Critica Sociale - XV - n. 14-15 - 16 lug.-1 ago. 1905
CRlTICA SOCIALE giovinezza. Prima che il socialismo erompesse in Jtalia dalle impure scorie ana.rchiste delle origini, e assumesse sostanza e carattere netto e preciso, esso balbettavit coeì. Soltanto, allora, tutto ciò avova un nitro nome: si faceva chiamare corporativismo. Questo fu composto nella tomba dal Congresso di Oonova del 1892. Perchè il proletariato intese (e non furono i pro– fessori o gli intellettuali a farglielo intendere - ma la sua propria evoluzione o le l'Udi lezioni dell'cs1>2- rienza) che un movimento proletario, barricato golo– samente entro rigide dogtrne professionali, prh•nto ,·olontariamente delle disinteressate testimonianze, delle forze economiche, intellettuali e morali, che gli vengono dalle adesioni dei trausfugi dello altre clussi 1 è un movimento che si diminuisce e si ca!-ltra l'Olle proprie mani. Nessuna rivoluziono sociale riescì mai a trionfare sin che fu l'opera esclusiva cli una classe o cli u11 ceto - fosse pure il pii1 interessato a volerne il trionfo. La forza di una rivoluziono in cammino si mi:mra. amd eo"ratutto dallo adesioni che strappa allo classi dirnrec, dalla. convinzione, ch'essa. spande intorno a sè, della propria. giustizia - la quale non ò poi se non il riflesso intellettuale della sua neces– sità e del suo inevitabile avvento - reclutando, anche fuori della cerchia dei direttamente e imme– diatamente interessnti, sussidio di idealismi generosi, cli ambizioni operose, di interessi convergenti sempre pili larghi. L'esclusivismo della blouse nel movimento nperaio non è dunquQ dinanzi ai nostri occhi, nel– l'anno duemila - ma è dietro, molto dietro, delle nostre spalle (1). J~ comprese il proletariato che è assurdo, che è infantile a dirittura, disgiungere l'azione economica flall'azione politica. - contrapporre movimento ope– r.-.io a partito socialista. l.t'l distinzione può ben es– sere un artificio didattico, uno spediente pedagogico (oh! le famose " due gambe ,., del socialismo 1 a cui liiOllO rimasti certi aociu.listi dell'età della pietra!) per chiarire a menti primitive, fra apparenze disgiunto e successive, una fondamentale unità necessaria. i\la il fenomeno è uno - non si tratta di due moti con– ncasi, bensì di due aspetti, perpetuamente a"vicen– cbu1tisi - come forza e matcriu, come forma e so– stanza - di un fenomeno solo. Chi non ha. inteso tutto ciò, non ha inteso, ci sembra, l'ahbid nè del fenomeno economico nè del fenomeno politico ( 2 ). Che significa dunque, di grazia, accusare il partito socialista di '" esagerare ,. rimportanza della lotta politica? discutern se la lotta politica e la lotta. eco• nomica debba venire in prima linea? pensare di po– tt!rle dosare sopra un bilancino~ Se le due lfune sono entrambe e~senziali all 1 azionc delle forbici, quale cli esso ò più utile, a quale è da. dare la preferenza~ .Non si dà rapporto di pi·evnlenia fra due espressioni di un fenomeno, inevitabili entrambe, supponentisi l*una l'altra, proporzio1rnto ambedue alle forze pro– fonde che animano il fenomeno stesso e da cui sca– turiscono. TI famoso sciopero cli Genova 1 episodio in npparenza eminentemente politico) fu esso pili o meno importante della Camera del ln,•oro, fatto esscnziill· mente economico, di cui fu la suprema difesa! .E (1 Che In dati luoghi la pron,1111: 10.di elementi d'origine borghese o ~emi-borghese nel mo,imonto lloolallsta possa essere un male, o asscnlro Il mo,-!monto a lntoresel o nmblzlonl personali estro.noi fil suol nu1, non si può certo contestare, ~la olò non dl!)Cn<le <lnllfl 1lrose11'ia di quegll e!omont!, liimsì ctou'aese11zu, m1mertca o monde, dell'elemento proletar,o. CIÒ slgnlfloa che !n quel luoghi non si fil 1mcora del soClallsruo - si gluoca la com111cdla socia.lista. t 1) "Ogni lotta di eluse è una lotta politica~ - eosl, fin dal 1817, Il .\la11,ftt1todd com,mtsu. Cl YOl\e Jl'lrò qualche decennio perchè le l\\'antruardle del proletariato Rpprofo11dluero Il RlgnlHoato di questa frll~e. <:e no vorrà natura1me11to 11110.loheAltro pcrchè lo 11.11profon– dl!funo alla fine Rnehe I 11ror~Hor1. che ser\'iva lo sciopero senza la Camera ciel la\'oro, o questa senza quello? A chi profitterebl>e, senza libertà, la resistenza 01>eraia, o la libertà operaia senza resistenza~ Chi polrcbhe concepire, senztL una sottostante trama proletaria. vigorosa e vigile, una C'llicace legislazione socirde) o una organizzazione proletaria vigorosa e vigile che non imprimesse nelle leggi dello Stato le vestigia delle proprie conquisto? Senza il sustrato cli un proletariato addestrato e pronto, in forza delle sue organizzazioni economiche, nl nuovo ordine di cose, chi concepirebbe, bandito per legge o per decreto, lo stesso socialismo? Ora, ciò che comprese il proletariato, nelle sue falangi di avanguardia, giìt da tredici anni, vorremo noi, battezzando "ccchie cose con nuovi nomi, rimct tero in discussione~ Hitoroiamo alla nostrn. prima e più benigna ipo– tesi: l'amico Antonio Oraziadei ama canzonare .... LA CRITICA SOOIALl:. COME DISPONBMMO DI DUELEGA'l'I (,1111.derlowi e 1lietttiet) f.,'Azione socialista di Roma. diretta dall'amico Ilonomi colla collnboraziono di Bissolati, \"arazzani, ec<'., pub– lica, n~I numero del 15 luglio, sotto il titolo: Mille lire all'u Azione 11: Colla lette1·a 1 pil, oltre pubblicata, di Filippo 'l' urn.ti nbbiamo da lui rice\'uto mille lire, importo della ere– dità fiduciaria legatogli da Carlo A.nderloni, e dal Tu– ridi devoluta al nostro giornaletto. Dell'aiuto materiale siamo lieti - e n'avevamo biso• g110 1 come abbiamo bisogno che ci continui l'assistenza degli amici per far fronte, SJJCcienel primo periodo, alle SJJeSedi questa pubblicazione, che non cessano <li es– sere gra,,i per la gratuità con cui tutti prestiamo l'opera nostra - ma pii1 siamo lieti ecl alteri <lolla solidarietà attestataci dall'uomo cho In rnbbia settaria tentò segro• gare dal partito debitore n lui della miglior parto della propria vita. Roma, 7 111ulio ,w:;. CARISSDII AMICI IH:f,1, 1 u J\ZIO~E SOCIAl,ISTA 1 11 Or è pilt di ttn a11110 nel marzo 1904 - moriva i,i Milano, fra i11fi11ilo1·impia11todi congiu,iti, di amici e cli estimatori, il nostro giom11e compagno di fede, an:ocato CA llLO AND/•,'RLONT - ft'rvido, modesto, ope,-oso, 111lell,ge11ti.<rsimo - e leyar:a a me milie U1·e percltP 11e f1ispo11essi, a forare delle idee co1111mi 1 11tl modo che a me ([_tt(//tdochessiapansse it miylioi·e. Assolvo oggi il delicato i1U:arico,<ievolvendo intero il te– nue peculio al vostro f/iOrnale, eo11vinfo che i11 ·nessun modo potrei meglio 11lterpretare le JJrope11sio11i del caro amico clef1111to, che i11COl'O{Jgianc1o tm' pera, come la vostra, forte– me,ite intellettuale, intesa a rlcondw-re sull(i grande via delle sue gloriose tl'adizioni il uostro partito, che fallte for:,e oggi, clal di fuori e dal di cl1>11lro, e ta11te acquie– scenze, cu11gfora11O a deviare, ci paral1z;;are 1 a scred,ta,-e, a dissolvere. Abbiatemi, coi pih cordiali auguri e colla piìt illimitata solùlarietà 1 Vostro sempre affeziouatissimo .E'll,IPPO 'l'URATI. E poichè ei occupiamo di una resa di conti, diamo anche le " ultime notizie ,, di un n.ltro vecchio legato, q11ellodel compianto nostro amico Edoardo Mattia, di Castellazzo Hormida. I noitri lettori più anziani ricordano che questo nostro carissimo compagno legava a noi, afflnchè ne dh1pones-
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