Critica Sociale - XV - n. 14-15 - 16 lug.-1 ago. 1905
CRITICA SOCIALE 21S curioso, lo sbalorditivo, era che inneg-gia.ssero, vice• ver:m, al sindacalismo, e si drappeggiassero in esso, quei cotali, la cui predicazione ed azione - catl\.– strofica, intransigente, antistatale, ecc. ecc. - ne è la più aperta e risoluta negrrnionc! Faceva, è hen vero, capolino qua o là nell'articolo qualche velleità. di fronda, come l'accenno a un par– tito socialista in cui piovono uomini "di diverse classi e quindi cli gusti, di tendenze, d'interessi af fatto cliversi ,,, che s'impanca a " tutore ,, del prole• tariato, che II esagera., l'azione politica e (si capisce troppo il perchè) specialmente l'azione elettorale. Al postutto, le medesime cose avenuno a un dipresso detto e ridetto anche noi, facendo la critica di tanti fra i nostri Circolett.i.. Ma tutto ciò ne pareva ap– punto messo lì per abilmente mascherare la corbel– latura dei rivoluzionarì) che altrimenti sarehbc op– parsa troppo cucita a fil bianco. 'J'antochè, quando poi vedemmo e il 'l'reves e il Bissolati) e qualche altrn con essi, pigliare intera– mente sul serio lo scritto di Antonio Oraziadci, o la lezione diretta a « certi riformisti "' senza rilevarne !,ironia .... e il vero indirizzo;anoi parve di udire da lontano il nostro sntanico 'f'onino schia.ttarc dalle risa sommessamente ... .Ahimè! la rcplica 1 che diamo qua sopra, ci suscita nell'animo un dubbio feroce: che 1'reves e Bissolati non avessero poi tutti i torti; e che l'tunico Graziaclei abbia parlato pill sul serio di quello che, in fede nostra, ne avesse l'apparenza. Un bel gioco dovrebbe durar poco, e invece ecco il Grazhdei insistere oggi sovratutto su quelle osser"azioni, che a noi erano apparse un semplice amabile artificio per ... far pas– sare tutto il resto. B allora - in attesa cli una interpretazione au• tentica e definitiva - è il caso di chiarire le cose per nostro conto. **.:"' E osserveremo anzitutto all'amico Oraziadei che su un punto intanto cadiamo pienamente d'accordo: nel riconoscere cioè che il sindacalismo, del quale si favella 111 ftalia, e che oggi interessa la nostra gente, è la negazione recisa di quel sindacalismo, del quale egli ci tesse l'apologia. Con che il discorso, per noi, potrebbe anche es– sere finito. Se esiste in [nghilterra o in Australia, o nel mondo della luna, o - che sarebbe poi il me– desimo -· nel capo di qualche professore, un sinda• calismo agli antipodi da quello che qui conosciamo e che si studia di d,uci qualche fastidio, discuterne oggi fra. noi potrà essere tutt'al pill (che anche con questa frase il nostro professore non facesse clell'i· ronia ?!) una semplice « c\ilettazione ... cli intellet– tuali ,.,. Tanto piìl che cotesto " vero sindacalismo "' o "sindacalismo tout court "'o" sindacalismo genuino"' secondo i nomignoli vari che il nostro amico gli ap– pioppa - so è tutto Popposto del sindacalismo, che vivo e mangia e veste pa.nni (panni, per lo pili, agghiudati di medico, o di prnfessorn, o di letterato più o meno bocciato agli osami, rincorrente con apo· strnfi anarchiste la. medai?lietta deputatizia - non mai o quasi mai di autentico operaio .... certo per me– glio dimostrare la propria natura prettamente ope· raia e sindacale!) - cotesto, dicevamo, sindacalismo genuino, ripieno di tutte le Yirtù, salvo quell'una, dell'essere vivo e presente, che fa anche il tapino somarello superiore al quomlam dottore - è poi, per esplicita ammissione del Or::tziadei, una cosa tutta futura, tendenziitle e teorica - e, per essere buono a qualchecosa, aspetta una maturità della. classe ope– raia ìndofìnitameute lontana. Aspetta quella maturità della classe operaia .... che esso, guarda mò! avrchbe per missione specifica appunto di creare! 'L'antochè, se Bonomi rimproveraise al sindacalismo - quello reale oppure quello ... genuino? - cli ten• dern a dissolvere subito quel po' cli socialismo che esiste in Italia: Graziadei cli gran cuore sottoscri• ,·crebbe 1~ condanni~. Ne dissente soltanto per non avere Bonomi aggiunto quel prudente avverbio di tempo noi capo d'imputazione. Ah! se i nostri rivo• lu1,ionari, scambio di n.ccanirsi contro il socialismo attuale; di sfaccia.re le Camere del lavoro attuali; di demolire la presente azione parlamentare; di ser• vire magnificamente a tutte le reazioni seminando la sfiducia e il disprezzo contro gli uomini politici che rapprnsentano il movimento proletario dell'oggi (salvo poi, dopo aYere sottratta loro intorno l'aria vitale, accusarli di fiacchezza e di tradimento); ah! se, invece, i nostri rivoluzionari av\'entassero le freocie attossi• rate contro il socialismo di fra un secolo 1 contro l'a• zione parlamentare e il Gruppo socialista dell'anno duemila .... oh! allora .Antonio Oritziadei sarebbe pur cPaccordo con essi! Soltanto che essi allora non troverebbero più gusto nel gioco - e sarebbero ossi a non trorarsi d'nc– corclo con lui! Comunque, lo questioni dell'anno duemila possiamo hcno abhandonarlo ai nostri dilettissimi nipoti. Oggi come oggi, date anche le constatazioni dell'amico Oraziaclei, noi non senfouno affatto l'urgenza (qui il 'l'reves ha ragioni dit. vendere) di infmnciosare il nostro stile, chiamnndo "sindacalismo ,., il nostro socialismo. Anche por non cascare nel vizio, che il Graziaclei stesso riprova, di "correggere gli equivoci creandone <lei uuovi ,, e di « adoperare lo parole in un senso diYerso dal comunemente accettato n· Sul sindacalismo in ltalia, è cosa risaputa, hanno posto ipoteca, e se lo spezzettano fra loro, con animo cor– diale cli fratelli, .A rturn Labriola ccl Enrico Leone. Non sarebbe di buon gusto da parte nostra rnbar· gliene un brandello per farcene coccarda! * * ·JE- T dilettissimi nipoti? Ko, per aderire al sindaca· lismo riformista di marca graziacleiana, forse giove• rebbe assai meglio rientrare nelle grinze dei com• pianti nostri nonni. [nfatti, c'era una volta.... ~[a perchè il lettore non supponga che vogliamo sballargli una panzana, riassumiamo pl'ima il pen• siero cieli' amico Oraziadei snl suo sindacalismo - messa a parto l'antitesi, in cui egli lo pone, col pseudo-sindacalismo riYoluzionario. Cotesto sindacalismo vero e genuino, e riformista per la pelle, si propone (quando sarà. tempo) questi due olliettivi: 1° emancipare la classe proletaria da tutti i partiti, compreso il J)fLrtito socinlista (due cose dunque, per il Oraziadoi, aff,itto distinto fra loro), decomponendo quest'ultimo, togliéndogli ogni ragione di essere, cacciando dal movimento operaio i medici, i professori i gli ::wvocati, ccc. (ahimè! scia• gmato sindacalismo rivoluzionario, se questo do– vesse a\fvenire!); - 2° rinforzare l'azione economica del proletariato rispetto alla sua azione politica e parlamentare. Yeramente, sul secondo punto 1 il pensiero dell'a• mico nostro non vn molto diritto. Prima il sindaca– lismo (Critica, pag. 194, I" colonna) è affetto da " inevitahili unilateralifa "' che tuttavia non gli im• pediscono di rimanere « la cosa più simpatica di questo mondo "; poi (pag. 195, l" colonna.), lo stesso sindacalismo " non fu mai nò antipolitico, nè anti· parlamentare n· Certo è però che il partito socialista, in quanto tale, 11 tende a dare un'importanza ecces• siva all'azione politica n···· mentre invece "uno scio– pero ,·into o una Cooperativa bene amministrata val– gono più di un successo elettornle ., (ibidem). Or bene: tutto questo discorso noi l'abbiamo già udito: appitrtiene ai ricordi della nostra rimpianta
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