Critica Sociale - Anno XVI - n. 2 - 16 gennaio 1906

22 CRITICASOCIALE di analfabeti, cosicchè si può concludere che l'analfabe– tismo è la principalissima causa del ristretto suffragio, in alcune plaghe dell'Italia media e superiore al limitato llllmero di elettori non fa riqcontro un altrettanto limitato numero di alfabeti. Scelgo :dcuni casi tipici. [,a provincia cli 'l'orino ha, su 100 maschi maggiorenni, 88 che sanno leggere e scrivere. l<~ssa tiene il primo posto nella scala dell'alfabetismo e dovrebbe logicamente tenere il primo posto anche nella percentuale degli elettori. Invece la provincia di Torino occupa il 21° posto nella percentuale degli elettori, ossia ha molto meno elettori di Ravenna e di i\fassa. Carrara, dove la vivacità delle lotte politiche ha fatto sì che l'inscrizione degli elettori procedesse più intensamente. ~.ra, per chiarire meglio questo fatto di capitale importanza, gioverà. mettere a confronto alcune delle provincie con alto grado di alfabetismo e bassa percentuale di elettori, e alcune delle provincie a ~car,;;o alfabetismo e a relativamente alta percenhiale eletto– rale: l'HOVISCIF; Torino . Bergamo Milano Udine Brescia Treviso . Roma Massa e Carrara Ravenna. Reggio E.'milia Mantova. Bolog11a . Rovigo C1·emo11a Percentuale Pcrc1>nl111llC di alfabeti <li elettori 88,0 3'3,0 31,5 30,S 3lli 29,0 27,5 21,0 45,4 34,3 37,'2 3i,1 35,8 35,5 38,4 Dà. queste poche cifre si desume duuquo che, se le provincie di 'forino, di Bergamo, di ~[i!nno, di Udine, di Brescia, di Treviso, di Roma, e, si potrebbe aggiun– gere, di quasi tutto il Veneto e di quasi tutta la '1'0- scana1 dovessero imitare la vhTacità politica delle lotte che ai combattono nel Mantovano, nel Ravennate, nel Regg:ano, nel Bolognese, nel Polesine rodigino, la per– centuale degli elettori dovrebbe raggiungere quasi il doppio. Il che significa che la bassa percentuale di elettori non dipende, in queste plaghe, soltanto dall'at– tuale legge elettorale, ma dipende anche dalla vita po– liticamente torpida, che non dà stimoli ba-itall.ti per la iscrizione nelle liste elettorali di tutti gli aventi diritto. Ora, iu un paese dove moltissime provincie non iscrivono tutti gli aventi diritto, e dove quindi non è a_ncora sen– tito il bisogno della materia nuova perchè non è ancora esaurita l'antica, è egli possibile cream un movimento vivo eri intenso per il suffragio universale? Evidente– mente no, e tutte le affermazioni dottrinali ed astratte dei teorici del diritto naturale non possono smuovere di un palmo solo la ferrea realtà delle cose. E si badi anche a questo. Quando le. statistiche ci avvertono che le provincie di 'l'orino e di Milano po– trebbero, se avessero la vivacità politica di quella di H.avf'nna, avere il doppio di elettori, non è da credere che il fatto derivi dall'inerzia politica delle classi riccb.e. Al contra.rio, i signori della Vandea lombarda, e i ti– morati conservatori del Piemonte non tralasciano di farsi inscrivere nelle liste elettorali, dO\'e mancano in• vece i nomi degli artigiani e degli operai, della classe cioè su cui noi dovremo fare affidamento nella nostra futura agitazione. Certo - e non lo voglio nascon<lere - a questa. esclu• sione dal suffragio di molta parte della classe proletaria. alfa.beta, contribuiflce l'obbligo di presentare il certifi– cato degli studi compiuti, certificato che spessissimo non si trova negli archivi municipali, obbligando così il ri– chie<lente a superare, se vuol essere elettore, gli esami t)resso la locale Pretura. Infatti, quando si pensi che. prima della revisione straordinaria delle liste politiche ordinata dal Crispi con la legge 11 luglio 1894, gli elet– tori erano 3.006.345 e si ridussero subito a 2.159.214, non si può disconoscere che il diverso moclo di attestare la capacità. di saper leggere e scrivere ha una grande influenza. Per questo io obbi ad avanzare la proptista di una agitazione per il ripristino delle liste elettorali a prima della leggo Crispi. E ha torto Rel'um scriptor quando disconosce il valore intrinseco di que_:,ta mia proposta. Certo, fra Panalfobeta e chi sa. a malapena scaraboc– chiare la propria firma, corre una differenza così piccola che si può dire politicamente inafferrabile. Ma io non partivo da un concetto di giustizia astratta, ma. partivo alla ricerca di coloro che avrebbero nutrita la nostra agitazione. 1;; poichè nell'Alta Italia il proletariato anal– fabeta è scarso e non ha mai dimostrato alcun vivo desiderio di intervenire nelle lotte politiche (per lo più è formato di vecchi, che 1100 hanno potuto usufruire dell'istruzione obbligatoria), e poichè anche molta parte del proletariato alfabeta non si cura. di reclamare il proprio diritto di voto, io non ved0\'o su cbi fare affi– damento per un'agitazione non platonica ma vh•a cd intensa, se non su quel milione di porsone che ha già mostrato desiderio di occuparsi della cosa pubblica e ai è visto undici anni fa preclusa. la possibilità. <li occu– parsene. Del resto,questa preoccupazione di trovare gli interessati disposti a conquistarsi il suffragio non è una mi& ubbìa, ma è una ricerca preliminare obbligatoria per tutte le persone di buon senso, e lo stesso Rerum scriptor, che ne ha molto, non ba potuto sottranisi. Soltanto, nella sua qualità di meridionale, è stato più fortunato di me, ed ha potuto additare a tutti gli -ideologi, affannantisi dietro le giustizie astratte cla conseguire, la forza po– derosa capace di tnulurre nel fatto l'idea. *** Non ho alcuna intenzione di ripetere qui gli argo– menti con cui Rerum SCl'ipfor dimostra la necessità di innestare la questione elettorale sulla questione meri– dionale. l\Ii permetto soltanto di aggiuuge,·e alla sua tesi alcuni argomenti di qualche importanza. Per quello che ho potuto dimostrare nell'esame stati– stico delle condizioni elettorali d'Italia, credo sia ormai chiaro che nell'Italia settentrionale un'agitazione per il suffragio universale non può attecchire. Paesi, che hanno circa 1'80 per cento di maschi maggiorenni che sanno leisgere e scrivere, e che, mercè l'ingresso delle nuove generazioni quasi univer9;almente alfabete e la scomparsa delle vecchie fra cui l'analfabetismo resiste, possono fra breve raggiungere le stesse condizioni della Germania, della Francia e del Belgio, non arriveranno mai a mescolarsi con eutllsiasmo ad un'agitazione di– retta a introdurre i pochi vecchi analfabeti nelle liste elettorali. Anzi, chi non vive nelle nuvole ma ha occa– sione di parlare con socialisti dell'Alta Italia 1 li trova più riluttanti a concedere il suffragio a queste forze generalmente misoneiste (i vecchi, per legge organica, sono l)iÙ inclini a conservare che non a rinnovare) che non entusiasti della giustizia. astratta. da conseguire.

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