Critica Sociale - Anno XV - n. 16 - 16 agosto 1905

CRITICA SOCIALE 251 Oe,·to, solo l'[tnlia ha ht supcrioriHt della potenza elci grandi centri iclmulici 1 corrispondente ai grandi centri di popolazione. Oro, lo sostituzione dell'energia idroelettrica al cnriJone implico tutta l'economia, che è misurata dall'ammontare <li valori che fin qui 11ctalia ru obhlignta u. chu·c ad altri paesi in camhio di ferro e carbone; im1>lica un aumento enorme di benessere e ricchezza e la possibilib'~ per 11ltalia di divenire, elaborando le materie prime dell'estero, uno dei centri industriali piì1 prosperi dell'avvenire. I·~che il costo di produzione della onergi a elettrica sia minore di quello del vnpMe, e che la sua appli– cazione presenti indiscusso supC'riorità, risulta dal fatto che gli Stati Uniti, il pili ricco paese carboni– fero, sono anche il pnesc che marcia alla testa di quella che si potrchho chiamare la civiltà elettrica. Le risor~e d'acqua itJ)IHtionocosì superiori in utilità anche a quelle ciel petrolio. J~ ,,c,·o che vi sono molti interessi costituiti e molta ignoranza, che si oppong-ono nlla trasforma– zione; ma tutto ciò che n.hhiam eletto la dimostra fatale; e il fatto che cresco ogni dì più la distanza a cui si può trasportare l'energia, n che progredi– scono gli studi tmi metalli pitt economicamente so– stituibili al rame, ecc., la rendo anche più facile. Rimhoscbtmdo i nostri monti, o ovunque utilizzando l'energia per la produzione, per la illumi1rnzionc e per la trazione, non solo questo rinnornmento può es.sere in modo diretto economicamente proficuo, ma anche in modo indiretto, accrescendo ovunque I" sicurezza e la mornlità pubblica e privata, rendendo a tutti possibile, cli notte, un lavoro intellettuale nrnggiore, sì in cittìt che in campagna, e dand() ai paesaggi, per gli indigeni o per gli stranieri, un fascino nuovo. Una delle cose, che fanno arrossir(' cli vergogna un ititliano nl1 1 estcro, è il rimprovero che si fa al nostro popolo di ossrre in media tra i più refrattari alle abitudini di pulizia; rimpro,·ero pii1 che foncfato. Ora, gli impinnli elctlriC'i, col sopprimere le proie– zioni d'olio e di polYCl'0,causate dal mo,·imento delle cinghie, con l'nllontnnare lo molteplici causo cli sudiciume, csistc11ti ovunque si utili.zzi il carbone, col rendere tutto illuminahilc in qualsiasi angolo del locale, permetto cli faro dello sbtbilimento indu• striale uno dei migliori strumenti cli educazione igienica e di pulizia. 1/a\'vicinarsi alle macchine sa– rebbe pii'1 facile per In Mppressione delle trasmis– sioni pesanti e quindi diminuirebbe il numero degli infortuni. Siccome, come vedremo più oltre, l'ag-ri– coltura è una delle industrie in cui ht forza elettrica avrà in avvenire grnnde importanza, è evidente che Ja. sua applicazione approdorìt a una enorme trasfor– mazione morale nello abitudini giornaliere delle no– stre p0J>0lazioui rurali. Uno dei capitoli pii1 interessanti delPopera del Xitti è quello in cui dimostra che, sebbene l'interesse ::renerale della società. sia. favorevole alla sostituzione, dovunque ò possibilr, dell'energia elettrica al car• bone, tale non sia sempre la convenienza dell'indu– striale privato, per il fatto che la sostituzione può richiedere un soverchio investimento di ricchezze in capitali fissi. 1\ccaclc per la energia elettrica il con– trario di ciò che è a,•venuto pel carbone. Il carbone, che h1l t1.limcntato le macchine, è stato prodotto con mezzi individuali, in principio, spesso, da piccole imprese; ma esso hn formato la µ:rande industria, la macchina n vapore, contraria alle forme democra– tiche del clecentrnmonto. ViCCYCrtio, l'rnergia elettrica non può essere utilizzata che per grandi masse, col– lettivamente, ma può essere quasi indefinitamente divisa e su~ldi,·isa. Como per lo strade, così per la energia elettrica, hL impretia. collettiva è pili econo– mica che la privat;1, sorta per iniziath•a libera di chiaro,•eggenti imprenditori. m non può essere ra- zionale, ecl evitnrc g-li sperperi, se non a patto di essere collettiva. I•: sic<'omc, com'è il caso della mas• sima parte delle industri<' italiane, la sostituzione dei motori elettrici ai motori a ,,a,>ore è particolar– mente vantaggiosa nelle industrie che non dispon– gono cli grandi ca1>itoli e non hanno bisop.no di forze motrici rilevanti, così è evidente ch e essa n on può essere impresa di cui sia ca1mce l'iniziativa pri,,ata italiana e che i11,·ece è impresa che de\'e essere ri– g-uarclatn come 11111\ionnle risolvihile politicamente. A questo punto il Nitti esamina le correnti sulla legislazione delle A('que nel nostro 1>aes ee fltori, p er concludere che la iendenza che deve prev:1.lere è quella. che consickrn le l'orze idrauliche come pr o– prietà nazionale, il cui uso sin eia concedersi a pri– vati, e gli impiitnti per In produzione delle quali, allo scadere delle concessioni, possano, in morti re– golabili per legge, divenire proprietà nazionale. La conservazione, il migliornmonto e l'amministr:izionc d'un impianto idroelettrico ò cosa assai pill semplice e presenta caratteri di maggior rcgolnrità che quella cruna miniera, e quindi è 1110110 pericolosam('nte ge– ribile dallo Stato. L'obbiezione individualistn, <1uindi,che è affacciata da molti tecnici, nelle ris1>oste ad una. inchiesta fatta dal ..Nitti o inclusa nel ,·olume, ò assai indebo– lita di valore. Fatto il hihmcio tra la pretesa rela– tiva incapacità amministrath·n dello Stato o i pericoli del suo fiscalismo da un litto, e il pericolo di uso irrazionale dell'energia e di monopoli priYati dal– l'altro, anche noi col Nitti propcndinmo per la solu– zione nazionalizzatrice. Il ~itti dimostra quanto un uso nazionale cli energia idroelettrica potrebbe a,·– vnntaggiarc la nostra. industria grnndH e piccola, ma noi preferiamo soffermarci sui vantaggi che ne deriverebbero all'ngricoltura, vantaggi immensi, anche per testimonianza, inclusa nel volume, doll'onorevole De Asarta. Gi;\ un passo ronsiclerevole, ncll'cvolnzione dell'a– gricoltura in seuso industriale, fu la sostituzione, da noi appena inizialo, di motori a vapore, :1 motori umani od animali. .\la ht sostituzione cli motori elettrici ai motori termici sari\ causa di ulteriori grandi progressi nella riduzione del costo di produ– zione dei uostl'i prodotti ugricoli, e quindi nella concorrenza con l'c~tero, senza o con ridotta prote– zione doganalr. Di pili, l:l elettrizzazione dei semi, delle piante, del suolo, clcll'arif1, la sostituzione della luce elettrica alla. luce del sole, l'insieme insomma di ciò che può chiamnrsi elettrocoltura, ha influenza enorme sull'aumento della produtrività o sulla qua– lità del prodotto, e sulla riduzione del tempo ne– cessario alla produzione. Lo studio dell'Asarta spe– cialmente illustm le riduzioni possihili nella mano d'opera, nelle spese d'esercizio. In genere, è prove• clibile che ogni fonte di energia idroelettrica diverrà un centro di forza motrice per più usi, quali per• manenti, quali periodici, nei ,•ari periodi del giorno e dell'anno; orl è prevedibile che i centri umani, che sorgeranno ad esso intorno, saranno infinitamente migliori che quelli che sorsero intorno oi pozzi di ca.rbone. l~sami,rnta la convenienza, la necessità, la qualilà delle possibili npplicazioni di forza elettric,i nel no– stro 1>aet1e 1 sorg-o il que~ito: come si risolverà il problema della applicazione nazionalmente utile cli questa forza 7 ove esso è possibile? lnsomma si af– faccia la 1)0litim elettnra. 11Nitti propugntL una politica di concessioni a scadenza tra 25 e 30 anni, a cnnoni minimi e con– cessioni nbbre,•hltc in confronto alle attuali j al ter– mine di questa sc11.denznlo Sbtto si troYerebhe pro– prietario lli tutti i.rii impianti; salvo farne cli propri ove ne abhia lu convenienza per ragioni politiche od altre. In tnl modo, la politica dello Stato non

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