Critica Sociale - XV - n. 14-15 - 16 lug.-1 ago. 1905

CRITICA SOCIALE 217 piuttosto cho il greco, oppure a non studiare nè la ma– tematica nò Il greco. Questa razionale soluziono del problema è impedita in Italia dalla miseria del bilancio delln Pubblica Istru– zione - le riforme serie non si fanno dOnza quattriui, e dal momento che i quattrini si sperperano per la ma– rina e per l'esercito, è naturale che non ce no sia per l'i– struzione: motivo per cui hanno milio ragioni i professori apolitici. .. conservatori a dire che la <1ucstione scolastica non ò qut,stioue politica -; ed è impedita dalla intrat– tabile intrnusigenza dei classicisti ultra, i quali vedono la sal\•ezza del genere umano solo nell'obbligo di stu– diare (senza imparare) il latino o il greco, imposto allo guardie municipali come al professore d'italiano, al !uturo storico del diritto come allo. futura levo.trice au– toriz:rn,ta. Dalla inlransigenzo. dei clo.ssicisti, combinata con la mancanza dei fondi necessllri alle grandi riforme, è nato il sistema di costringere tutta la gioventl1 verso l'antica scuola classica .. Mo.,poichè anche i ciechi vedono che il solo latino e il solo greco non possono bastare allo necessità della vita moderna, abbiamo inserito nella scuola classica la storia, la geografia, le scienze natu– rali, la trigonometrio. 1 il francese, ecc., ecc. E, quando ci siamo llV\'lstì che così non si andava avanti, abbiamo escogitato il diritto di scegliere fra il greco o la mate– matica, in attesa di proclamare il diritto di scelta fra il fare una noiosa trnduzione da Senofonte e l'andare a gioco.re una bolla partita a bigliardo. 11 Frnccaroli non appartiene proprio all'l~stroma Destra del classicismo. Pur difendendo vigorosamente la cul– tura. classica, riconosce che " nè i bottegai nè grimpie• gatì delle poste o delle ferro,·ie hanno 1 in quanto sono bottegai e impiegati, bisogno del latino o del greco .... Il pnssaro otto anni tra il latino e il greco, senza ap– prenderne nulla o quasi nulla, ammetto anch'io che non sia il migliore esercizio nè per diventare un uomo còlto, nò per imparare a lavorare n (p. 87-8). E ch1ede cbe alle necessità. di questo. classe della popolazione si prov• ved1l con le scuole professionali - o i quattrini? ahi, la politico.! - Ma noi vorremmo che li'raccaroli facesse un altro passo in avanti. E riconoscesse cbE",non solo all'impiegato e al bottegaio 1 ma anche all'avvocato, che non ,·oglla di\·entare giurista eminent~ o storico del di– ritto, possa rlesciro più adatta. la conoscenza dell'in– glese che quella del greco. E ,·ero cho la scuola secondarill dovo avere una flln– zione sopratutto educativa. In questo noi condividiamo pienamente l'opinione del lfraccaroli, o appro\'iamo la difesa ohe egli fa dell'insegnamento educativo lettera.rio contro i sostenitori di un esclu~lvo indirizzo utilitario scientiflco. l\la non ci sembra che il F'raccaroli dimostri con altrettanta fortuna la grande inferiorità. educatrice delle letterature moderne in confronto delle letterature classiche. E,anche ammesso che le letterature moderne - intendendo con questo aggettivo le letterature delle lingue \'iventi, le quali ci possono ricondurre a Dante, a Shakespeare, a Uabelais 1 a Lutero e ad altri grandi, il cui pensiero è molto più affine al pensiero classico che al contemporaneo, e perciò deve ritenersi fornito delle stesse attitudini educatrici del pensiero classico - anche ammesso che le letterature moderne siano in qualche punto Inferiori come etrnmenti educativi alle cla8sicho, è innegabile che lo studio dello letterature moderne o.rrecberebbe per di più allo. gioventù van– taggi pratici preziosissimi 1 i quali non si devono borio– samente·disdegnare1 pur non dovendosi subordinare ad essi i fini educativi della scuola. Cou che - intendiamoci - noi non in,·ochiamo la soppres'lione della scuola classica: vogliamo, anzi, che il f.Jiceo-ginnasio sia alleggerito di tutto il bric-li-brac non classico importatovi in quest'ultimo ventennio, e ritorni o.d essere una scuola veramente classica 1 nella quale lo. cultura classica, libera dalla concorrenza delle altre culture, possa dare tutti i possibili buoni risultati. Ma, accanto a questa scuola secondaria clas~ica, biso– gnerebbe istituire altri istituti a baso di prevalente cul– tura scientifico., e altri a base di prevalente cultura let. terarla moderna, e altri a ba,e di cultura letteraria mista (moderna e classica col solo lo.tino). A lungo an– dare, o la coltura classica ò veramente superiore alle altrej o i giovani addestrati nelle scuole classiche si tro,·eranno in condizioni superiori àgli altri, e la loro superiorità servirà ad accreditare Il' scuoio da cui sono usciti o a far disertare le altro. O i giovani delle scuole classiche si riveleranno meno adatti degli altri alla vita moderna, e questa sarà. la riprova delle teorie pedago– giche anticlassiche i e occorrerà che i clo.ssicisti pieghino il ca.po, e si adattino a porre le loro disciJ>line nel no• vero do! sanscrito, della glottologia, della fisica dei cri• ~talli, del calcolo superiore, scienze tutto rispettabilis– sime, ma che nessuno pretende d'irnJ)Orre come materio di cultura generale. O - come noi propendiamo a cre– dere - tutti gli studi sono buoni, a JHltto che sieno adattati alle inclinazioni inr1ividuali e alla condizione sociale di ciascun alunno i e vedremo ,•h•ere e prospe– rare la scuola classica pura accanto alla scientifica, e la lettera.ria moderna accanto alla mista: tutti avranno ragione e tutti saranno contenti. Quello, ad ogni morto, che non si de,·e consentire è la opzione rro. le materio d'insegnamento nello stesso istituto: opzione, che si può prevedere sarà sempre ratta col criterio di sruggire la materia insegnata dal professore più severo o abbracciare quella. del professore indulgente; opzione, che rompe l'unità morale o intel– tualo della classe, facendo dell'aula scolo.stica un porto di mare, in cui escono gli uni ed entrano gli altri, e gl'insegnantl delle materie comuni a tutti si trovano a dover gO\'erm\re una moltitudine di gruppi eterogenei, sviluppo.ti clo.scuno in direi':iOni diverso. Uassima libertà. dì scelta fra I di\'ersi tipi di scuole i e perciò equipollenza dei diplomi di tutte le scuole per l'ammissione a tutto la l!'acoltà universitarie, e facili passaggi dall'una. all'altra scuola per vin di liberalissimi esami complementari i ma, scelta. una via, l'alunno deve J)ercorrerla sul serio, con tutti g!i utili e con tutti gli incon\'0nienti cli essa. La libertà. di scelta, introdotta dall'ex ministro Orlando fra i I greco e la matematica, ò stata un vero e proprio ver– gognoso incitamento alla poltronerill o sopratutto alla immoralità. La rirorma, o meglio l'esperimento di riforma, do– nebbe iniziarsi nelle grandi città, nelle quali la scola– resca asso.i numero.ìn. e multiforme ò campo adattissimo agli esperimenti. Dai risultati ottenuti in ciascun tipo di scuola nelle grandi città si dovrebbe via via prender norma per rirormare le scuole delle città minori. )fa, per rond!lre, sia pure nelle grandi città, nuovo scuole accanto e in concorrenza con le antiche, ò necessario spendere dei quattrini; e il tentativo andrebbe accompagnato da nitro riforme correlative, e anch'esse costose, nelle Fa– coltà univer.:1itarie,nelle quali sarebbe indispensabile, se non altro, istituire le Sezioni cli l•'ilologia moderna. Si continuerà, perciò, a torhtrare con nessuna spesa la Yecchia scuola, potando di qua, innestando di là, stor– piando ovunque, e facendo della gran retorica pedago- *

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