Critica Sociale - Anno XVI - n. 3 - 1 febbraio 1906

42 CRITICA SOCIALE ~ questo fatto, combinato con l'altro che i prin– cipi del credo democratico francese furono assunti f'Ollle principi di JHtrtiti democratici e sodali.stici, che vollero essere la cosf'ienza r1fles::1adi <lati inte– ressi, non 1>otèa mPnO di condurre, in Italia. come allro,·e, alla. scoperta. che la secolare inesperienza politica delle maèse crna un dissidio tra le aspetta• zioni dei dottrinuri della democ·razia e la realtà; dissidio tanto più profondo t, difficile da diagno::iti– care esattamente, in quanto il favore naturalmente incontrato nelle masse dalle teorie politicha e so– ciali venute di l"rllncia., produce anche da noi la so– vrapposizione parziale dei rred,i e dei partiti politici agli interessi, accrescendo così gli elementi di in– computibilità. e diminuendo quelli di cooperazione tra le varie energie naz.ionali. Ma, come fu detto pili sopra., vi sono cause spe– ciali di crisi costituzionale in ftalia,: il diverso grado di sviluppo economico e demografico delle varie sue parti, fra le quali le pii, sfortunate e misere contri– buiscono i più numerosi e peggiori rappresentanti al Parlamento, non d'altro ansiosi che di perpetuare camorre e rapine loculi; il diverso passato sto– rico, ecc. E RO)>ratutto il modo stesso in cui l'Italia fu unificata ha una grnnde importanza. All'unificazione del nostro paese concorsero in modo ora armonico, ora antagonistico, ma sempre distinto, la monarchia da un lato e la ri\'Oluzione dall'altro. A tutta prima può parere - e da molti si sperò - che ciò dovesst! generare un'organizza– zione dualistica di forze simile all'inglese; ma, se ben si guarda, ad eccezione che sulla forma del po· tere esecutivo, monarchica o repubblicana., su tutto il resto, cioè sui principi <li Go\'erno locale e di di– ritto amministrativo, le due correnti non mostrarono mai cli differire sensibilmente, ed entrambe, giunte al potere, si cliportarono su per giù nello stesso modo, il che dimostra che impulsi e principi non erano praticamente diversi. Il solo effetto della doppia origine del nostro re– gime di Governo è di conservare vi\•o, specie 11ei partiti popolari, un cumulo di id eologie astratte e di pregiudiziali, che, figurando in ca.po a qualsiasi programma di riforme praLiche ragion evoli, e ad ogni proposito rievocate eia: focosi oratori a uditori impulsh•i e infiammabili per temperamento .... e per disperazione derivante da miseria 1 servono a tener lontani dal cooperare ft elette riforme pratiche molti elementi capaci, ma temperati, delle classi superiori. Non v 1 ò riforma concernente Go,·crno locale, Senato, pubblici servizi, esercito, burocrazia, in cui i partiti popolari evoluzionisti consentano, che non sia pos– sibile rintracciare in lavori di personalità apparte– nenti non solo alla Sinistra, ma al Centro e alla stessa Destra. Onde la storia politica d'ltalia offre questo curioso fenomeno: di un dualismo primitivo di forze nel paese e nel Parlamento, non dovuto ad interessi e nemmeno a criteri pratici di Governo dif– ferenti, ma ad idealità. patriottiche: dualismo primi· tiYO da cui, a poco a 1>0co, sotto l'azione delle di– versità d'interessi regionali, di nuove dottrine sociali e del temperamento ultraindividualistico e quasi Ed ora, se la nostra diagnosi ~i questa crisi non è foncla111entn.lme11te errata, chi 1>uò credere che queste forze non continuerebbero ad ag'ire se ci fo:1::1e il suffragio uui"ersule? Noi le ,·ediamo effettivamente, sebbene non tutte vi esidtano 1 produrre gli stessi risultati in Au:::;trnlia e nelle repubbliche sud-afri• cane. I~ chi può credere che rallnrg,1meuto del suf– fragio produrrehbe un effetto sen:-:ibile, prima di venti o trent'anni, nella vita dello Stato? Perchè, nel g-iudicllre dell'efficacia d'una misura, non bisogna ragionare a-prio1·islicamn1ie; ora 1 non si tratta qui di vedere so sia di::iforme o conforme ai postuhiti cli una politica democratica il dare il voto a coloro cho non sentono, o non mostrano di sentire, il bisogno cli chiederlo, come altri, che già ne hanno il diritto, mostrano tuttavia in grandissimo oumero di 11011 sentire il bisogno di valer~ene. Il problema, n parer mio, è il seg·uente: è più proba– bile cho un miglioramento nel nostro regime poli– tico venga dall'accesso ad esso cli forze che, per ora, sono intollettuttlmonte ed economicamente tanto de– holi da non sentire, in massima, il biisogno di essere elettori, e, se sono elettori, da non sentire il bisogno di votare, e per lung-o tempo ancora, da non saper– sene valer bene; OV\'ero <la una miglior applicazione delle forzo politiche attuali? È più probabile che vi sia maggior sapienza politica negli analfabeti, o in chi ogni giorno, leggendo il suo giornale, impara a decifrare un lembo del vincolo che lo unisce in mille guise alla sua città, alla sua patria, al mondo? Io non nego che alla lunga il popolo possa correg• gore i pro1>ri errori e che quindi anche il voto degli analfabeti o delle donne, specie nei Comuni, possa produrre buoni risultati. Le assemblee che ad Atene ascoltavano Pericle e a Roma legiferavano nel foro, i cittadini di Firenze e di Venezia erano analfabeti nel massimo numero. ).fa in riguardo al voto poli– tico credo si debba andare lentamente. Una volta ottenuto il suffragio universale amministrativo, deve essere lasciato alla concorrenza dei partiti di con– quistare Je coscienze, di farle aazi, pel suffragio poli· tico, aprendo loro ulteriormente gli orizzonti men– t"-li verso sensi di più !urga solidarietà. Ciò che i socialisti g-ii\ fecel'O nel passato per l'iscriz.ione cli nnovi elet.tol'i, dev'essere continuato anche nell'av– venire per opera di tutti. Chi non crede giusto che la nascita clin diritto al trono, perchè non v'è rap– porto tra titolo e merito, commette il medesimo er– rore quando, negligeudo l'elemento della capacità, manifestata con un lieve sforzo di conquista., fa di ogni animale homo nato in un dato territorio, per ciò solo, un animale politico. Almeno almeno non si oblii che in qualche misura l'homo deve mostrare cli essere sapiens! Ad ogni modo, non focciamoci illusione di sorta sulla pron– tezza dei risultati attesi dall'allargamento del suf– fragio. Sopra tutto, non facciamoci illusioni che esso possa vincere le sopraenumerate cause permanenti di crisi del regime parhunentare. anarchico della popolazione italiana., in cui la po- Nulla dunque si deve poter fare per riparare a vertà 1rnrntiene uno stato di diffidenza tra persona queste il più presto possibile~ Certamente vi sono e persona e di ripulsione allo sforzo associato, emerge inlluenzo che solo il tempo potrà attenuare. Solo il la pluralità. dei partiti o dei Gruppi attuali, non fou- passar degli anni, col consolidar le esperienze, atte- dati su interessi collettivi, nazionali, ma su diverse nuerà il dissidio tra teoria ed azione politica, tra concezioni cli interessi, diverse da persona a persona, concezioni politiche ed interessi, che su tutta PEu- e ove la perso11a basta a crear l'illusione della di- ropa continentale irradiò dalla Francia con la Rivo- versità cli idee e di metodi. luziono l·'rancese. Solo il tempo, coll'attenuarn il ri- i! ret!inru1li!!mo e il JH"'rsonAlismo - sintomi di cor<lo dellA dnpriA 1rnt11ra de\111.nof:ltra rivoluzione, una co~ci1•11'i',fl. na:donule Hllf'Or 111;1hlicurn, flneor i11 e ('01 portar 111-ll'nn•m, pulitii-a g·eneni✓.io11i che 11011 eluhornzione - sono il contiib11to che l'lttdiH in chbero parti• 1wr... onali· n,•lle file dell'uno o dt'll'altro ispecial motlo contribuisce alltL crisi dd proprio re- e::1erc1to,e che dulla Ji: ;r.rn ✓.a stt•::isu sarnnno 1111 .. s:se gime politico. 1 in condizione di giudicar più serenamente, consen-

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