la spedizione armata contro lo Zar; così almeno avremo più chiacchiere da dire e da stampa.re. G. ,\. A:-.DHIL"LI.J. Lasoluzione tecnica delproblema eridionale A proposito del disegno di legge pro Calabria l. Il disegno di leggo per i provvedimenti a favore della. Calabria, pre!lentato c.:on urgenza dal ?i.!inistero passato nella tornata del 28 novembre 1905, e che <lovrà.essere discusso non appena riaperta la Camera, non è se non un rifa.cimento, fone un poco affrettato, di quello già approvato per un·a1tra disgraziata regione dell'Italia )Je. ridionale, che, prescindendo dal terremoto, è assai più povera e meno facilmente redimibile: la Basilicata. Un'altra legge si ba da tempo per i provvedimenti speciali miranti al risanamento economico della Sar– degna; un'altra ancora, più recente, pro Napoli. A.Ila soluzione del problema che travaglia le Puglie si è creduto di provvedern almeno in parte còll'acque– dotto Pugliese, che si temei fondatissimamente, debba riuscire una grande e dolorosa mistificazione. La questione Sicula inHne è pit1 che mai all'ordine del giorno. Questi provvedimenti 1 votati a spizzico dal consesso lt'gislati\'o, o che si stanno discutendo e pensando per l'una o l'altra regione d'Italia meridionale ed insulare; provocati dalle insistenze o minaccie di grnppi non po– litici ma regionali <li rappresontanti la nazione, o da calamità dolorose che sen'irono a richiamare l'attenzione pubblica. sulle condizioni ignorate e terribili di vaste provincie italiane; costituiscono una. serio di tentativi miranti alla solu~ione del vasto problema, che oramai si è convenuto di chiamare meridionale; problema che è indubbiamente avviato a una soluzione, la quale io non mi pèrito di sperare, o meglio ancora di intravve– dere relativamente prOS3ima e rapida, purchè, da.I coor– dinamento di questi tentativi modesti e parziali, possa uscire ben presto un sistema di leggi serie e sincere 1 essenzialmente basate su una conoscenza precisa dei bi• sogni, delle forze latenti dell'ltalia meridionale, e delle vie più brevi e sicure per so \disfare i primi, J)Cr redi– mere ed utilir.zare le seconde. Il nocciolo della questione merillìonn.le . Conosco il Mezzogiorno d'Italia dal punto di vista di un ingegnere che Pha. studiato ed, in gran parte, per– corso per ragioni professionali; e ho la convinzione la pili radicata. (dipenderà forse dal punto di vista) che il problema. meridionale sia essenzialmente wt jJl'Oblema te•mico; il problema cioè di sviluppare, in quei paesi, dove l'agricoltura è primitiva, l'inò.ustria che oggi vi ò nulla o quasi nulla, la grande agricoltura moderna e la graude imlustria. Scopo precipuo, se non unico, dello Stato, mirando alla. redenzione del 1Iezzogiomo, deve essere appunto di pre– parare un ambiente adatto aali sviluppi accennali. Nè de– sidero cbe la mia affermazione possa sembrare unilate– ra.le. Questo, a mio modo di vedere, è il nocciolo della questione; attorno a cui altri problemi e importantissimi si intrecciano, ma i quali, di fronte ad esso, passano in seconda linea. Se la questione, cosl, è po:1ta bene, la mia tesi non può essere compresa nè, tanto meno, sostenuta da. quella parte della popolazione, che nell'Jtalia. Meri– dionale costituisce la pubblica 01Jinio11e, che quindi pili direttamente agisce sui pubblici poteri, e nella qua.le per nessuna percentuale (fatte rare eccezioni locali) può entrare la classe lavoratrice. Questa opinione pubblica è la opinione dei latifondisti o loro dipendenti, talora in minima parte degli esercenti o degli artigiani, quasi sempre in modo essenziale dei professionisti, il che in altre parole vuol dire degli av– vocati ('). Questa opinione pubblica non spera e non può sperare, per una serie complessa di ragioni d'ambiente, se non negli aiuti diretti del Governo; sussidi, prestiti a grandi, a medi, a piccoli proprieta.rì 1 a :Municipi e Provincie, opero anche inutili ma, quello che importa, dispendiose. Videalo tli una cittadina. di provincia può anche spesso limitarsi ad un ginnasio magari pareggiato, o ad una pretura) destinati ad cmmentare il commen:io citladi110: talora si spinge siuo al desiderio di una fer– rovia, che, se compiuta nelle condizioni attuali di S\'i– luppo economico, avrit il traffico della i\la.ssaua-Ohinda. Questa opinione pubblica a vedute ristrette, infinita– mente pettegola e partigiana, preme sull'azione dei de– putati, anche Se di spiriti pii1 moderni, e ne guida es– sen:,:ialmente l'azione parlamentare. llo detto che il problema meridionale si fonda essen– zialmente sullo sviluppo della grande industria. o della agricoltura moderna, le quali alla loro volta si basano, a mio modo di vedere, su un altro problema, pili stretta.– mente tecnico, il problema dell'acqua, il pi·oblema frl1·aulico. Parafrasanclo il grido del direttore della Critica, nel suo splendido debutto parlamentare: l.Jate la libertù alla Sicilia, io esclamerei più volontieri: Dale l'acqua all'llalia ,lkl'idio11ale. E cred9 la mia invocazione fondata su una baso JJÌll solida di fatti, gia.cchè l'acqua, che in Italia Meridionale oggi può forse sola essere fonte di ricche:,;,rn. e !.li la\'oro, potrà indirettamente suscitare nella classe lavoratrice (pe1· cui principalmente Turati domandava la. libertà.) quel bisogno forte di liberfa, che ora non può esistere, ed è solo 1;entito a.ttrnverso le retoriche (1) 111 uuu ùlt!i1, 11J)hla, lll 50.oOb abltantl, uhè hu 1nuto uglu di conoscere a~sal \.lene, secondo mlu !nfornulZlon\ s! avre\Jbero ,1ue Ingegner! {uno lmpleg,llo munlc-lpale e l',lltro professore à! matema– tica>, una dozi1111adi dottori, o 1~0Jaut·catl 1n legge, c\l t·ul almeno IQO insct·lttl lHlll'al\JO degli ill'l'O<'att.
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