Critica Sociale - Anno XV - n. 20 - 16 ottobre 1905

CRITICA SOCIALE :111 femminili, che il disoccupato non muoia di fame, che Pammalato non sia abbandonato a sè stesso, che la vecchiaia possa per tutti essere dolce di modesti riposi; biblioteche, musei, parchi, concerti, monu– menti1 sono fonti cli educazione universale, che un imperatore romano invidierebbe. L'immensa maggioranza delle fa.miglio è lungi dal fare pei propri figli il minimum di sforzi igienici, educativi, istruttivi, ecc., che la leg~e esige. Procrea spensieratamente, senza curarsi di ciò che significa mettere nl mondo una creatura umana; la somma di delitti, di sperperi, di miseria, di cui è fonte ... la famiglia, è cosa che fa rabbrh•idirc chi tenta di concepirla. Coloro, che temono che lo Stato con una azione eccessiva mini il sentimento di responsabilità. del1a famiglia, suppongono l'esistenza generale d'una condiziono di cose rarissima e confondono due cose differentissirno: l'orga11ismoautoritario della, famiglia primitivn, in cui essa è uno Stato n sè, sotto la. patria potesfas assoluta del capo, e i cui resti sussi– stono dove i genitori fanno lavorare i figli ancora bambini nelle officine o nei campi, e non li mandano alla scuola fino a che la legge lo imponga; o dove il marito ha privilegi legali sulla moglie; e l'orga· 11ismo momle della famiglia, la cui sfera d'azione non diminuisce, ma si accresce con l'assunzione a servizio pubblico di tutto ciò che lu famiglia da sè non può insegnare, e col lasciRre ai genitori la coordinazione di tutti questi fu.ttori per mezzo del soffio educrit0re dell'esempio. In questo 1:>cnso lo Stato con le sue leggi ha reso e rende possibili molte più vite cho non sarebbero state altrimenti possibili, JJ sarebbero andate di– strutte; ha impedito a migliaia di genitori di.dive– nire carnefici delle loro creature e ne ha destato il senso di responsabilità. Esso ripara come può a ciò che l'egoismo animale produce di male e Dio... per– mette che esso produca. Dunque non v'è alcun dubbio che nel complesso l'etica che inspira la vita dello Stato sia superiore a quella che inspira la pii1 po.rte delle fami~lie e che inspirava la Chiesa, la quale, in ogni caso, puttaneggiò sempro con i potenti, mentre, di rcgola 1 nello Stato moderno, ne' suoi tipi migliori, la legge è veramente efficace in modo eguale per tutti. . .. lCa.nel mentre sotto questo aspetto lo Stato mo– derno va riavvicinandosi all'antico 1 ossia alla assun– zione di tutte le funzioni d'interesse collettivo, ma– teriali, intellettuali e morali 1 la Chiesa è ancora un organismo forte ed autorevole. Ove si è compiuta Ja Riforma, es~a è divenuta nazionale e prnticameute è guidata dallo spirito nazionale e si evolve con esso. Mll nei paesi cattolici, a cagione della stessa cattolicitit, la Chiesa è un orgn.nismo che apparen– temente si evoh·e e di fatto è rigido: cioè a dire che si adatta bensì ai tempi, ma che mn.ntiene nella medesima condizione di pasisività. lo spirito dei cre– denti. Essa è un organismo dispotico e internazio– nale, che parla ai fedeli di ogni Stato con una. au– torità superiore a. quella del Governo del loro paese e dell'interesse di questo. Lo Stato ha interesse a liberarsi da questa. influenza. Che cosa sia il risul– tato del suo prevalere, ci è detto dalla Spagna. Che essa. possa essere un pericolo, anche quando non è in casa 1 come da noi, ci è stato insegnato, ancor non ò molto, dalla Frnncia. Il problema. adunque dev'essere affrontato. Ma esso ha molti aspetti e non sono io certo che avrei repugnanzo ad adotta.re misure di es1>ulsionc di or• dini e corpQr azioni re ligiose, cli nnzio1Htlizzazione dei loro istituti educativi, di conversione dei loro beni in fondi pensioni per operai e contadini e in• ,egnanti 1 ecc. Senoncbè questo è eolo un lato della soluzione. Ve n'è un altro, cho consisto nel mettere in moto il pensiero di folle che non fanno finora che credere. Sia la loro una fede vera o sin una semplice credulità, è certo che la mera. politica anti– ecclcsiastica. non è necessariamente una. causa pro– motrice della. evoluzione del loro pensiero, della loro uscita. dallo stadio che rende la dominuzionc catto– lica possibile su di essa. Ed è qui che hanno torto, secondo mc, coloro che proferiscono lo stato di cose attuale dei paesi catto– lici, allo stato di cose dei paesi nordici 1 in nome ciel fine scetticismo pagano di nostra razza e dcll'acco– rnodantismo cattolico. Non si tratta di preferire un dogmatismo buono ad uno catti"o, uno conscnatore ad uno progressivo: si tratta di pensare 1 bene o male, poco o molto, o di non pensare del tutto, ri– mettendo il problema. ciel nostro destino al prete. La fcclo noi prete è una forma dello scetticismo del 110nte n'incaridt. Dogmatismo cattolico e scetticismo pagano approdano egualmente a quietismo nel mondo del pensiero. La scienza. stessa non riuscirà mai ad alimentare di sè idealità nuove, O\'C per meizo della rinuncia, abbia nome di fede o di scetlicismo, si sia perduta o non si sia formata l'abitudine a credere in sè. Ora 1 ciò cho fece il successo del protestantesimo è il fatto che, nei popoli in cui è sorto, esso è la manife– stazione cli una fede in sè, di una iniziativa psicolo– gica, di una resistenza e reazione a ciò che viene dal di fuori, e di una capacità di olahorazione inte– riore. Ciò potrà essere, come pensò li'errero 1 l'effetto di uua mnggior cerebralifa connessr~ con la minor sensualità. della razza; potrà anche doversi, come io penso) al fatto che le popolazioni per eccellenza pro• testanti siano quelle su cui furono deboli l'autorità e la tradizione romana, imperiale prima e cattolica poi, e che andarono anche meno soggette alle sele– zioni deterioranti del militarismo, del sensualismo (Roma imperiale e Rinascenza), dell'intellettualismo, del celibato ecclesiastico. Noi potremmo desiderare che questa maggior iniziativa psicologicu avesse tro– vato modo cli impiegarsi a fini migliori (secondo noi); ma, dato che essa si sia esplicata. in materia religiosa, nou costituisce meno un fatto immensa• mente vantag~ioso allo sviluppo del pensiero. Si pensi che è dal Vecchio Testamento che Locke trasse la. teoria del Governo liberale, cl.l cui deriYÒ la dottrina del Contratto sociale di Housseau. Si pensi che è dalla libertà di esame in materia reli– giosa che storicamente son sorte tutte le idealità delhL democrazia moderna; ò dttlla lotta tra le Yarie sètte che Yenne un concetto sempre più ampio della tolleranza prima, e della libertà. poi, di coscienza e di parola. Da noi questi bei diritti esistono sulla carta, si praticano in qunnto l'autorità. li tollern. Ma. basta aver un po' cli pratica dei nostri comizi per \'Celere come poco siano nella natura dei più. l•:ssi esistono per davvero solo dove ci furono uomini, che non si accontentarono dell'ùttus ut hcet, foris ut mos est degli Italiani del secolo xv11, ma pretesero di poter dire o professare pubblicamente ciò in cui essi se– riamente credevano. E da questo punto di vista che si deve misurare la portata delle lotte tra sètte, e non dalla acrimonia loro durante lo svolgimento; dai risultati, e non dal modo. Non bisogna poi esagerar troppo la portata delle guerre religiose. Esse avevano coloi·e religioso perchè tale cm il modo di pensare di quei tempi; ma le loro cause e i loro fini sono meramente politico– economici. Dalle guerre della Spagna contro 1101anda, della pagna. contro l'fnghilterra 1 di questa contro la E'rancia, fino alle campagne napoleoniche, la chia,·e di tutto va cercata nella lotta per il possesso del Nuo,•o Mondo e delle Indie. Se quindi l'Italia

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