Critica Sociale - XV - n. 14-15 - 16 lug.-1 ago. 1905

CRITICA SOCIALE 211 Paria di aver ratto lui la grande scopcrtn. cbe il sinda– calismo - 111fesonel smso espresso colle parnle che ab– biamo sotfolineatd - costituisce il fondo della teoria e della pratica riformista w O io mi inganno, o con questi pas!!li cho costìtui- sco110la pnrte essenziale di tutto il loro ragionamento - il '.l.'roveso il Bissolnti vengono a portare il più cf– flcnco rincalzo alla mia tesi. E<ssiiufatti - per dimostrare infondato le critiche da me ri\•olte ad un particolare atteggiamento di molti ri· formiati nella loro lotta contro i rivoluzionari - ado– perano senz'altro la parola si11dacalismo in un senso che è diversissimo, così da quello universalmente ricono– sciutogli, come da quello che - in conformità dell'uso e per una sufficiente serie di consider:udoni - eviden• temente assumeva anche nel mio articolo. 'l'rovos e Bissolati stabiliscono una i lentità fra sinda– calismo e or(Ja11izzazio11e economicadei larorulori; e non s'an•edono cho, cosl facendo, contrilrni'!cono ad accre– scere, anzlchò a diradare, quegli equivoci contro cui credono <li combattere. Poichò in tutti ì campi - e tanto più In politica, dove minore è la competenza e maggioro l'accecamento delle parti - moltissime questioni nascono dai differenti si– gnificati che si danno agli stessi vocaboli, è .sempre pe– ricoloso adoperare le parole in un senso diverso da quello che hanno comunemente. li fatto, poi, diventa tanto più grave - in sè stesso o 110110 suo conseguenze - quaudo 1 nel combattere espressamente le opinioni altrui, si dà nito parole un valore che non coincide con quello attribuito loro - in correlazione all'uso gene– rale - dn chi quello opinioni esprimeva. Col termino: si11dacalismo si designa generalmente il fatto per cui la clasie operaia, 0 1 meglio, i gruppi pH1 evo– luti lii essri, tendono ad emanciparsi anche clal partito socialista, ed a fan da sè cosl 11el campo economicocome 11elcampo politico. In tal senso ho adoperato anch'io nel mio articolo - conformemente alla prntic1~ univer– sale - la parola 1 ' sindacalismo ,,. Mi ripugna. di ricor– rere per provarlo ad autocitazioni. i\li basti ricordare che tutta la seconda colonna a pagina 195 era dedicata a dimostrare la fatalità. che l'intensificarsi del movi– mento operaio venga col tempo o. decom1>orre quell'ag– gregato di persone, appartenenti alle più diverse classi sociali, che ò il partito socialista. A.ffermaro, dunque, come fanno il 'l'reves o il Bissolati, che II sindacalismo II significa 11 01·gwliz:aiio11eco11omica dei lai·o1·ato1·i ,,, che II il sindacalismocosi inteso - inteso cioè come arbitrariamente lo intendo Il Bissolati - co– stituisce U fomlo della teoria e della pratica rifo1·mista ,,, significa ammettere implicitamente che la rappresentanza degli interessi politici della classe operala debba penna– ne11temente rimanere nel partito socialista (riformista): vale a dire In un partito composto in gran parte da. UO· mini che non escono dal seno della classe operaia. Ora, è appunto questo criterio che si trova in perfetto autagouismo con ciò che io - in accordo con l'uso co– mune - intcudevo 1 intendo ed intenderò sempre per sindacalismo. Por esprimermi con parole prese dallo stesso llissolnti, il sindacalismo e ben più che il II fon– damento della toot'ia e della 1Haticn. del partito socia– lista ,, (ritormista); è quel ratto che, alla lungo, tende a togliere al partito socialista como tale (sin. poi esso rit-:irmista o rivoluzionario) ogni fondamento, ogni ra– gione di essere. NaturalmEinte un tale fatto è te1idenzicile, e, nei paesi in cui un partito socialista si è formato, non si 1>uòve- riHcare che con molla lentezza 1 man mano che aumenta la coscienza o l'esperienza della classe operaia. Rico– nosco volentieri che una dello maggiori responsabilità in cui sono incorsi i rivoluzionari ò quella di avere cre– duto o fatto credore che sin da ora in Italia la classe operaio. sia già. in grado di far senza del partito ~ocia– llsta. Purtroppo la cosa. è cosi poco vera, che in molte regio11i i 110-;trioperai, invece di rare da sò, sono pas– sati dalltt sudditnnza verso i socialisti rirormisti alla. eud• ditanza \'CriO i socialisti rivoluzionari. Il quale ca1.0'1io non ò corto unn dimostrazione di maturità. Non si dimentichi però che questeconsirlerazioni, mentro hanno un grande valore pratico, no hanno uno molto 11ca.rsodal 1>untodi vista teorico: dal punto di ,•ista cioè di un ratto considerato oomo lend~11ziale e concepito re– la.tivamcnto ad un lungo periodo cli tempo. li mio articolo avova specialmente lo scopo di 1>rote– stare contro l'affermazione, secondo cui non solo il sin. dacalismo rivoluzionario, ma il sindacalismo tout courl, sco1ifl11e1·ebbe clalla pura dottriua socilllisl(i; e di dimo– strare invece ohe il sindacalismo senza aggettivi è quello che meglio armonizza colle piit sane tradizioni marxiste. l riformisti italiani si danno l'aria. cli prendere in bur– letta 11 Sorel. Ma è certo che nessuno di loro conosce il .Marx come lui; nè ò privo cli valore Il ratto che uno dei principali teorizza.tori del sindacalismo sia prOJ>rio uno tra I 1>il1 i,rorondi Illustratori o seguaci del .:'ilarx. Treves mi ricorda che sono stati l riformisti quelli che per primi - sotto il Ooverno di Giolitti - si sono emancipati dal partito, e hanno cercato di chiamare in causa direttamente le masso lavoratrici. E verissimo; ed io a tale proposito non avrò mal JHlrolenbba.stanza 1>er approvare tc 1 amico Turati, che fosti il principale au– tore di quella gloriosa sedizione. J\la, a parte il ratto che ciò non era ancora del vero sindacalismo, è innegabile - e tale fu appunto uno dei moventi del mio a.rticolo - che di roccnte molti ri– formisti hanno mostrato cli voler faro la atrada a ro– vescio. A.vendo perduto L'au\ico ascendente sulle masse opornlc, hanno cercato di riacquistare la maggioranza nel partito, per gettare i deliberati di questo attraverso il cammino del rivoluzionari. [.'Àzio11esncialista è piena di simili lntenzioui. V"no dei suol primi numeri recava un articolo di ronilo, in cui si lamentava. il lìO\'erchio diseredito ehe - consule Giolitti - taluni riformisti avevano goUato sui Circoli. (Non protestasti, amico Turati?). Cosl, in altri numeri si deplora che il sindacalismo rivoluzionario voglia., fra Paltro, • 1 sostlhliro il corporativismo al partito 11 ; si ri– leva cou estroma compiacem;a che, negando la ragiono d'essero d'un J)artito socialista. inclipondonte " i sindaca– listi (iemplicemcnte, senza l'aggettivo rivoluzionari) usi mettono ruori del partito m ecc., ucc. Come se una even– tuale rivolta del partito socialista contro i rivoluzionari, o semplicemente contro i sindacalisti, potesse acquistare un serio valore sociale, nell'ipotesi - da mo del resto non co1Hlh·lsn che i ri\•oluzionart riuscissero a mantenere il loro predominio sulle masse operale I Ricorderò inol– tre cho l'nmico Bonomi - cioò Il direttore dell'Azione sociali11fa - ho. pubblicato noi numero dol 16 giugno di questa stessa Rivista un articolo, in cui hn voluto conru– taro uno rra gli altri dei II caratteri JJiÌf salienti del ain– dacatismu 1·ii-oluzio11ario (e perchè nou del sindacalismo?): la suo pretesa "i assorbire il JJarlilo socialista (si badi, non la 11rcl1sa di assorbirlo subito - nel qual caso ci tro\'eremmo lliOnz'altrod'accordo - ma ltl prelt&a in ge– nere, e, quindi 1 la pretesa. anche ae ~rnduale).

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