Critica Sociale - Anno XV - n. 20 - 16 ottobre 1905

CRITICA SOCIALE SI7 L'OPERA DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE Gaetano Salvfminl Il giovane nostro amico e col- lal>orntore, cho sn, como pochlaslml altri, vivificare colla fiamma di un pensiero ardente o sintetico la sterminata erudizione storica e sociologica che ra di lui uno dei più apprezzati fra i giovani lneegnantl universitari - sta por dare ali& luce, col tipi della casa editrice L. F. Pal– testrini e C., un suo poderoso la,•oro sulla llivoluzi<me f1·a11cese ('). Dalle bozzo stralciamo questo brano, che ò, in qualche modo, l'epilogo di tutto li ,·olume. Nell'agosto dol l788, qunndo Luigi xvr con la convocazione dogli Shlti generali dichiarò ufficiai– monto la iucapncitù sua o dei suoi fu1rnionnri a ri– solvere i podoroHi problemi ond'era turbata la vita nazionale della Francia, il reuclalismo laico ed eccle siastico del medio evo era in piena rovina. [ rivo– luzionari non distrussero, come spesso si ripete, in pochi mesi 1m!L società creata dal lavoro di molti secoli, ma in 1>ochi mesi compirono una diosoluzione che da molti secoli si prolungava. La loro opera negativa conslstè tutta nello svalutare definith~a– mente quelle norme giuridiche e quegl'istituti poli– tici, che soprav,•ivcvano allo sfacelo deg_li antich! rapporti economici o so<'iali e che di questi rapporti in origine erano stati la soprastruttura e l'apparato conservativo. Si deve, anzi, 1>er maggiore esattezza notare che idealmente la svalutazione era stata già com1>iuta quasi ciel tutto dai filosofi prerivoluzionari: onde i rivoluzionari non fecero in fondo se non ri– fiutftre con clamorosa violonzfL l'ossequio alle vecchie regole nel campo della vitn prntica. Con che non diciamo che i ri,~oluzionari abbiano osata una piccola e trascurabile novit.à. Quelle vecchie regole a,•evano per sè il t)rcstigio dei secoli, oltre alla difesa delle classi interessate a conservarle. La. immensa maggioranza dogli uomini ha istinti solidissimamente conservatori, o tonde ad accettare la leiiittimità cli tutto quanto ò consacrato dal passato, non solo per inerzia intellettuale, ma sopratutto perchè ciò che è antico si presume e!:lsere il prodotto di molte esperienze e portare in sè una somma infi– nita di lavoro; e poichò ogni trasformazione - come ha argutamente osservato il Pantaleooi - richiede un costo, che è conveniente subire solo quando la trasformazione 1>roduca una aituazione nuova che lo rimborsi, cd è sempre dubbio che una innovazione dia alla fine un vantaggio 1>iuttosto che un danno, è naturale che i piil sicno poco disposti a correr l'alea di mutamenti rivoluzionari i e a. questo miso– neismo sono predis1>osti non solo quelli che godono dei vantaggi della società, ma pure moltissimi che ne sono esclusi. - Cosl, anche nella Francia della seconda metà del secolo X\"111 1 nonostante la pro- 1>aganda filosofica, la cui efficacia, per l'analfabetismo delle masse o per mancanza di stampa periodica, rimase circoscritta a. una corchia relath•amente assai ri~tretta cli persone, le regolo tradizionali esel'cita• vano sempre un grande impero sull'animo delle masse, le quali erano come disputato fni la venera– zione religiosa delle vetusto consuetudini giuridiche e politicho o la insofferenza acutissinrn. dei mali che quelle consuetudini tcndevirno a perpetuare. Nel pe· rìodo rivoluzlomirio, invece, gli uomini - come ha detto con la sua geniale concettosità il 'l'ocqueville - vuotarono il proprio spirito cli tutto quelle idee su cui fi'no allora s 1 era fondato il rispetto o l'obbe- (') o. SAJ,\'l1MINI: Lll mtolli.:1011, r,·at1c Bt (1188-1102). - llllano, 100:i, I,. F. P•lle1trl11\ e C',, via ~l('llll ,, I "li'• x,·1-,~• (I .• 4). dienzn i nssalirono tutti i ,·,•echi potni, rovinarono autorità da molti secoli ri,•Prit<', cancplhlrono tradi• zioni che erano ap1>arse, fino al giorno prima, eterne: gli antichi ilitituti erano intrecchtti col corpo_socialr intero e facevono un'in~if'me compatto con ciascuno dei suoi org-uni, o i rivoluzionari li Btrnpparono e li distrussero uttrnvcr5o una spa,•entevole crisi. Narebhe un'utulacia addirittura in('oncepibile. ee non 1>onessirno mente che una così profonda trasfor– mazione deg-li stati di r08Cienza non a,·,•enne tutta a un trntto, nrn per via cli numerosbuiimi sposta– menti pariinli fmccedaivi. Lit.pr ima breccif\ l'aprirono i privileg'inti: " Chi Bv{'v ;t.nv, •ezz.ato il popolo alle riunioni tumultuose o ali!\ res istenza ·t - osservava acutamente a.i suoi tempi Alessandro cli Lameth. - I J>Rrlamenti. Chi nello provincie aveva mostrata la marrgioro ostilità contro l'nutoritìt regia'! La nobiltà. Chr' aveva. rifiutato con l11mitggiorc pertinacia di sov– venire alle flna11zodello Htnto? Il clero. I parlamenti, la nobiltà, il clero, essi, di(•hiararono la g~erra al go• vcrno e diNlero il segnale della insurr('z1one . ., E quando i rivoluzionttri rominciano a sollevarsi, come ci si presentano csr1i incerti e oscillanti e tut• t'altro che prosughi dei risultati ultimi della loro opera! Quante delle ,·occhio idee, sui primi del l i80, non si ucler~ono nncora 1>otenti negli spiriti, non solo dei contatlini in.i: nui e incolti, mn aoche dei novatori piì1 istruiti e più spregiudicati! Come timidi e lontani ci appaiono, oll'indomani del 2l settem– bre 1792, quC" .1.di uomini, una volta audacissimi, che prestarono il Oiura mcnto della Pallacorda, presero la Basti~liA, o:mrono le giornttte d'ottobre, ~on~sca– rono i beni ecclesiastici, decretarono In cosutuz1one civile del clero e l\tholizione dei titoli di nobiltil 1 inseguirono nnehrnti il H(• sulhi \'ia cli Y:trennes, at territì di vedersi sruggire l'idolo salYatore ! Via via che scuotc,•1uto da. sò taluna clollc vecchie ideo, quegli uomini giurnvn110, con hl massima sin– cerità, fede eterna alle rimunenti j molto spcs-io, anzi, almeno in princi1>io, consideravano il sacrificio cli una istituzione corno unn necessità im1>0stn. dnl rispetto che si dove"a ad altre p1t.rti ben pili s1ìcre e bon piì1 augusto dell'antico ,·og-imc; o, allo stesso modo che i parlamentari e i nobili a.,·evano, sotto Calonne e Brienue, assalito l'assoluthm10 regio in nome della IC):!ittimWt.superiore all'ngsolutismo ilei privilegi reu– dali, così noi 17~9 i contadini clistru~g-ev,rno i castelli crcdencloisi esecutori di un regolare co1111rnclo ciel He; e la folla 1 accorrente a fllr prigioniero il He a Ver– sailles, s'illudeva, nelle ~iornate di ottobre, di andare ml as~icurnrgli proprio ltt lihertà contro le congiure dei nobili e dei preti. rntnnto li\ fl('Cessiti't immant'nte di procedere ad altre demnlizioni, sotto l'impulso dcli<.'t'Sigcnze del hl nuova clm1so dominatricl', aoJleya altro battaglie; Il' resistenze dei realisti e la condotta equi\'OCa o del tutto antirivoluzionaria della CortC', alinientando senza tregua la paurll di reazioni ,icine, inaspriscono le lotte i impeg-nato;ii il nuovo comhat1imento, alcuni fra. i rivoluzionari di ieri ai rifiurnno di olrrepa.:.:sar<' la posiziono rnggiunta nllit ,•igìlia, e clh·cntano i con– servatori d'oggi; altri pnssuno ad ingrossnre lo file degli insorti sopra\'vcnuti, o si troveranno forse con– sen•atori domani. E, attrnrnrso qucstil perenne vi conda cl'asMlti 6 di difesl', lii slanci e dì pentimenti, nlla fine tutti si trovano, quasi t1enz'a.vvodcrscno, slrnlznti in pi<'nrL repuhhli<.'il. od in piena clemocraziu. icontr~ dern.oli~cono; i rivo! uzi~nari si 1lpplicano a edificare. :Edificar d1e cosa? - Nei sN•oli prC'Cl'dC'nti 1 di 1>ari passo col disiir(':garsi rlolltt. 1-1ocietàfeudalr, era pro– ceduta. a.ncho la. elahorazionr elci primi nuclei della struttura. economica e ll~llc so1>raatrutture g-iuridieho o politiche moderne. La horl,!hesia indu~triale, com

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