Critica Sociale - Anno XVI - n. 1 - 1 gennaio 1906

CIUTICA SOCIALE 1B moglie, la serva e le alt1·e genti oel suo palazzo o pas– seggia in giardino; tutti dipendiamo da lui a (donun, 21 anni, è stata a scuola 2 anni). "Il re è quello che tiene in piedi il Governo. È buono perchè, se non Io fosse, i deputati lo mettono sulla buona strada; ma i deputati comandano più del re, pnchè scrivono quello che vogliono e fanno firmare al re più di forza che d'amore. Il re sarà un belPuomo, in tempo di guerra starà colla mente sconvolta, una pe1ina in mano, seduto vicino a un tavolino e penserà. sopra i suoi tristi casi. li re ha molto da scrivere anche in tempo di pace e, finito di scrivere, andrà a passeggiare in giardino con la sua sposa per non essere ucci~o come suo padre. Però è utile che ci sia il re per il buon Ot'– dine; senza il re si commetterebbero molti omicidii, ci sarebbero moltissimi ladri. È meglio il re che la repuh– blica, con il re si è più sicuri; per esempio, in America, dove c'è la repubblica, bisogna andare sempre armati t1 (donna, 26 anni, 5 anni a scuola). " Il re dev'essere una persona nò bella nè brutta; in tempo di guerra starà. nascosto percbè fra i nemì('i ci saranno di quelli che lo ucciderebbero volentieri. Il re ci vuole, perchè senza il re ci sarebbe repubblica, ed è più utile il re cbe la repubblica, perrhè il re è uno solo a comandare, invece nella repubblica comandano tutti ti (donna, 40 anni, 2 anni a scuola). "11 re è buono, bello; se non ci fosse, chissà cosa si diventerebbe; ci vuole il re od i preti per tenere in freno tutta la gente ,, (donna, 45 anni, analfabeta). '' Il re è una persona. che si deve rispettare e che comanda a tutti 1 che deve fare impressione per il nome che porta. Utile perchè comanda. i soldati, e senza re ci sarebbero molti scioperi. IL re è sempre stato; il socia– lismo è una cosa nuova: se fosso una cosa bella, sarebbe sf'lnpre esistito come il re ,, (donna, 33 anni, 6 anni a scuola). " Il re è il primo dello Stato italiano, una persona che più grossa, dicono, nell'ltalia non ce ne sarà: è una personfL buona, bella, ha tutte le qualità, perchè devo figurare un uomo molto per bene. Deve essere bello, perchè re brutti non ce no sono. Un re fa. sempre bene quello che fa: quando fa una guerra, ha sem1>re ragione ne' suoi comandi, solo i maligni diranno che fa male. li re non è felice del tutto perchè ha dei pensieri per far andar avanti lo Stato " (uomo, 21 anni 1 sa leggere e scrivere). È notevole quanto è diversa l'idea che queste infime classi del popolo si fanno del re, da quella delle classi borghesi. Noi imaginiamo un re rappresentativo, che vive nel fasto di una Corte. Questa povera gente, al contra.rio, non sa concepire nulla di simile. Il re mangia e beve bene, ha molto da scrivere, sta nel suo palazzo con la moglie e la serva. Lo imaginano insomma come il più grande possidente del borgo. Noi imaginiamo un re costituzionale. Per costoro, in– vece, il suo potere non ha limiti; è onnisciente, onni– potente, fa la pace e la guerra, ha diritto di vita e di mo,·te sui sudditi, provvede ad ogni cosa. Ma anche questa onnipotenza non esce ùai limiti di ciò che essi hanno veduto: e perciò le sue funzioni (impedire i furti, gli omicidi, gli scioperi) somigliano a quelle di un tenente dei carabinieri. Il re poi è naturalmente bello, buono, sapiente, largo di elemosine. Questa gente è intimamente monarchica, non per· dei criteri politici o storici, che non può pos– sedere, e dei quali non v'è sospetto nelle risposte, ma per un istinto atavistico di ossequio incondizionato n.d un capo. La ingenuità dei motivi) per cui prereriscono la monarchia alla repubblica e condannano il socialismo, rivela quanto è grande e profondo il misoneismo della incoltura. . . Anche le idee sulla guerra si polarizzano intorno al– l'imagine del re. u Gli uomini vanno a fare il soldato perchè così vuole il re ,, - " Per servire il re 11 - " Per tener compagnia al re t1• ecc., ecc. Le spiegazioni e, pur troppo, le giustificazioni, che in generalo i nostri interrogati dànno della guèrra, sono oltremodo curiose: " Si fa una guerra, come adesso i Russi e i Giapponesi si battono, perchè i Russi sono b11oni, ma un po' sofi– stici, e allora i Giapponesi si battono con loro. Poi in Africa si battevano perchò l\Jenelick voleva dei denari e l'Italia non li voleva dare. In Cina era l'Italia che vo– leva denari e la Cina non voleva. " u Una guerra ò quando i soldati vanno ad uccidere i nemici per prendere le potenze più grandi, per ragione di possedere un paese cbe uno vuole e l'altro anche. " "La guerra si fa probabilmente perchè un re vuole avere delle terre e il re vicino non glie le vuol dare e allora si fanno guerra." u Una guerra si fa in tanti modi; per lo più è quando uno vuol andare a prendere uno Stato e l'altro non vuole.,, " Se una potenza fa l'attacco ad un'altra per prendere una città, si deve combattere per non lasciarsi vincere e difendersi dal nemico. La guerra è una cosa giusta perchè nessun'altra potenza dove venire a disturbare noi che non andiamo a disturbare loro. ,, u La guerra è come gli italiani che sono ·andati in Africa per poterne pigliare un pezzetto, o, se la :Francia piglia. un pezzetto d'Italia, questa cerca di riaverlo, prima colle buone, e 11oia.ttaccano la gu~rra 1 cioè com– battono per vedere a chi tocca. ti Dalle risposte, delle quali non diamo qui se non qualche saggio, emerge innanzi tutto che nessun senso di ribel– lione vibra in questi poveri ceti, nè contro l'arruola– mento - che, se voluto dal re, de,·e essere buono - nè contro la guerra. Questa poi è imaginata come una contesa di piccoli proprietari per un pezzetto di terra - è la sola cosa che sentano \'h•amente e da cui sia loro facile trarre un'analogia - e non appare nffatto quella cosa orribilo che è realmente. Cosl pure, della gloria, del patriottismo, dell'onore nazionale, qucsti argomenti <' pretesti dei guerrafondai, non un accenno o un sospetto: tutto è ~isto coi criteri del diritto, del mio e del tuo .. . .. Questo, che abbiamo <lato qui sopra, non è che un Sflggio minimo e pieno di lacune sulla " coltura politica , 1 degli ultimi strati del popolo; pure non ci pare sfornito di valore " indiziario t1• Quando il naturalista getta la sonda a due o tre mila metri dentro il mare, non ne ritira tutta la. fauna e la flora, ma solo pochi molluschi, qualche filo d'alga; pure lo studio di questi frammenti basta alla sua. mente sa– gace per ricostrurre la \'ita qual'ò nei mi~teriosi fondi marini. Cosl si può da queste poche risposte, nelle quali si avvicendano gli errori più grossolani e l'ingenuità più primitiva, le definizioni più pappagallesche e il più vieto ossequio alla 14 res judicata "' inferire abbastanza della cultura politica di gran parte del popolo italiano, e misurare quanta strada gli resta da percorrere per per– venire ad una rudimentale coscienza politica ! ){,\RIO CARR.\IU. e PAOLA LOllUROSO C.UutARA.

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