Critica Sociale - XV - n. 14-15 - 16 lug.-1 ago. 1905

21G CRITICASOCIALE gnanti proclamarono senza falsi pudori esservi il mi– glioramento delle loro condizioni economiche 1 questo non vuol dire niente affatto che la Federazione degl'in– segnanti si sia venduta; se gli insegnanti avessero voluto vendersi, non si sarebbero venduti ai meno forti che non avevano da pagare, ma si sarebbero strisciati ai piedi della maggioram~a; nè a\'rebbero protestato fieramente contro gli arbitrii e le immoralità del Ministero delPistruzione, per non sciuparsi la bene,•o\enza di lor signori; uè avrebbero combattuto fino dal Congresso di li"irenze l'au– mento delle tasse scolastiche, con cui si prometteva (}i sfamarli. Senza dubbio il Congresso di Rorna 1 oltre ad affermare un principio di solidarietà generica coi gruppi politici democratici, deliberò anche l'appoggio elettorale a can– didati d'Estrema Sinistra. r, questa decisione, imposto. dalla imminem-;a delle elezioni a cui era bene neces– sario partecipare coerentemente all'affermazione gene– rica, se non si ,·oleva fare la burletta delle semplici di– chiarazioni accademiche care agli opportunisti e ai vili, oscurò nel nostro pettegolo mondo politico e giornali– stico il significato largamente politico <lel Congresso di Roma, riducendo tutto a una meschina questioncella elettorale. Inoltre l'accoglienza, fatta alla deliberazione di Roma da certi democraticoni patentati, ci dà argo– mento a chiederci se forse noi non abQiamo in qualche cosa errato, considerando in blocco tutti i deputati del- 11Estrema Sinistra come rap1>resentanti autentici di quella sana .corrente democratica 1 dalla cui vittoria solamente noi siamo convinti possa derivare il rinnoYamento sco– lastico; ci obbliga spesso a domandarci se con la delibe– razione di Roma noi non abbiamo per ayventura messo margaritas allte 1JOrcos. L'anenire confermerà o dile– guerà i dubbi; ma anche se alcuni o magari tulti gli uomini dell'Estrema Sinistra doyessero dimostrarsi inca– paci di raccogliere la \'Oce nostra sulle questioni scola– stiche, insieme a tutte le altre grandi voci di dolore e di speranza del paese, non per questo noi ci dichiare– remmo apolitici e ci daremmo a rappresentare nella so– cietà moderna la parte dei filosofi salariati, dichiaran– doci estranei ad ogni questione politica e religiosa, cioè pronti a insegnare il catechismo sotto un ministro cle– ricale o a sbranare i preti sotto un ministro massone, sbarcando il lunario da un 27 all'a.ltro senza guardare alla vita che intorno ci freme, non sapendo di aYere nella società moderna una grande funzione sociale da compiere, e di doverla compiere come cittadini e non solo come insegnanti. li giorno in cui dovesSimo con• vincerci essere gli attuali gruppi politici ufficiali della democrazia in tutto o ir1 parte incapaci di attuare l'i– deale nostro, non faremmo se non continuare con rin– novato ardore la propaganda e l'agitazione per suscitare nel paese un 1 opinione scolastica democratica 1 convint.i che, o prima o poi, altri gruppi politici sorgerebbero a •rappresentare più degnameute le nostre idee e a meglio meritare l'amicizia nostra. I bollori di Roma, caro .Maestl'O, non isfumeranno neanche se non sarà più - come sembra - una bur– letta la promessa del miglioramento economico, a cui i conservatori sono stati condolti non da un apprezza– mento organico <lelle necessità scolastiche, ma dalla paura del Congresso di Roma e dalla speranza di sfa– sciare la Federazione democratica distribuendo a destrn e a manca. un po' di soldini. Altre battaglie gl'insegnanti devono ancora combattere se yogliono essere degni del loro ufficio i gli ordinamenti scolastici sono tutti da ri– fare e nessuna seria riforma è possibile senza spese no• tevolissime; dopo avere coraggiosamente denuncia.te e tenacemente avversate finora le inframmettenze immorali dei politicanti liberali e massoni nell'amministrazione scolastica 1 occorrerà fra breYe inb:iar battaglia anche contro le inframmettenze clericali. E queste lotte con quale altra bandiera si potranno combattere se non con quella di una onesta 1 equilibrata, colta democrazia? L'importanza Yera della deliberazione politica del Con– gresso di Roma non si vedrà se non dopo che la que– stione del miglioramento economico sià risoluta, quando gl'insegnanti, non più accusati di ingordigie personali, liberi' dalle strette della miseria, padroni un po' più che non sieno ora del loro tempo e del loro ingegno, po• tranno, assai meglio che non facciano ora, compiere il dover loro nella scuola e fuori della scuola. . .. Venendo alla difesa che il Ji""raccaro!i fa del latino e del greco, essa si fonda tutta sulla supposizione che lo insegnamento classico delle scuole second8.rie debba dare agli alunni la conoscenza <lelpensiero antico. Pur troppo la rea.Ifa è ben diversa: gli alunni escono dal liceo ignorando quasi del tutto il pensiero antico, il moderno e il contemporaneo, avendo speso tutto il loro tempo a cercar di apprendere -- senza riescirYi - non il pen– siero antico, ma semplicemente la sintassi latina e gli aoristi greci. Le cause del male sono molteplici e complQsse: ma la fondamentale è che la scuola classica, sorta in secoli in cui il classicismo rappresentava davvero il meglio che il genio umano aYesse prodotto nell'arte e nella scienza, sotto la pressione delle esigenze della rinnovata vita sociale si è andata in Italia deformando con la introduzione di altri studi 1 i quali hanno ridotto in con– fini insufficienti gli studi classici, senza riescire ad as– sicurare un posto adeguato nemmeno a se stessi. Via via che la conoscenza delle forme artistiche e del pensiero scientifico moderno appariva necessaria non meno e, a monte di molti, anche più che lo studio dell'autichità classica, la Germania, l'Inghilterra, gli Stati Uniti hanno risolto il problema 1 non distruggendo nè deformando balordamente le vecchie scuoio, ma ereando 1 accanto alla vecchia scuola classica, altre scuole a tipo schiettamente moderno o a tipo misto, parificando i di– plomi di tutte queste scuole per l'ammissione agli istituti universitari, e lasP-iando che ciascuno scegliesse quel genere di studi che meglio corrispondeva ai suoi gusti e alla sua condizioue sociale. E, con un meraviglioso si– stema di scuole professionali, commerciali, agricole, di arti e mestieri, hanno sottratto alle scuole secondarie propriamente dette, cioè preparatorie per gli stw1i uni– versitari, quella popolazione che alla scuola non chiede se non Pnbilitazione sollecita a funzioni economiche de• terminate. Per quP.sta via è stato possibile lo sviluppo contemporaneo di tutte le varie forme d'istruzione e di cultura, dal classicismo più puro al modernismo - chia– miamolo pure cosi in compagnia dei classicisti schifil– tosi - più impuro. E gli alunni dello singole scuole non ranno studi: enciclopedici come i nostri; ma quello che studiano - quelli che han voglia di studiare - lo studiano sul serio. Che, se a mezza yia si avvedono di avere errato nella scelta, un sistema assai liberale di esami complementari conseute ai convertiti di passare da.ll 'uno all'altro tipo di scuola; e con questa assoluta libertà di scelta nessun papà e nessuna mammina ba1mo diritto di incoraggiare il loro bebé a non studiare il greco piuttosto che la matematica, o la matomatica

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