Critica Sociale - XV - n. 22-23 - 16 nov.-1 dic. 1905
CRITICA SOCIALE 3f>f) V. Ln fl.,io-11omin r1enc,.,1le tletln lerme se<·01ulo il 1..·oto (li uu Oouy,·esso. TI 26 marzo J!:10:-.,ad iniziati\·a della Confedera– zione nazionale fra lo Rocietà di impiegati pubhlici o privati, ebhc luogo in Milano un Congresso regio nalo lombardo per la discussione di cluo soli temi: In legge por lo stato giuridico dogli impi('gati e quella del riposo festivo. Per quest'ultinrn) relatore ru l'on. Cabrini. Dopo ampia cliscuRsione, si finì col ,·otare un ordino del giorno, proposto da chi scrivc 1 che riportiamo integralmente: il Congresso, mentre respinge qualunque adesione che, sotto il pre– testo del rispetto nlln. libertà indi\·idunlc, non riconosca la precisa nocosslt.i\ che l'istituto do! riposo settimnnulo diventi leggo dello Stnto, impognn le Organizzazioni rappresentate ad agitarsi per la. conquista della leggo per il riposo, inspirata al primo progetto Cabrini-Cbiesa.– Xofri, o più speeinlmente, informata a questi principi fondamentali: 1° che sia stabilita la sanziono legale del diricto di far lavorare, nfli giorni stabiliti per Il rip090 1 sì all'm– terno che fuori clell'(lzie11cla, gli addotti, sotto qualunque forma, al lavoro industriale, commerciale e professionale delle aziende private e gli addctll nlPamministrazionc dello Stato e degli Enti pubblici; 2° che il periodo normale di ri))Oso sia di 36 oro i che cada di domenica, salve le eccezioni seguenti, nelle quali potrà cadere in altro giorno della settimana; 3° che le eccezioni al divieto lcgnle dal lavoro in <lomenica nngano cosl distinto: A) in eccezioni stabilite o disciplinato dalla leyge medesima, sia per moti\•i di necessità e utilitù sociale (sen•i~.i pubblici, farmacie, scuoio professionali, liwori idraulici, sorveglianza o pulilura di case, miniere, sta– bilimenti industriali, ecc.) 1 sia per motivi <lico111:e11ic11za 1mbblica generale (caffè, ristora11t1 1 teatri); JJ) io eccezioni imposto da imprescindibili rayioni locali ovvero di ulilitù 1wit'(lla determinata dalla natura dell'industria, ecco:.:ioni da stabilirsi di anno in anno dal Consiglio comunale o Provinciale o da appro,·arsi dal Consiglio SuJ)or1ore del Lavoro. 4° che le aziende, che non po.!lsono fruire dello dl– SJ>Osizionidi eccezione, non possano essere aperte al pub– blico nella domenica; 5° che, ove il riposo periodico sia stabilito in giorno diverso dalla domenica, siano assicurate al lavoratore almeno 2G domeniche libere all'anno. Questo ordino elci giorno fu votato alla quasi unani– mità, coll'adesione esplicita doll'on. Angiolo Cabrini - che si è rivelato su1>eriore a qualunque preoccupa– zione personale - o degli altri deputitti, di opposte 1)flrti politiche, presenti al Congresso, on. )lira. o on. Crespi. ghbo poi, nel già ricordato Convegno del 20 settembre 190~, l'adesione, fatta. qualche risen-a sui dettagli, degli on. Filippo 'J'uraii e OttaYio cor naggia, pel' modo che finì col raccog-liere il consenso doi rapprcsentirnti di tutte le parti della Camera. doi deputati. l 1 'u, invece, comha,ttuto di\l rnpprescntnntc della Camera del Lavoro di )fihtno, Costantino Laz– zari, che sostenn(' che l'agitazione popolare e l'uziono pnrlamentare degli aderenti alh~ sanzione lej?alc del riposo settimannlo debbano avere per base solt.rnto u il progetto elnhorato ed appro,•nto dalle Organiz– zazioni fin dal Ino2 .,, che è, sah•o le dh•ergenzc già accennato, l'origi1rn.rio progetto Cabrini-Nofri-Chiesa. Di qui il dissidio tra i due campi della classe degli impiegati; cliRsi<lio, come vedemmo, puramente acca– demico, perohò l'ordine del 1?inrno più soprn ripor– tato è informato nlla. stessa con(·('zionc, nè pote,·a cssC>roaltrimenti, <kl progetto Cahrini, ornle a~pira per vie divcn1c ad una stes!la mètu. A parte la qun- 1:1tionedi forma, che non interessa, \'Cdiamo, adUJHJUf', che cosa ha ,·oluto dire il Congresso deg-li impieg-ati del 26 marzo 1905 col suo voto. * • * Capoi•erso 1. fn esso clomnncla, fWanti tutto, la sanzione leyalr ci('( riposo, respingendo recisamente qualunque achLttamonto alle idee che fanno capo alla. corrente liberish1. J1 divieto però è limitato all,ohbligo cli far faro rm·e, respingendosi il principio ang'lo-americnno del divieto di lavorare per proprio conto, all'infuori di qualunque vincolo cli dipendenza. Abbiamo già. spio– gato nella Monogmfia le ragioni, por lo quali rite– niamo sufliciente cautela alla salute dei lavoratori il divieto di far illrorare. Tale divieto però non ctc,•o ammettere possibilità di inrrazioni, mediante equi– voche interpretazioni, e cosi non deve essere con– sentito il lavoro, per conto dell1imprenditore, a do– micilio doll'opomio o clell'impiegnto. Perciò l'ordine del giorno contempla il caso del lavoro sl all'rnferno che fuori dell 1 azimda. Della. leggo dc,,ono fruire gli addotti, sotto quu– lunque forma, al lm:oro i11dw~lriale, err., senza distin– zione fra lavoro a stipendio fisso o la,·oro a cottimo, ri.'tribuito o gratuito, e via dicendo. Si domanda il riposo per gli udcletti al lavoro i111lu– striale, commercialo e professio11alf, romprondendosi in questa ultima voce gli innumerevoli agenti privati, scrivani di avvocati, ingegneri, poi' i quali il divieto arrecherà qualche noia, 111anessun danno. F. il lavoro agricolo? Xell'orcline del giorno non se ne fa parola, mentre altri metto come baso cli ogni ngitazione la esten– sione della legge ai la,·oratori dei campi. Quale la nostra opinione? Che l'istituzione debha essere di carattere gcnerl\lC già lo dicemmo; essa quindi non potrà, a priori, escludere una classe nnmornsa, quale quella degli addetti al la,·oro dei cHmpi e dolio selve. Sta a vedere piuttosto se è necessario e so è agC\·ole comprenderla nella legge. In fondo, dobbiamo riconoscere che la necessità. della sanzione lcg-ale del riposo per i contadini non è sentita, tant'è che le Assochlzioni e le Leghe ag-ri– cole non si curarono di esprimere il ìoro pensiero o talora 1 interpellate dai Comitati nazionali pro IU· poso, nemmeno risposero. La cla8se degli agricoltori ò l'unica, al giorno d'oggi, cho goda e, nel tempo stes~o, soffra del riposo periodico, essendo forznh1- 111entecondannata a quei lunghi periodi di inattività, che devono tron1re inevitabile compenso in altri periodi di immenso fen•ore di vita. Alle operose mattinate eath·c, sacro allo sfalcio dei fieni, e ai tordi tramonti autunnali consumati nelle vendemmio, fanno riscon tl'o le lunghe veglio inver– nali spose a raccontare fin.ho e a recitare litanie, per affrettare il corso della notte!. .. La cura dei bachi, l'allevamento ciel bestiame, la mietitura e la Yen– clemmia nei tempi di repentini camhiameuti atmo– sferici non pos:sono assicurare Hll'agricoltore <1uella regolarità nella sosta riparatrirl' che costituhll'e il nrnggior pregio e h1 ragiono prima dell'istituto del riposo. Ne segue che una le,gg-c non potrebhc <'110 prendere alto dPIIO stato di fnUo oggi esistente, o cioè dare il sug,irello parlamentnre a ciò clw già esiste in fornlll di consuetudiiw millonuaria. llentro quindi non abbiamo nulla in contrario acchò veng!l stabilita anche per g-li agricoltori la regola del ri– poso domenicale, dobbiamo dichinrnre che le ecce– zioni, che a questo riguardo dovrebbero essere san-
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