Critica Sociale - Anno XV - n. 20 - 16 ottobre 1905
CRITICA SOCIALE 307 che la nostra eresia pone limpido e preciso davanti alla. sBgg-czza del socialismo germanico. E il problema posto da Jaurès si è affacciato ed ha occupato tutto il Congresso di Jcna. Da un pezzo una specie di sgomento aveva ac– compngnato tutte le pii) strepitoso vittorie elettorali ciel socialismo gcl'manico. :Man mano che aumenta– vano i suoi voti o quindi lo sue forze 1>arlamentari, esso scntiv11 il tragico contrasto fra la sua forza potenzialo e quella effetth·a della. reazione aristocra– tica e militare. 8 vedeva, con un'apprensione paurosa, approssimarsi l'ora dcll"urto. Quest'urto, che le balde speranze dei tempi in cui era ancor vivo e giovanilmente ottimista Federico }Jngcls amavano confondere coll'urto finale 1>er il trionfo del socialismo) diventa\'a così, a poco a poco, il pt'ohlcnrn più urgente della Germania socialistfl, anzi l'unico, il supremo problema della sua esistenza. E i congressisti di Jena hanno tanto compresa la urgenza. cli porlo davanti alla coscienza del paese, che hanno voluto qccupare tutto il loro tempo nel tentar di rispondere a questa implacabile interroga• zione: poichè è certo che le nostra ,•ittorie eletto– rali sveglienrnno la reazione dell'lm1>ero feudale, che noi non abbiamo saputo indebolire, in qual modo dobbiamo prepararci a rintuzzarla. e a superarla? Gli ossern,tori superficiali hanno notato che a Jena le tendenze lrnnno taciuto, e di quel silem~io hanno attribuito il merito alla prudenz:.1, e alla temperanza del cttrattero tedesco. )la questa non ò affatto la verith. Se a Jena non si è ripetuto il ,,ivace duello fra IJ~rnsteininni e socialisti di vecchio stampo, cioè a. dire adoratori degli atteggiamenti tattici di ven– t1anni prima, gli è che questi ultimi sono passati armi e bagagli nel piccolo nrnnipolo degli scomuni• cati revisionisti. Che cosa aveva detto Bernstcin ciel socialismo ger– manico? Che non dovevfi chiuder gli occhi nlla realtà e non doveva. gridare eternamente: s0110 {o,-te,sono forte, mentre la Germania è ancorA, come quarant'anni fa, il paradiso degli aristocratici 1 dei militari 1 dei poliziotti e ciel filisceo. :Ed ecco cho il Congresso cli Jena smetto di faro l'apologia dei suoi tre milioni di voti, per ricordarsi che la conquist!L è così fragile, che la ~pada del Kaiser può distruggerla in un at– timo. Bernstein aveva detto che nell'accrescimento dei voti 110°11 isfa tutto il progresso nel socialismo, e i congressisti cli Jena hanno dovuto cercare fuori della conta dei voti una manifestazione di forza anche piit decisiva, Bernstein al Congresso prussiano aveva risposto all'interrogazione implacabile cho si affaccia al so– cialismo tedesco: rimane da tentare la. strada. E il Congresso cli Jena ha risposto: rimano eia tentare lo sciopero j!enerale. Ecco pcrchò le tendenze hanno taciuto: in una questione pmtica, runa si è confusa con l'altra. . .. Noi reputiamo però che il Congresso di Jena non abbia ancora risolto il problema quale, in tutt;1. la sua vaistità) lo poneva J·,rnrès al Congresso di Am– sterdam. Jofatti) quando i socialisti tedeschi assericono di voler opporre lo sciopero generale ai tcntntivi im· periali cli toglier loro il suffragio universale, essi affrouhrno una soln parte ciel problema e certo la più facile. l~ssi si preoccupano cioò di assegnare a sò stessi una posizione difensiva e di foggiarsi un 1arrne di difesa. M:i, nelle· guerre sociali come nello guerre guer– rei:giute, la difensiva non può essere il solo criterio tatrico. Chi para muore, dice un vecchio canone schermistico, e una classe, che in u11 1ora rìvoluzio- naria bada solo a. non lasciarsi sopraffare e, vinto il nemico, non sa approfittare della vittoria ma ri– stabilisce lo statu quo cwte, è una ch1sse che ha un'assoluta incapacità. a progredire. Ori:1 1 noi non possiamo pcnsflre che tutta la Gormaniit socialista sili. affetta <la una così desolante incapacità rivolu– zionaria. Ma, se i socialisti tedeschi, provocati o no, si di– spon~ono a difendersi dall'Impero e a muover guerra all'[mpero, quale sarà il còmpito che essi 1>refiggono a sò stessi? Entrati nella fase ofl'ensi\'!l e ci par– rebbe tempo d'entrani anche senza attendere le mi– naccio imperiali), quale sarà la tattica o la meta della battaglia? A ben riflettere sull'arme scelta e a ben meditare le coso che i più autorevoli socialisti tedeschi, il Uehring ad esempio, sono venuti scrivendo) non c'è eia rima.nero molto convinti aull'cflìcn,cia delle lorn disposi:doni strategiche. Essi fanno j!rancle assegna– mento sullo sciopero generale, su quest'armo <li classe che, qu!lndo ò maneggiata senza pre,·entivi accordi con altro frazioni borghesi, mette tutta la borghesia contro il proletllriato. Di pH1 1 essi dicono e scri,·ono che lu borg-hesia al potere sarebbe anche più dispo– tica e reazionaria dell'attuale nohiltà feudale. Dunque il socialismo tedesco si preoccn1>a bensì di combat– tere l'lm1>ero) ma solo per nrn11tenero la possibilità cli sostituirvisi mercè il suffragio universale, oppure per rovesciarlo, o con lui rovesciare la borghesia, a profitto immediato del socialismo. Sia.mo quindi an• com cli fronte alla vecchia concezione ciel socialismo tedesco, clic elevo arri\•are alla sua. vittoria. mercè l'accrescimento dei suoi voti e sotto gli occhi irri– tati ma forzatamente innocui ciel /{aiser; e alla vecchia e sempre rinascente speranza di una ditta– tura proletaria che deve sovrapporsi al sacro impero degli llohenzollern (?) senza trapassi !ntermedi. Inutile dilungarci a dimostrare come l'una e Paltra illusione siano lontane dalla rcAltà. l socialisti te– deschi non potranno liberarsi dal feudalismo se non sospingendo al potere la borghesia lihoralc, non per lasciarla arbitra delle sorti della Oonnania - nel qual caso essa potrà essere quella forza reazionaria che osai temono - ma peL' cliviclerc con essa il po– tere, fino all'ora in cui la piena maturità. ciel movi• mento proletario internazionale permetterà il trionfo ciel socialismo. Questa concezione tattica, desunta dall'esperimento della Francia, non è stata affacciata a Jena, e, so qualcuno avesse avuto l'ardire di affacciarla, certo sarebbe stata accusata dì eresia. lfa J·cna segnr. un passo in avanti nella revisione clelhLtattica socialista tedesca, e tutto ci fa credere che questo passo non sarà l'ultimo. . . . Por intanto noi ci compiaciamo di un fatto: che l'efficacia degli strumenti della clemocrAzia, e quindi dello stesso processo democratico, sia stata solen· nemente riconosciuta anche dai suoi antichi oppo– sitori. Kautsky ha scritto più volte che la democrazia - cioè il suffragio universale e il parlamento - non può essere lo strumento principale della reden– zione proletnrit1. Spesso anzi ha mostrato cli credere che solo una rivoluzione possa nvero quell'efficacia. di cui la democrazia ò sprov,·ista. gc1 ecco che un Cong-rosso tedesco arriva a proporre lo sciopero ge· neralc per difendere il suffragio universale, cioè il pieno s,·iluppo ciel J)t'Ocosso democratico. Son è dunque 1>iù ht rivoluzione che passa innanzi alla pe· netrazionc democratica, ma ò la rivoluzione che si pone ai sen•izl di essa per clifenderla da coloro che vorrebbero impedirla. Si poteva sperare un capovol• gimeuto più intero ed esplicito di così '1
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