Critica Sociale - Anno XV - n. 18 - 16 settembre 1905
CRITICA SOCIALE 217 Egli Illustra l'assurdità orgnuica do! nostro sistema '!Calo prendendo in 0F1amc Il r<'gimo degli zuccheri. Da flln lato, por far .!lOrl{erel'Industria degli zuccheri si sono tabilitl dazi governativi o comunali, in virtì1 del quali 11 prezzo dt">llozucch'::!ro è quattro volte più grande che ·o Inghilterra; d'altro lnlo, non appena una tale iudu– ~tria incominciò a divenire modlocremento rimunerati,•a, il fisco cominciò a colpirla alla cicca, col pretesto che i fabbricatori dello zucchero di barbabietola facevano gua– dagni troppo alti. 1,: co~ì, Invece di diminuire I dnzt sullo zucchero Importato, rngg\u11gondo li duJ>lico risultato di diminuire i guadagni degli Industriali o di stimolare rindu-:tria aumentando la potenza d'acquhito del con– sumatore, si ,·enne, por mono delle nuove imposte, al me1lesimo effetto che so si fO'l'IOaccresciuto il costo di produzloue. i-: nel l'arlamonto, inclusi i socialisti, nes– suno ol>l>iottò n. tale soluziono. Noil'interesso dolio stesso ernrio, unn riduzione del 1hlzt sullo zucchero, che ra,•o– risse CO'll il sorgere dolln multlrormo industria delle conservo, a cui l'Italia ò adatta più d'ogni nitra nazione in Europa, porrebbe fine nll'a.ssurdo degli Svizzeri che trovano In con,·enionza di comJ)orar la frutta in Italia, di couro1.lonnrln allo zucchero In ca'!n propria e di espor– ta.ria. Questa lotta diuturua 1 perpetua, fra il commercinnte, l'rndustriale e il prores~ionl!!ta da una parto, o l'agente fucale dall'altra, ha una terribile inttuenza sulla rorma– zione del carattere. L'uomo che, per qual!ìia'!i motivo, soprMulto \'Crso 11autorilà centrale, che douebbe In– somma rappre~entaro a' suoi occhi il suo paese stesso: è obbligato continuamente, so non proprio a mentire, almeno a dissimulare, ltnl!!ce J>er sentire dentro di sò stesso una vera depressione morale. L'Jtalia, cito è uscita testò da una secolare tirannide, la quale appunto aveva per effetto di infiacchire o stortare i caratteri, non a,·eva punto bisogno di un sistema fiscale che continuMse a produrre I medesimi effoUI. ~la passiamo oltre. Questo sidtomn. fisc1do 1 unto da quella datR. deficienza del seu1:10di organizzaz\0110 di cui già ncconnammo, rea– giiCO rinforzandola o imJ)O(IOndo il rafforzamento delle caJ)acità. Quanto pili l'ugrlcultura si perfeziona o il com– mercio e l'iuclustria si sviluppano, tanto 1>iùlo imprese de,·ono lWere una base larga e solida e fondarsi su ca– pitali ingenii. 1.lassociaziono lj'lmpone nell'industria, nel– l'agricolturn1 nel commercio. Ma in Italla i bllaoci tielle associazioni sono pubblici, quindi anche a disJ>OSiziono dell'agente del fisco o <1ul11diO!ìpostiai suol colpi. f.; solo il bilancio privato che gli sfugge. La sua oppressione impedisce quindi il 1>rogrcsso medesimo dell1organizza– zioue th,llo imprese; Impedisco la formazione d'un cre– dito sicuro, d'un seuiO di ttducia reciproca. Che cosa accado? l:ho moltis~imo società, COIDJ>Oste quasi csclusi– vamouto <11 italiani o di cnpitlllì italiani o che operano iu Hnlla, ologgouo lnYeco In loro sede in quu.lcho città. eiltera, a Lugano, ad es., morameute nominalo, e costi– tuiscono le sedi 1tallaue con un debito molto rilevante Yerso la sode madre ln lsvh:zern. Coi,\ il fisco, per voler prender molto su chucuno, impedisce a sò stesso di poter w un giorno futuro prender molto, ma su molti. f: sempre la stessa deflcienza orgaulcu noi cogliere l'intogrnziono reciproca dolio forzo in gioco. Anche dato cho gli indu– striali o commercillnti Italiani di por sò ancoro. sottova– lutino l'Importanza doll'a~soclazlone, il tlsèO agisce a conservar questa loro Ignoranza. 1l nostro \aukee esamina la stessa d0Hcion1.anel pro– blema dell'agro· romano, nel problema edilizio, nello sco– la.stico, ccc. o propendo ad attribuirla a un certo squi- lil>rio tra facoltà. intcllotli\'O o volitiv('. ('i ROnoanche dei punti iu cui lo AUO critiche non piacorobl>cro corto a uomini dei partiti popolllri. A proposito del problema militare, nd e!'!.,dopo a,·er fatto notare che rorohimo dei no!ltri "oldati non ru di alcun J>roHtto all'Italia nuom per la mancanza del stn~o di or~aninazlonc nei capi. critica acerbamente l'antimllltari-.mo della parto demo– cratica, 8enza rlsJ>armiaro punto la parto ufficialo e go– veroatha con la sua adorazione rlcll'unirormità o del regolamento, che approda a far del soldnto un nuovo tipo di aominarista. J.o ragioni per cui l'autore non ap– prou la proJ)aganda antlmilltari-itic,a sono lo seguenti: nega che il di<1agioeconomico di cui l'Italia soffre sia. anzitutto da attribuir.il allo 'IJ)ese militari eccc,<1i\'e ed afferma cho una rirorma gonornlo nei sii,toml fiscali e an11ninli!trativi potrebbe realizzare oconomlo enormi e do.re un onormo impulso ,~ tuUa la. produzione, glO\'ando ai privati, all'erario o all'osorcito a un tem1>0. f,: chi può negare che ci sia ln clb molto di ,·ero~ l~gll ricorda pure cbe gli Inglesi, cbe ~apoleono chiamò una nazione di bottegai 1 rurono i soli a Yincerlo, e gli Americani furono i soli a vincere gli J nglesl; cerca con ciò di mostrare che lo spirito militare ò gran parto del succe-.so com– mercialo o indm1trialo medoiJimo della razza anglo-sas– sone, e che unn nar.l0110rorto o corag!flosa militarmente ha una baso sicura anello per la sua e:;J>BniJiono econo– mica. A noi pare però che il contrario sia vero: che IO SJ>irito militare nasca da sò dallo spirito d'impresa, e che, mentre è beneftcu allorchò 1 come l11America e in Jugbilterra, è una formazione naturale, non ò che per– mc1oso dove, come da noi, comprime la lndh•idualifa e va contro 11 temperamento stO!'ISO dell1l nazione; ciò che possiamo concedere ò che all'agitazione cieca contro l'esercito ,·a sos\itulta unn ngltazione por In sua riforma: rirorma di organizzazione, di spinto, di fini. Ciò cho pos~i1Lmoconcedere ciò che do,·o concedere ogni spirito sereno cho abbia seguìto lo viceudo della po– litica eurOJ)Oadurnnto lo squlhbrio in ossa 11rodottodalla guerrn ru;j110-giappo1101:10 - 111 ò che, uel momento attualo dell'evolu1.io110storica del mo11do 1 la 1mce è iu gran parte un equiUbrlo di rorzo milttarl e che questo, O\'Osiano savifllllOnte subordimHe a 11COJ)i dl progres,o nazionale, sono un fattore tutt'altro cho secondario di rispetto, di st1rna 1 d1 espansione, ccc. Ci può essere molto d1 errato nella J>ropugu.uda autimllltari!!tica e nello spirito poco militaro degli Italiani; ma. il militarismo auualo con i suol i11successi continui paro che non esista iO non per fornirle una giustittcazlouo. Lu altro punto, in cui il nostro ciuadino americano si allontana dalle correnti Idee della democrazia no.:.trana e iu cui io ~ouo perfettamente d'accordo con lui, e quello che si nrorlsce alla politica coloniale. 1,;1rn1ia 1 tenuto conto della natura in grnn parte montagnosa o paludosa del suo territorio, ò anche più densamente popolata del Belgio; la .stessa bou1llca interna uon I iu:icirà mai a :;oddidttro J>ienameuto I bi!-iOgnidella sua popola.tione. A nes:;11na nazione sarebbe pertanto cosl utile quanto all'Italia di avere territori 1>roprt in cui ,•oriJarla. E uu errore colossale dell'Jtn.lla 11011 a,·or J>ensato ad assicu– rarsi vasti territori J>roprt nell'America del Sud, compe– rando, ad 011. 1 parto do! \'eneiuoln, qua11do ciò ora ancor possibile senza uou.ncho una guerra e la dottrma di Mouroo non aveva uucora raggrnnta la riglditi\ attuale. Citi può sostenere cho per l'Inghilterra sia la mede– sima cosa che l'Au.stralia e la ~uova Zelauda e l'Africa del Sud e l'Jndia siano In mano ad luglesi o a l'ede:,cbi ~ La colonln non ò solo un olomento di sicurezza inter-
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy