Critica Sociale - Anno XV - n. 20 - 16 ottobre 1905

311 CRITICA SOCIALE vranltà f.Jrmale ed ertlmcrn? Solo per chi è sellino senza 1ncrne CO!scienzn,l'emnnclpnzlone è utopia. " Dhidcremo il cloro ., rincalza allora il nostro amico. Frn gli elomenti elettivi o gli altri, un hyatus non potrìL non n1>rirsl: o no faremo no~tro prò. ì,; il vecchio pro– colto • dfricle et impeni ,, che dunque s'ln\•oca. - Siamo scettici nuche n questo riguardo. Ca Chiesa è furba, e il cnttoliCi!,mO fu sin qui In 1>it1 furba delle Chiese. Ad ogni mndo, domandiamo: se nella Chiesa. s'è lofHtrnto u11 dlsslt.lio di clas~e (e per molli segni si vede), siamo noi certi che - liber,uulo 11 clero inferiore - noi acui– remo quel dii"idio? Non avverrà. piuttosto il contrario? Ah! il riformismo noi lo Intendiamo applicato a noi stesii i ma nJ)pllcato ai nostri nvversari 1 in loro van– tnguio '? Uul\ cosi\ è ,·era, quella cho Il Crespi non dico: l'a.n• tic\ericnllsmo clolla l>orghcslll ru sin qui poco più di unn. lustrn. So no togliamo la Frnncl::i 1 do,,e - per l'aziono congiurnta di socialisti e rad lenii una lotta di sostanza si è ,•ernmente iniziatn, l'anticlericalismo effettivo si può dire che abbia nncora da nascere. li libero peo~iero borghese ho. ratto di tutto: ,Jella filosofia, della satira, della persecuzione, dell'espropriazione .. , tranne ciò che più prcme,·a: gostituiro l'opera sua a quella del clero in tulto ciò che è nece<i~\là della vita. J>Opolare.L'idealismo civile In borghesia se l'è tenuto per sè; la scuola rn.– zionali1ta l'ha aperta a sè steim\j la beneficenza, il ri• covoro, l'assistenza. cd il consiglio uelle mille difficoltà della ,·ita - cosl aspra pel miseri - sono ancora, per 110,·e dE'cimi, in calotta od In tonaca nera. Il " J>arroco laico 11, Il Segretariato del popolo, è sorto qua e là. per Iniziativa di soclalidi o di orJ('anizzazioni operaie, ma è bou lungo dal sopperire a tulti I bi.~ogni ed ai bisogni di tutti. 01· que!'ilO,che parrebbe argomento a. suffragare la tentlenzl\ del Crespi n un gradualo trapasso, ci convince ,·ieppiì1 flel contrario. Hluforzlnmo i pa.rroci 1 rondcntloll elettiri, diamo loro stimolo o moclo di ingrazlar:Ji vloppiù le popolazioni cam1)agnolo, di dominarlo ,•lommcgllo, di socconerle pila liberamente e sapientemente - od ecco creato all'i– ncr,da e all'egoismo non pure delle cla~si dirigenti, ma. df'l,4!1 stOS'ìi partiti di novilìl e di riforme, uno stupendo allbt tranquillizzatore. Certo, la rivoluzione borghese, se ba malo provveduto al proletariato JJcr i bisogni del corpo, meno ancora ha JJroneduto a quelli dello spirito. L'alJbaudono morale dello plebi non è l'ultimo dei pe– ricoli dell'or1ine di cose presento. Dobbiamo noi to– glierlo di mezzo? Sl, noi poislamo mitigare quo,to stato di cose, ma a beheflclo del futuro, non del pa1sato. E poi, dorn l'o– pera delle clas~i borghesi non arrirn e non sa arrinre, bfne arriverà l'opera del J)rolct.lrlato socialista. È questo il còmpito suo. " •~ questiono di re,le, è questione di rorza. "E questa re ls noi l't1.b1Jiamo 1 questa rorza Il\ conquistiamo ogni giorno che pa'isa. Xou gua...,tiamo l'una, non sciupiamo l'altrn camminando a ritroso. Lascittmo i morti seppe!• lire I loro morti.. .. LA CRITICA. La, Crllil-n Socinle e il 'J 1 cm1,0 1 per l'Italia: mmo 11. 18, semesh'e L. 10 - per l'Estero: anno L. 38, semPstr, L. tH. La, ('ritil'a Sol'inlo e l 1 Avn11ti! costano per l'Italia: amw L. 22, temeslre L. 11 - per l'Estero: amw L. 4.1, semestre L. 20,50. P ARTJTl ED ACCORDI Il sacerdote Romolo Murri, direttore della Collura, sociale e leader del gio,•ane purtito democratico•cri– stillno, ci manda. e noi pubblichiamo: On. 1'urali, Elln sa bene quale vii\ abbiano pre.rn, entrando più apertamente nel terreno delle lotte politiche, le forze clericali; Ella sa anche benchè la sua Rivista si rifiuti, mi paro, di prenùcrne nota che I giovani, od almeno un gruppo notevole di e!t!!I,o 81 8000 opposti risolutamente a questo Indirizzo, 0 1 nella parlo presa alle lotte amml. nlstratlve locall, l'hanno accettato solo provvisoriamente e come li minor male. In un recente numero, la Cultura sociale minacciaYa, so Il fntto dcll'alloauza olerlco-morlerata. si ripelosso troppo facilmente, un accordo dei democratici cristiani con I rndicnlì e i socialisti; ma questo accordo, dato lo stato d'animo presente degli uul o degl-i altri, sembra una minaccia cosi vana da non turbare per nulla il ri– poso del clerico•moderati sul loro fasci di allori. E questo ò danno per la democrazia; perchè sottrae ad essa li concorso di rorze numerose ed attive, quali hanno mostrato di essere le domocristianr, e porta questo a Rorvlre piuttosto allR. politica delle classi elevate e dei partiti conserva.tori. Questo dl,accordo prorondo che fa ritenere impossilJlle una condotta dei giovani democratico-cri:1tiani e del so• clalhtti diver:;a dall'attuale e un contatto anche tem– poraneo su questioni ed in lotte d'indole puramente po– litico-sociale ed amministrativa, ha una base di senti– menti o non di buone ragioni. Sarel..tbe Ingenuo credere che alla possibilità di questi contratti si oppone~sero moti vi religiosi; questi non pos– sono valore per noi piì1 di quel che valgano e contino rra cattolici o socialisti iu IJaviera p. es.; e c'è chi pensa, o fra questi sono anche lo, che l'tdleanza spontanea e ven1ume11fe rrn. cattolici e moderati nuoccia alla religione nostra as.~nipili cho non nuocerebbero contatti ed accordi passeggeri con i socialisti: appunto perchè la sponta– neità o la permanenza sono seguo, in quel primo caso, di una , era subordinazione degli Interessi religiosi ad Interessi politici, od almeno d'una veduta religiosa de– rormata da preconcetti politici: cosa che accordi passeg– geri e parziali, con i moderati o con altri, non inclu– dono. Nò da parte dei eociall!lti può essere causa di tale csclush·lsmo la !lincorità dell'adesione alla democrazia. Non ò politica nè seria nò buona giudicare della con– dotta del cnttolicl, e dei giovani fra essi, in base a Idee preconcette; cltdurl<t da queste idee, in luogo di osser– varla e coglierla nella realtà della vita. Come ogni partito deve aver chiara la visione di ciò che esso vuole ed intende, cosl due diversi partiti, ap• punto perchè sou due o non uno, debbono avere la vi– sione chiara di ciò che Il divide; ma questa non de,·e eicludero la visiono egualmente chiara di ciò che li unisco o può eventualmente unirli: se pure i partiti debbono esset·e esprossioue rodele, e necessariamente inadeguata sempre 1 cli intorossl o di tendenze ,,ivo e diffuse lu questa o quel Il~ parte del corpo sociale e ser– vire al progressi di questo o della vita collettiva, non seque'ltrare o subordinare forzo o tendenze parziali, chiamato alle molteplici reazioni e cowbiuazioni di una unica ,•Ha collettiva, al successi del partito medesimo e delle sue mire esclusiviste,

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